Fondazioni, gli impegni di Lapucci (Efc) l'attività di Scialuppa Crt, Biella e Cuneo


MASSIMO LAPUCCI: "UN ANNO EUROPEO DELLA FILANTROPIA"
Massimo Lapucci, presidente Efc e Sg di Fondazione Crt
“Istituire un Anno europeo della Filantropia rappresenterebbe un passo avanti verso un'Europa senza frontiere”: lo ha detto Massimo Lapucci, presidente dell'Efc (European Foundation Center), alla conferenza annuale del network internazionale della filantropia istituzionale, appena chiusa a Bruxelles, dove si sono riuniti circa 600 esponenti del settore, provenienti da tutto il mondo.
Massimo Lapucci, che è anche Segretario generale della Fondazione Crt, ha aggiunto che è stato aperto un dialogo stabile con le istituzioni della Ue, per “liberare” risorse destinate a progetti capaci di creare valore, prima ancora che profitto.
“Coinvolgere i player della finanza è fondamentale – ha spiegato Lapucci – ma l'attuale regolamentazione non favorisce l'impiego di risorse finanziarie da parte del sistema bancario per investimenti e iniziative che non siano a pieno valore di mercato. Per questo, la creazione di fondi di garanzia ad hoc può costituire una misura rapida ed efficace verso l'utilizzo di risorse comunitarie per iniziative a impatto sociale, favorendo così una naturale ibridazione tra profit e non profit”.
Il presidente di Efc, che rappresenta circa 300 organizzazioni di 40 Paesi, le quali gestiscono complessivamente un patrimonio superiore ai 200 miliardi di euro, ha ricordato, a Bruxelles, che il settore filantropico destina, annualmente, oltre 60 miliardi di euro a interventi con finalità sociali, risultando un pilastro fondamentale della società civile europea.
Per questo, secondo Massimo Lapucci, è opportuno “favorire la libera circolazione delle risorse non profit tra gli Stati, superando alcune barriere, come restrizioni dei finanziamenti stranieri o incoerenti sistemi di tassazione transfrontaliera, che rischiano di mettere a repentaglio il ruolo della filantropia come “collante”sociale e il lavoro di oltre 140.000 mila fondazioni”.
Un'altra sfida al centro dell'impegno dell'Ifc a firma Lapucci è l'utilizzo dei Big Data per il non profit, per misurare l'effetto dell'azione filantropica e massimizzare, così, la creazione di valore.

AUMENTANO LE RICHIESTE DI AIUTO ALLA SCIALUPPA CRT
Luciana Malatesta (La Scialuppa Crt)
In aumento le richieste di aiuto da parte dei soggetti sovraindebitati e, perciò, a rischio di usura. A rilevarlo è La Scialuppa Crt – Fondazione antiusura, che negli ultimi due mesi ha registrato un aumento del 10% delle richieste di intervento inoltrate da persone in gravi difficoltà, a causa dell'eccesso di debiti, che non riescono più a onorare. Così si trovano sotto sfratto, piuttosto che con l'incubo di vedersi tagliata l'erogazione del gas o della luce elettrica, l'auto sotto sequestro, il quinto dello stipendio e altri beni pignorati …
Dall'inizio di aprile al 30 maggio, La Scialuppa Crt – Fondazione antiusura, costituita 20 anni da dalla Fondazione Crt, che continua a sostenerla con convinzione e generosità, ha ricevuto 183 nuove richieste di aiuto, che portano a 417 il totale dal primo giorno di gennaio. Da allora al 30 maggio di quest'anno, il Consiglio di amministrazione della Scialuppa Crt ha deliberato finanziamenti per 1,207 milioni di euro, a garanzia dei nuovi prestiti destinati a soggetti sovraindebitati residenti in Piemonte o in Valle d'Aosta, le due regioni dove opera l'ente torinese di via Nizza, che ha come consigliere delegato Luciana Malatesta.
Dal 1988, la Scialuppa Crt – Fondazione antiusura ha aiutato circa 14.000 persone e famiglie (per la precisione 13.983), ha deliberato 2.145 pratiche di finanziamento per un importo complessivo superiore ai 37,5 milioni di euro.

IL BILANCIO 2017 DELLA FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO DI BIELLA
Franco Ferraris, presidente Fondazione Cr Biella
“Particolarmente soddisfatti di questi risultati, che confermano la validità della strategia della Fondazione”: così si sono dichiarati Franco Ferraris e Mario Ciabattini, rispettivamente presidente e Segretario generale della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella, in occasione della presentazione del bilancio 2017, venticinquesimo anno di attività.
Il commento del vertice dell'ente biellese è giustificato: l'avanzo di gestione (utile netto) è stato di 6,416 milioni (+28% rispetto ai 5 milioni del 2016), il patrimonio netto è salito a 225,064 milioni dai 223,781 del 31 dicembre 2016 e il totale dell'attivo ha sfiorato i 248 milioni, a fronte dei 246,3 milioni precedenti.
I proventi lordi sono aumentati del 12,27 milioni (1,499 milioni sono rappresentati dal dividendo incassato da Biverbanca, della quale la Fondazione Cassa di Risparmio di Biella possiede il 33,44% del capitale, il cui valore di bilancio è di 69.467 milioni, pari al 28% dell'attivo totale e perciò inferiore al limite consentito dal protocollo d'intesa Acri-Mef, che impone di vendere la quota eccedente il 33,3%).
Sono diminuiti, invece, gli oneri di gestione, calati del 20% a 1,570 milioni mentre erano stati pari a 1,962 milioni nell'esercizio 2016 ( fra l'altro, sono scesi da 173.751 a 168.169 euro i costi costituiti dai compensi e dai rimborsi spese degli organi statutari, che sono il Consiglio di indirizzo, il Consiglio di amministrazione e il Collegio sindacale).
In seguito alla destinazione dell'avanzo, i fondi per le attività istituzionali sono ammontati a 18,708 milioni (17,964 milioni al 31 dicembre 2016). In proposito, va rilevato che la Fondazione guidata da Franco Ferraris e Mario Ciabattini nel 2017 ha deliberato stanziamenti per 3,770 milioni, il 10% in più rispetto all'anno prima, come finanziamenti di interventi a favore della comunità locale.
La Fondazione Cassa di Risparmio di Biella, molto attiva anche direttamente, con le sue società strumentali - Città Studi e Palazzo Gromo Losa – possiede anche partecipazioni nella Cdp – Cassa depositi e prestiti (0,08%, valore di 8,725 milioni) nella Cdp Reti (12 milioni), nella Banca d'Italia (7,5 milioni) e nella Banca Sella (250.000 euro).

LA FONDAZIONE CRC SOSTIENE IL PROGETTO CUNEESE BIKE LAND
Giandomenico Genta, presidente Fondazione Crc
La Fondazione Crc di Cuneo ha deciso di sostenere il progetto Bike Land dalle Langhe alle Alpi, che mette insieme i programmi presentati da Ente Turismo Alba, Bra Langhe e Roero e dall'Unione montana Alta Val Tanaro sui temi del ciclo turismo e dell'outdoor. A favore del progetto diventato congiunto, su suo invito, la Fondazione Crc (presidente Giandomenico Genta, direttore generale Andrea Silvestri) ha stanziato 600.000 euro, 200.000 dei quali già deliberati, mentre gli altri 400.000 saranno a valere, in parti uguali, sul 2019 e il 2020.
Il progetto Bike Land dalle Langhe alle Alpi si presenta come un grande circuito ciclo bike immerso nel contesto paesaggistico delle Langhe e del Cebano, dell'asta fluviale del Tanaro, dell'Alta Val Tanaro e delle vallate Monregalesi. Il circuito prevede una duplice offerta: la prima tocca le principali località del distretto del Barolo, la seconda le alte colline delle Langhe, fino a giungere al Mar Ligure. Così l'offerta è diversificata, destagionalizzata e complementare.

Crollati gli investimenti italiani all'estero aumentano quelli esteri nel nostro Paese


Crollo degli investimenti diretti degli italiani all'estero. Nel 2017, sono stati pari a 6,5 miliardi di euro, a fronte dei 13,7 miliardi del 2016 e di importi ancora maggiori negli anni immediatamente precedenti: 14,4 miliardi nel 2015 e 15,3 miliardi sia nel 2014 che nel 2013.
Il fenomeno è documentato nell'ultima relazione della Banca d'Italia, dove viene riportato che, al contrario, sono aumentati gli investimenti diretti esteri in Italia: 17,8 miliardi nel 2017, come l'anno prima, mentre erano stati pari a 12 miliardi nel 2015, a 12,9 miliardi nel 2014 e a 14,6 miliardi nel 2013.
Negli ultimi cinque anni, pertanto, gli investimenti diretti esteri in Italia sono ammontati a 75,1 miliardi, oltre 10 miliardi in più rispetto agli investimenti diretti degli italiani all'estero.
Insomma, mentre gli stranieri aumentano gli acquisti di attività nel nostro Paese, gli italiani riducono i loro investimenti all'estero. Italia produttiva sempre più straniera, resto del mondo sempre meno italiano.

Blue Panorama Airlines punta su Torino: nuova base e un aereo esclusivo per Roma



Alitalia, in retromarcia, lascia spazio; Blue Panorama se lo prende e accelera. Succede all'aerporto “Sandro Pertini” di Torino-Caselle, che, così è destinato a riprendere quota, dopo i cali di questi ultimi mesi, causati proprio dalla riduzione dei voli della ex Compagnia di Bandiera. Cali appena confermati da Assaeroporti, l'associazione dei 38 scali italiani. In aprile, infatti, il “Sandro Pertini” ha fatto registrare 3.816 voli (-1,6% rispetto allo stesso mese dell'anno scorso) e 346.722 passeggeri (1,1%), mentre tutti gli aeroporti insieme, in aprile, hanno contato 128.389 movimenti (+2,9%) e 15.365.963 passeggeri (+5,9%).
Già con il mese prossimo, però, l'aeroporto di Torino-Caselle dovrebbe riprendere quota. Il 2 giugno, infatti, Blue Panorama Airlines inaugurarà intanto il nuovo collegamento diretto Torino-Cagliari, che verrà operato, per tutto il periodo estivo, ogni martedì, giovedì, sabato e domenica, aggiungendosi al consolidato volo per Tirana, negli stessi giorni.
Inoltre, dal primo ottobre, Blue Panoramo Airlines baserà un suo Boeing 737-800 Next Generation da 189 posti proprio al “Sandro Pertini”, che verrà impiegato innanzi tutto per servire la rotta Torino-Roma con 24 voli alla settimana, a partire proprio dall'1 ottobre. Questo aereo impiegherà l'lteriore disponibilità di frequenze verso destinazioni nazionali e internazionali ad alto potenziale di traffico per Torino oltre che, soprattutto in estate, per mete tipicamente leisure attualmente non servite.
Con la nuova base operativa a Caselle, composta da personale di volo, equipaggi e staff tecnico assegnato appositivamente, Blue Panorama Airlines “concretizza la scelta strategica e industriale del vettore di fare di Torino un importante asse del proprio sviluppo, prefigurando un'ulteriore crescita negli anni a venire” si legge nel comunicato della Sagat, la società che gestisce il “Sandro Pertini”.
Molta soddisfazione per questa iniziativa è stata manifestata sia dall'amministratore delegato della Sagat, Roberto Barbieri, sia da Giancarlo Zeni, amministratore delegato di Blue Panorama Airles, compagnia che appartiene al gruppo Uvet, leader italiano nella fornitura di servizi e soluzioni innovative per viaggi d'affari, mobility, turismo, incoming ed eventi corporate. Formato da una pluralità di società il gruppo Uvet ha oltre 1.500 dipendenti e nel 2017 ha fatturato 2,6 miliardi.
Sede a Milano, dove è nato oltre 60 anni fa, il gruppo Uvet è presieduto da Luca Patanè, figlio del fondatore e, fra l'altro, presidente di Confturismo-Confcommercio.
Uvet ha rilevato il 100% di Blue Panorama Airlines, nel dicembre scorso, dall'amministrazione straordinaria.


IN APRILE IMPENNATA DEL CRISTOFORO COLOMBO
INVECE CUNEO-LEVALDIGI PERDE ANCORA QUOTA 

A proposito di aeroporti del Nord Ovest, aprile ha mostrato un nuovo miglioramento del “Cristoforo Colombo” di Genova e, invece, un nuovo calo dello scalo di Cuneo-Levaldigi. L'aeroporto di Genova ha registrato 1.612 voli (+10,3% rispetto ad aprile 2017) e 118.901 passeggeri (+15,7%); mentre i movimenti a Cuneo-Levaldigi sono stati 357 (-2,7%) e i passeggeri 8.519 (-20%).
Nell'intero 2017, l'aeroporto di Genova ha avuto 1.249.374 passeggeri, lo 0,7% dei 175.413.402 registrati da tutti gli aeroporti italiani. Il dato 2017 era ancora inferiore dell'1,6% a quello del 2016 e, comunque, tale da porre il Cristoforo Colombo al posto numero 23 nella graduatoria nazionale 2017, dietro anche a quelli di Trapani, Alghero, Brindisi e Lamezia Terme.
L'Aeroporto di Genova ha come azionista di maggioranza assoluta l'Autorità portuale del Mar Ligure Occidentale con il 60% del capitale, mentre la Camera di commercio di Genova ne possiede il 25% e la Aeroporti di Roma il 15% restante. Presidente della società, dal luglio scorso, è Paolo Odone, classe 1942, da parecchi anni al vertice pure della locale Camera di commercio.
L'aeroporto di Torino-Caselle, nell'intero 2017 ha avuto 4.176.556 passeggeri, nuovo record storico, grazie all'incremento del 5,8% rispetto al 2016. Nella graduatoria 2017 basata sui clienti degli scali del Paese, il “Sandro Pertini” è stato preceduto anche dagli aeroporti di Bari (4.686.016 passeggeri), Pisa (5.233.831) e Palermo (5.775.274).
Il “Sandro Pertini” è gestito, dal 1956, dalla Sagat, società che ne ha la concessione almeno fino al 2035 e che da cinque anni esatti ha come azionista di maggioranza assoluta, con il 75,28% del capitale, 2i Aeroporti (gruppo Cdp-Cassa Depositi e Prestiti). Il 10% fa capo alla Fct Holding, finanziaria del Comune di Torino, il 6,76% a Tecno Holding (Camere di commercio) e il 5% alla Città Metropolitana. Presidente è Giuseppe Donato.

Fondi aperti: Intesa Sanpaolo con Eurizon al primo posto per raccolta di fondi aperti

Tommaso Corcos, responsabile Eurizon 
Raccolta boom, in aprile, per i fondi comuni aperti e le gestioni di portafoglio del gruppo Intesa Sanpaolo, che così ha guadagnato il primo posto nella graduatoria italiana nel mese. Il gruppo Intesa Sanpaolo, attivo nel settore con Eurizon e Fideuram, ha fatto registrare una raccolta netta di 1,225 miliardi di euro, non soltanto superiore a qualsiasi altri gestore ma addirittura pari al 41,6% dei 2,946 miliardi raccolti in aprile da tutti gli operatori. In particolare, la raccolta netta di Eurizon è stata di 1,442 miliardi, mentre per Fideuram il totale dei deflussi è risultato superiore di 216,8 milioni alle nuove sottoscrizioni di fondi e di apporti ai portafogli in gestione.
Nel mese scorso, dunque, il gruppo Intesa Sanpaolo ha incrementato i tesori in gestione per conto della clientela più di Jp Morgan Asset Management (raccolta netta di 1,002 miliardi), Axa Am (947,3 milioni), Amundi Group (868 milioni), Anima Holding (346), M&G Investments (314,3), Morgan Stanley (271,7), gruppo Ubi Banca (252,8), Ubs Asset Management (245,3) e Kairos Partners (157,4), che chiude la top ten.
Per quanto riguarda gli altri gestori piemontesi di fondi comuni aperti e di portafogli, la rilevazione di Assogestioni, l'associazione nazionale delle società di gestione del risparmio gestito, mostra che in aprile hanno tutti avuto una raccolta netta negativa, esattamente pari a 79 milioni il gruppo Bim-Banca Intermobiliare, 68,3 milioni Ersel, 9,2 milioni il gruppo Banca Sella e 0,2 milioni la Alpi.
Dall'inizio di gennaio alla fine di marzo, Intesa Sanpaolo ha avuto una raccolta netta di 3,720 miliardi, a fronte dei 3,960 miliardi Amundi Group, il colosso mondiale di asset management che fa capo al francese Crédit Agricole.
A far registrare una raccolta netta superiore al miliardo di euro nel primo trimestre 2018 sono stati soltanto cinque gruppi e tra questi si trova Ubi Banca, la cui quota di maggioranza relativa appartiene alla Fondazione Crc di Cuneo, presieduta da Giandomenico Genta e diretta da Andrea Silvestri. La raccolta netta del gruppo Ubi Banca nei primi tre mesi è stata di 1,194 miliardi, inferiore soltanto a quelle di M&G Investments (3,142 miliardi) e del gruppo Bnp Paribas (2,178 miliardi), oltre che, naturalmente, di Amundi Group e del gruppo Intesa Sanpaolo.
Positiva, nel primo trimestre, è stata la raccolta netta anche di Ersel, la cui somma di fondi aperti e di gestioni di portafoglio è aumentata di 71,5 milioni e della sgr Alpi (13,7 milioni). In particolare, Ersel (famiglia Giubergia-Argentero), è risultata ventiduesima nella graduatoria dei gestori di risparmio investito in fondi comuni aperti e in gestioni di portafoglio.
Invece, i gruppi Bim e Banca Sella sono i gestori piemontesi di risparmio piemontesi che, dall'inizio di gennaio alla fine di marzo, hanno subito una perdita di fondi investiti dalla loro clientela. Lo si rileva dall'ultimo rapporto di Assogestioni, l'associazione italiana delle società di gestione del risparmio (Sgr), bancarie, assicurative e indipendenti.
Secondo Assogestioni, infatti, nel primo trimestre, la raccolta netta del gruppo Bim-Banca Intermobiliare, il cui controllo è stato rilevato dall'irlandese Trinity (Attestor) è stata negativa per 443,5 milioni, come è stata negativa, ma per 62,7 milioni, quella del gruppo Banca Sella.
Alla fine di aprile 2018, comunque, il patrimonio gestito in fondi aperti e portafogli dal gruppo Banca Sella, risulta di 7,7 miliardi e tale da garantire il mantenimento del terzo posto nella graduatoria delle sgr che fanno capo a soggetti con riferimento al Piemonte.
Il gruppo biellese, che ha al suo vertice Maurizio Sella, infatti, precede l'Ersel, pilotato da Guido Giubergia (patrimonio gestito per 6,307 miliardi al 30 aprile) e la Alpi (156 milioni), biellese presieduta da Carlo Vedani e guidata da Angelo Rusconi, ma posseduta interamente dalla Fiduciaria Orefici sim di Milano. Il patrimonio gestito dal gruppo Ubi Banca è ammontato a 60,482 miliardi, che valgono il secondo posto piemontese.
Leader piemontese dell'industria del risparmio gestito è, naturalmente, il gruppo Intesa Sanpaolo, con un patrimonio gestito di 402,247 miliardi, inferiore, in Italia, esclusivamente a quello del gruppo Generali, presieduto dal subalpino Gabriele Galateri di Genola (479,697 miliardi). Per patrimonio gestito al 31 marzo, il gruppo Intesa Sanpaolo, capitanato da Carlo Messina, precede di molto anche Amundi (207,424 miliardi).
A livello italiano, Assogestioni ha rilevato che, alla fine del primo quadrimestre 2018, il patrimonio gestito in fondi e gestioni di portafoglio da parte di tutte le sgr associate è ammontato a 2.037.852 miliardi.

Multati dai vigili urbani per 500 milioni ma nel Nord Ovest paga meno della metà


Poco meno di 300 milioni di euro. E' il valore delle multe per violazione del codice della strada, inflitte dai vigili urbani dei Comuni del Nord Ovest, nel 2016. Inferiore alla metà, però, è risultata la somma realmente riscossa nell'anno. Infatti, la quota di riscossione è stata pari al 41,9% dell'importo delle multe in Piemonte, ancora più bassa del 45,5% della Liguria e del 48,2% della Valle d'Aosta, la meno morosa delle regioni del Nord Ovest.
Per percentuale di riscossione, comunque, la Valle d'Aosta è a metà classifica, precisamente al nono posto, mentre la Liguria è all'undicesimo e il Piemonte al quindicesimo. Peggio sono soltanto Sardegna, Puglia, Lazio, Campania e Sicilia, fanalino di coda con il 18,4%.
In compenso, delle tre regioni del Nord Ovest è il Piemonte ad avere evidenziato, nel 2016, la più elevata incidenza delle entrate da multe stradali sulle entrate correnti: 5,1%, a fronte del 4% della Liguria e dell'1,4% della Valle d'Aosta. In quest'ultima, nel 2016, i vigili urbani hanno fatto multe per violazione del codice della strada per 3,5 milioni, in Liguria per 80 milioni e in Piemonte per 213,3 milioni.
Dieci anni prima, i vigili urbani avevano fatto multe stradali per 109,8 milioni in Piemonte (riscosse per il 60,8% nello stesso anno), per 52,4 milioni in Liguria (riscossione dell'87,8%) e per 1,6 milioni in Valle d'Aosta (55,3%).
A fornire questi dati è stata la Cgia di Mestre, associazione locale degli artigiani e delle piccole imprese, aggiungendo che le persone ferite a seguito di incidenti stradali nel 2016 sono state 15.762 in Piemonte (-28% rispetto al 2006), 10.375 in Liguria (-21%) e 386 in Valle d'Aosta (-31%). Le vittime della strada sono risultate 247 in Piemonte (-39% rispetto al 2006), 58 in Liguria (-51%) e 3 in Valle d'Aosta (-50%).
A livello nazionale, l'importo delle multe per violazione del codice della strada di competenza delle amministrazioni comunali nel 2016 è stato di 2,499 miliardi (1,382 miliardi nel 2006), somma pari al 4,1% delle entrate correnti dei municipi italiani (2,8% dieci anni prima), ma riscossa solo per il 38,8% l'anno scorso (59,7% nel 2006).

Banca d'Alba: tutti positivi i risultati 2017 tranne l'utile netto calato a 10,224 milioni


Tino Cornaglia (al centro), presidente di Banca d'Alba
 Tranne uno, sono tutti positivi i risultati conseguiti dalla Banca d'Alba nel 2017. Dal confronto con il 2016, il segno più incomincia a emergere con il numero dei soci, diventati 54.226, mentre erano 50.360 l'anno precedente. L'incremento è del 5%, pari a 3.866 soci. Sono aumentati anche gli sportelli, da 70 a 72 e i dipendenti, risultati 469, 12 in più rispetto al 31 dicembre 2016.
Quanto ai dati finanziari, il bilancio, approvato da un'assemblea che ha fatto registrare la presenza record di 15.472 soci, evidenzia che la massa fiduciaria, cioè le attività gestite per conto della clientela hanno superato i 6 miliardi di euro, ammontando, per la precisione, a 6,097 miliardi, il 6,9% in più rispetto alla fine dell'esercizio precedente, In particolare, la raccolta diretta è salita del 6,4% a 3,841 miliardi e a 2,094 miliardi l'indiretta (+7,7%).
I prestiti alla clientela hanno raggiunto il valore complessivo di 2,868 miliardi (+5,15%), mentre è diminuito al 3,4% il rapporto delle sofferenze nette sugli impieghi economici. Sono scesi anche i costi operativi a 61,550 milioni (-10,8%) e le spese amministrative a 68,820 milioni (-6,4%).
A crescere è stato anche il patrimonio netto, diventato di 331,108 milioni (+4,7%), con conseguente beneficio sul Cet1 (indice di solidità), passato dal 13,5% al 14,4%.
L'unico dato non positivo, rispetto al bilancio 2016, è quello dell'utile netto, calato da 13.041 milioni a 10,224 milioni. La flessione del 21,6% è conseguente anche agli oneri derivanti dall'incorporazione della Bcc di Rivarolo Canavese-Riva Banca, avvenuta nell'anno passato. Naturalmente, ne è derivato un calo della redditività: il roe, che misura il ritorno economico dei mezzi propri, è sceso di un punto, al 3,1% dal 4,1% del 2016.
La Banca d'Alba, le cui origini risalgono al 1895, è presieduta da Tino Ernesto Cornaglia, che ha come vice Pierpaolo Strà, il quale ricopre anche l'incarico di presidente del comitato esecutivo. Direttore generale del grande istituto albese di credito cooperativo è Riccardo Corino, vice Mario Musso.

Quelle Pastiglie Leone al "Martini Rosso" che evocano le origini della famiglia Rossi


Singolare partnership produttiva tra due marchi storici torinesi. Pastiglie Leone (dal 1857) e Martini&Rossi (gruppo Bacardi) hanno dato vita alle “Pastiglie Leone al Martini Rosso”, caramelline con il gusto dell'iconico aperitivo conosciuto in tutto il mondo, frutto di una miscela segreta di erbe. Le nuove Pastiglie Leone al Martini Rosso “hanno un'equilibrata nota amaricante – spiega una nota congiunta delle due imprese – che ricorda gli antichi gusti digestivi e stimola piacevolmente i sensi senza contenere alcol”.
La nota aggiunge che si tratta di una “sinergia tutta piemontese, quella tra Pastiglie Leone e Martini, due aziende uniche e con una storia appassionante che, dalla loro nascita fino ai giorni nostri, si sono distinte per la loro innata capacità di portare avanti la tradizione e la qualità dei propri territori. I loro prodotti sono in grado di evocare ricordi del passato, ma anche di stare al passo con i tempi e le esigenze dei nuovi consumatori”.
A proposito di storia appassionante, qui sotto si può leggere quella della Martini&Rossi descritta da Gustavo Mola di Nomaglio.
Di Gustavo Mola di Nomaglio
Luigi Rossi nacque a Val della Torre (piccolo comune del Torinese), il 19 giugno 1828, da un’antica famiglia che, pur essendo al tempo della sua nascita in condizioni economiche modeste, poteva essere considerata tra quelle che avevano contato nelle vicende locali. Il teologo Pietro Prato, autore di una storia di Val della Torre, pubblicata nel 1913, ricorda, “nella lunga trafila degli antenati” Michele e Martino Rosso, il primo sindaco nel 1565 e il secondo, quasi ininterrottamente, dal 1577 al 1600.
Poco più che ventenne, Luigi lasciò Val della Torre, in cerca di fortuna. Dopo alcuni anni di gavetta. lo troviamo nel Chierese, a Pessione, alle dipendenze della Ditta Martini e Sola, produttrice di Vermouth, si vuole dapprima in qualità di “brindor” (brentatore), ma presto, con tappe serrate, quale direttore tecnico, socio, unico proprietario.
Nel 1863, dopo l’uscita di Sola, l’azienda prese il nome di Martini e Rossi, che mantenne anche più tardi, quando Luigi liquidò Alessandro Martini e suo genero Felice Govean (coi quali i Rossi restarono comproprietari di immobili nelle centrali vie torinesi Bogino, Carlo Alberto, Doria e Mazzini).
Luigi possedeva un’intelligenza fuori dal comune. Quasi esclusivamente da autodidatta, divenne esperto di contabilità e imparò a parlare e scrivere correttamente in francese, inglese, tedesco e spagnolo. La padronanza delle lingue straniere fu una delle chiavi che gli consentì di muovere i primi passi dell’espansione nei mercati mondiali, estesa poi straordinariamente dal figlio Teofilo.
Luigi sposò Marianna Barberis, dalla quale ebbe sei figli, quattro maschi (ciascuno originò nuove linee della famiglia) e due femmine. Morì a Torino il 12 maggio 1892 e fu sepolto in Valdellatorre, nel grandioso sepolcreto dei Rossi, presso la parrocchiale di S. Donato. Ai discendenti lasciò, scrive ancora il teologo Prato, “insieme ad una invidiabile posizione sociale, una nobilissima tradizione di rettitudine e di laboriosità”.
Con la seconda generazione “da imprenditori”, i Rossi entrarono a far parte dei vertici della classe dirigente subalpina, certo grazie all’enorme ricchezza accumulata con sempre più ambiziose e articolate imprese industriali e commerciali, ma ancor più in virtù d’altri fattori, tra i quali possono essere menzionati l’impegno politico e intellettuale, le alleanze matrimoniali che, in breve tempo, portò la famiglia a imparentarsi con esponenti di spicco del mondo industriale torinese (Leumann, Bosso) e con molte famiglie della nobiltà piemontese e italiana (Galateri di Genola, Morra di Lavriano, Spinola, Litta Modignani, d’Harcourt di Fiano, Guidobono Cavalchini Roero San Severino…).
La concessione di un titolo nobiliare sembrò, così, la logica conseguenza di uno modo di vivere. Tre dei figli di Luigi, furono parlamentari. Cesare, ingegnere, consigliere provinciale, sindaco di Chieri e deputato per quattro legislature, entrò nel Gabinetto Boselli come sottosegretario alle Poste e Telegrafi, conservando la delega nel Gabinetto Orlando, sino al gennaio 1919. Nel governo Giolitti fu sottosegretario alla Pubblica Istruzione.
Enrico, avvocato, fu deputato nelle legislature XX-XXII, nelle file dei “ministeriali”. Tra tutti gli esponenti della famiglia nei secoli XIX e XX, si distinse in modo particolare il primogenito di Luigi, Teofilo, nato a Chieri nel 1865.
Dotato di una prodigiosa memoria, Teofilo Rossi, si fece notare, già all’età di 17 anni, aggiudicandosi la medaglia d’oro per la letteratura italiana nel concorso tra tutti i “licenziati d’onore” dei Licei d’Italia. In seguito, conciliò –con eccezionale capacità di lavoro- gli interessi che una personalità poliedrica suscitava in lui. Insieme coi fratelli, fu industriale di successo (ebbe la nomina a cavaliere del lavoro nel 1907, nello stesso giorno di Giovanni Agnelli); ma merita di essere ricordato quale cultore delle lettere greche e latine, poliglotta, studioso di Dante raffinato e costitutore di una grande biblioteca dantesca, di cui lasciò erede la Biblioteca Civica torinese. Storico e promotore di studi storici, fu autore di vari saggi e scrisse, in collaborazione con Gabotto, una pregevole seppur incompiuta storia di Torino.
A lungo presidente della Camera di Commercio, Teofilo fu deputato per quattro legislature (poi senatore). Nel Gabinetto Giolitti, fu sottosegretario ai Lavori pubblici e nei successivi governi Facta e Mussolini, ministro dell’Agricoltura, Industria e Lavoro. Quale sindaco di Torino ebbe parte fondamentale nel successo dell’Esposizione Internazionale che portò nel 1911 milioni di visitatori nella città da tutto il mondo.
n quello stesso anno fu creato conte, titolo poi esteso ai fratelli, con successiva concessione del predicato di Montelera, che tuttora distingue i discendenti della famiglia.

PIEMONTESI ALLA RIBALTA


GUGLIELMO GIORDANENGO "AVVOCATO DELL'ANNO"
Guglielmo Giordanengo
“Avvocato dell'Anno – Boutique d'eccellenza – Diritto penale”. E' il riconoscimento appena ricevuto, a Milano, da Guglielmo Giordanengo, titolare dell'omonimo studio torinese. Ad attribuirgli il premio internazionale “Le Fonti 2018” è stato “Top Legal”. Figlio d'arte, 44 anni, Guglielmo Giordanengo, laureatosi nel 1998 con lode e menzione, dopo la pratica presso l'illustre penalista Cesare Zaccone, ha superato l'esame di abilitazione nel distretto della Corte d'Appello di Torino come primo classificato.
Specializzato in Diritto penale societario e fallimentare, igiene e sicurezza del lavoro, reati tributari e finanzieri, Guglielmo Giordanengo può vantare numerosi successi professionali, oltre che pubblicazioni su riviste specializzate, docenze, collaborazioni con vari organismi italiani e internazionali. Fra l'altro, è presidente dell'organismo di vigilanza della Juventus, di Cnh Industrial e di Abbott Medical Italia. E' anche professore a contratto di Diritto penale progredito all'Università del Piemonte Orientale.
Lo studio Giordanengo è formato anche dagli avvocati Roberto Calleri di Sala, Maurizio Anglesio, Simona Carosso, Matteo Mario Letorio e Stefano Valentini, associati con i quali Guglielmo Giordanengo ha voluto subito condividere il premio.


LICIA MATTIOLI CONSOLE DEL PRINCIPATO DI MONACO
Licia Mattioli
Nuovo incarico di prestigio a Licia Mattioli, amministratore delegato dell'omonima impresa di gioielli fondata con il padre Luciano e, fra l'altro, vice presidente sia di Confindustria sia della Compagnia di San Paolo. Licia Mattioli è il nuovo console onorario del Principato di Monaco a Torino. A investirla è stato Robert Fillon, ambasciatore del Principato di Monaco in Italia, che, nella presentazione ha sottolineato l'importanza della riapertura del Consolato dopo quasi tre anni di vuoto e la soddisfazione per la nomina di Licia Mattioli.
Cavaliere del lavoro da un anno, iscritta all'albo degli avvocati, consigliere di amministrazione delle quotate Pininfarina e Sias, sposata, una figlia e un figlio, Licia Mattioli guida con il padre l'azienda di famiglia, in forte crescita e sempre più attiva anche all'estero.


RINALDO OCLEPPO UNISCE BUFFETTI E PIGNA
Rinaldo Ocleppo
E' sempre schiacciato sull'acceleratore della crescita il piede del piemontese Rinaldo Ocleppo, presidente del gruppo Buffetti e della Dylog, software house torinese fondata nel 1980. La dimostrazione più recente arriva dalla notizia che Buffetti ha rilevato il 40% delle Cartiere Pigna, storico marchio finito in crisi e ora alla prova del rilancio. In seguito all'acquisizione, Buffetti diventa il maggiore azionista delle Cartiere Pigna con il 40% del capitale, mentre il fondo Idea Corporate Credit Recovery (gruppo De Agostini) mantiene il 31% e Giorgio Iannone il 29%. Rinaldo Ocleppo è pienamente convinto delle sinergie possibili tra le Cartiere Pigna e Buffetti, i cui negozi in franchising diventeranno 830 entro la fine dell'anno. Nato nel 1955 a Canale (Cuneo), Rinaldo Ocleppo è un imprenditore molto attivo e impegnato in diversi campi, compreso quello finanziario.


BATTAGLINO PROMUOVE BARRICALLA
Alessandro Battaglino
Alessandro Battaglino, manager torinese molto impegnato anche nel sociale, ha ragione di essere orgoglioso dei risultati 2017 della Barricalla, società che presiede, ma anche delle attività, degli investimenti in corso e dei riconoscimenti. Barricalla gestisce la principale discarica italiana di rifiuti speciali, pericolosi e non pericolosi; arriva in gran forma al compleanno del trentesimo anniversario del suo impianto, costruito nel 1988 a Collegno, alle porte del capoluogo piemontese. Capitale per il 70% privato, diviso equamente tra Sereco Piemonte e Ambienthesis, e per il 30% pubblico (Finpiemonte Partecipazioni, che fa capo alla Regione), Barricalla ha chiuso il bilancio 2017 con un utile netto di 2,4 milioni e, fra l'altro, ha confermato il suo ruolo di impresa sociale, portando a 9,5 i milioni di euro erogati sotto forma di tributi e contributi.
Dal momento della sua entrata in attività, Barricalla, che occupa una superficie di 150.000 metri quadrati con un volume complessivo di 1,318 milioni di metri cubi, non ha mai generato alcuna emergenza, diventando anzi un punto di riferimento ambientale.

Il "Deloitte 2018" a due imprese imperiesi 14 piemontesi in finale all'Intesa Sanpaolo

Gianfranco Carli, numero 1 della Fratelli Carli
Sono della provincia di Imperia due delle 31 imprese vincitrici del “Best Managed Companies” Italia, prima edizione italiana dell'omonimo premio internazionale di Deloitte, assegnato, da una giuria indipendente di esperti, alle aziende che si sono distinte per capacità organizzativa, competenze, impegno verso le persone e performance.
Le due vincitrici imperiesi sono la storica industria olearia Fratelli Carli e Unogas Energia. Quest'ultima ha sede a Taggia, nell'estremo Ponente ligure; opera nel settore della distribuzione di gas naturale e di elettricità. Nata nel 2003, capitale interamente privato, è già uno dei principali attori nel suo campo di attività.
Nel 2017, Unogas Energia ha fatturato 623 milioni (+5% rispetto all'anno precedente), conseguendo un margine operativo lordo di 44,5 milioni (49%) e un utile netto di 22,6 milioni (+103,2%). Al 31 dicembre scorso, il suo patrimonio netto è ammontato a 111,2 milioni (+7%), mentre l'indebitamento netto è diminuito del 35% a 31,9 milioni. Amministratore delegato e azionista di riferimento è Fabio De Martini, presidente e azionista Walter Lagorio.
Tra le 31 vincitrici del “Best Managed Companies”, che Deloitte assegna da oltre vent'anni in diverse parti del mondo e che in Italia è stato sostenuto anche dall'Università Cattolica, da Elite (Borsa) e da Confindustria, una terza ligure è la Sanlorenzo del torinese Massimo Perotti, azionista di maggioranza e gran timoniere del gruppo cantieristico spezzino leader mondiale nel comparto degli yacht di gran lusso.


Gabriella Fantolino con Allegra Agnelli
Sono 14 le imprese piemontesi finaliste del premio “Women Value Company 2018 – Intesa Sanpaolo”, istituito dalla banca guidata da Gian Maria Gros-Pietro e Carlo Messina, rispettivamente presidente e amministratore delegato, con la Fondazione Marisa Bellisario e rivolto alle Pmi che si distinguono nella valorizzazione del lavoro femminile e nella gestione della “gender diversity”, in virtù dell'attuazione di politiche e strategie finalizzate a garantire pari opportunità e riconoscimenti di carriera.
Ecco le 14 finaliste piemontesi (in tutt'Italia sono 110): Lanificio Subalpino (Ceretto Castello, Biella), Sweetbio (Castellamonte, Torino), Witt Italia (Poirino, Torino), Astidental di Sabbione (Asti), Astro (Baldichieri, Asti), Fantolino (Cafasse, Torino), Passami il sale (Venaria Reale, Torino), Reynaldi (Pianezza, Torino), Etafelt (San Mauro Torinese), Frediani (Torino), Delfin (Settimo Torinese), Equilibra (Torino), Enanimation (Torino), Dolceria Alba (Moncalieri).
Le due imprese vincitrici saranno proclamate il 15 giugno, durante la trentesima edizione del Premio Marisa Bellisario “Donne ad alta quota”.

Borsa: Diasorin vale oltre 4,7 miliardi Italia Independent ribassata più di tutte

Gustavo Denegri, presidente Diasorin 
Diasorin super, Italia Independent in caduta libera. Sono due delle notizie della seduta di Borsa di oggi, 25 maggio, caratterizzata da molti ribassi, conseguenti alla situazione politica italiana e internazionale (l'indice Ftse Mib, che rappresenta le 40 principali società quotate a Piazza Affari è sceso sotto i 22.400 punti, perdendo l'1,54% rispetto a ieri).
L'ultimo prezzo della Diasorin, società piemontese di Saluggia, controllata e presieduta dal torinese Gustavo Denegri, è stato di 84,15 euro, il più alto da sempre. Rispetto a ieri, l'incremento è risultato del 2,56%. Esattamente 12 mesi fa, il titolo Diasorin valeva 68,95 euro e 41,81 il 25 maggio 2015, quando valeva, appunto,meno della metà.
Chi allora pensava che l'azione Diasorin fosse troppo cara e, perciò, non ha comprato, certamente si mangia le mani, come chi ha fatto la stessa considerazione ancora poco tempo fa.
Comunque, con il nuovo record, il valore di Diasorin riconosciuto da Piazza Affari (capitalizzazione) ha superato i 4,7 miliardi.
Al contrario, oggi, l'azione di Italia Independent, che fa capo a Lapo Elkann, il quale ha assicurato il buon esito dell'aumento di capitale già deliberato, impegnandosi a sottoscrivere l'eventuale inoptato, è stata quella che ha fatto segnare il maggior ribasso della Borsa di Milano. Il prezzo di Italia Independent è sceso del 7,57% a 3,91 euro, non molto lontano dal suo record negativo.

Fondazione Crt finanzia con 1,6 milioni tirocinio estero di 400 giovani talenti

Sono 400 e provengono da 59 scuole del Piemonte e della Valle d'Aosta gli alunni degli istituti tecnici, professionali e dei licei che, subito dopo la maturità, partiranno per un tirocinio di lavoro di tre mesi all'estero, finanziato dalla Fondazione Crt con il progetto “Talenti Neodiplomati”. Saranno ospitati di in 112 città di 27 Paesi europei. Nuove destinazioni dell'edizione di quest'anno sono Bruxelles, Losanna, Lisbona e Utrecht.
Con i nuovi tirocinanti, diventano 3.700 i giovani partecipanti al progetto “Talenti Neodiplomati” della Fondazione torinese presieduta da Giovanni Quaglia e con Massimo Lapucci Segretario generale. E supera i 16 milioni di euro l'impegno della Fondazione Crt per il finanziamento di questa iniziativa (1,6 milioni per l'edizione 2018).
Da un'indagine della Fondazione Crt sui beneficiari del progetto Talenti Neodiplomati 2016, il 91% ha risposto che il tirocinio ha migliorato le capacità di interagire con gli altri; l'88% ha dichiarato che ha affrontato situazioni con cui altrimenti difficilmente si sarebbe confrontato. L'80% ha imparato a gestire aspetti di vita quotidiana, il 94 ha trovato l'esperienza utile per orientarsi in un Paese nuovo e il 92% ha potuto così aumentare l'interesse nei confronti dei Paesi stranieri. Infine, per l'80% l'esperienza è stata d'aiuto per abbattere pregiudizi e stereotipi nei confronti di stranieri.
Il presidente Giovanni Quaglia ha commentato: “L'autonomia, la capacità di adattarsi, il confronto con la diversità fanno parte di un carico di esperienze utili per abbattere muri e stereotipi e per diventare cittadini europei più consapevoli”.

Auto: le sfide tra le marche "premium" nelle province di Torino e di Genova

Culla e roccaforte dell'industria automobilistica italiana, la provincia di Torino resiste agli attacchi e alle tentazioni dei tre Costruttori tedeschi alto di gamma, o premium o di fascia alta che dir si voglia. Dall'inizio di gennaio alla fine del mese scorso, a Torino e nel resto della provincia, il trio formato da Audi, Bmw e Mercedes ha venduto complessivamente 2.018 vetture, pari al 3,78% del mercato locale; mentre la quota nazionale delle tre Case tedesche, insieme, è stata del 9,31%.
“Questa differenza – ha scritto il Corriere Torino, edizione locale del Corriere della Sera guidata da Umberto La Rocca - indica certamente che il mercato automobilistico torinese è ancora notevolmente condizionato dal gruppo “domestico”, cioè da Fca-Fiat Chrysler Automobiles, che comprende le marche Alfa Romeo, Lancia, Maserati e Chrysler, oltre a Fiat, naturalmente. Infatti, la quota locale di Fca è superiore al 70% (72% nel mese scorso), a fronte del 27,5% nazionale”.
Però, il forte divario che il trio tedesco presenta tra la quota di immatricolazioni in provincia di Torino e quella relativa a tutta l'Italia, indica, forse, anche una minore propensione dei torinesi a comprare vetture premium. In altre parole, forse, quello torinese è un mercato meno ricco.
Comunque, tra le tre Case tedesche più ambite è Audi ad avere avuto più acquirenti di sue vetture nella provincia di Torino, nel primo quadrimestre di quest'anno: ne ha contati 775, a fronte dei 666 della Bmw e i 577 della Mercedes. Audi ha fatto registrare 265 nuove immatricolazioni in gennaio (171 Bmw e 85 Mercedes), 174 in febbraio (180 Bmw e 140 Mercedes), 198 in marzo (Bmw 172 e Mercedes 244) e 138 in aprile (143 Bmw e 108 Mercedes).
Dunque, la Casa con la stella a tre punte ha avuto la meglio sulle sue due concorrenti nazionali soltanto in marzo, mentre Bmw è risultata al primo posto in febbraio e in aprile. Anche in tutto il resto dell'Italia la sfida tra tedesche ha visto vincere Audi nei primi quattro mesi (24.699 nuove immatricolazioni e quota del 3,31%), mentre Mercedes è finita seconda con 22.854 (3,06%) e Bmw terza con 21.920 (2,94%).
Nella provincia di Genova, negli ultimi tre mesi, Mercedes ha venduto 176 sue vetture nuove, a fronte delle 139 dell'Audi e le 111 di Bmw.
In un altro girone del lusso, con gamme paragonabili, sono in gara Maserati e Porsche; però, la prima è ancora in avvio, almeno come nuovo corso targato Sergio Marchionne; l'altra, invece, è già consolidata a livello anche mondiale. Scontato, perciò, l'esito anche in provincia di Torino: nel primo quadrimestre, Porsche ha venduto 66 suoi “gioielli”, Maserati 30. Quanto alla provincia di Genova, l'ultimo trimestre è finito in parità: 9 le nuove immatricolazioni della Maserati e altrettante quelle della Casa di Stoccarda.
In tutta l'Italia, dall'inizio di gennaio alla fine di aprile, Porsche ha fatto registrare 1.809 nuove immatricolazioni (-4,44% rispetto al corrispondente periodo dell'anno scorso) e Maserati 1.016 (-0,14%). La marca con il Tridente, perciò, ha avuto la quota dello 0,14% dell'intero mercato nazionale a fronte dello 0,24% della Porsche.
Maserati Quattroporte Gran Sport


Fondi aperti e gestioni, a Intesa Sanpaolo il posto d'onore per raccolta e patrimonio

Carlo Messina, numero 1 gruppo Intesa Sanpaolo
I 3,720 miliardi del primo trimestre di quest'anno non sono bastati al gruppo Intesa Sanpaolo per finire in testa alla classifica dei gestori di fondi comuni aperti e di portafogli che hanno avuto la maggiore raccolta netta di risparmio in Italia. Infatti, davanti al gruppo Intesa Sanpaolo, che pure si è assicurato il 28,44% dei 13,079 miliardi raccolti dal primo giorno di gennaio all'ultimo di marzo nel nostro Paese, si è piazzato Amundi Group, il colosso mondiale di asset management che fa capo al francese Crédit Agricole. I fondi aperti e le gestioni di portafoglio di Amundi Group si sono arricchiti di altri 3,960 miliardi, cifra che vale, appunto, il primato italiano del periodo.
A far registrare una raccolta netta superiore al miliardo di euro nel primo trimestre sono stati soltanto cinque gruppi e tra questi si trova Ubi Banca, la cui quota di maggioranza relativa appartiene alla Fondazione Crc di Cuneo, presieduta da Giandomenico Genta e diretta da Andrea Silvestri. La raccolta netta del gruppo Ubi Banca è stata di 1,194 miliardi, inferiore soltanto a quelle di M&G Investments (3,142 miliardi) e del gruppo Bnp Paribas (2,178 miliardi), oltre che, naturalmente, di Amundi Group e del gruppo Intesa Sanpaolo, il quale opera nel settore con Eurizon e Fideuram.
Il gruppo Ubi Banca, perciò, nella graduatoria ha preceduto anche JP Morgan Asset management (970,8 milioni), Crédit Suisse (685,6 milioni), Poste Italiane (636,9 milioni), Anima Holding (628,1 milioni) e Morgan Stanley, che chiude la top ten con 626,6 milioni.
Positiva, nel primo trimestre, è stata la raccolta netta anche di Ersel, la cui somma di fondi aperti e di gestioni di portafoglio è aumentata di 71,5 milioni e della sgr Alpi (13,7 milioni). In particolare, Ersel (famiglia Giubergia-Argentero), è risultata ventiduesima nella graduatoria dei gestori di risparmio investito in fondi comuni aperti e in gestioni di portafoglio.
Invece, i gruppi Bim e Banca Sella sono i gestori piemontesi di risparmio piemontesi che, dall'inizio di gennaio alla fine di marzo, hanno subito una perdita di fondi investiti dalla loro clientela. Lo si rileva dall'ultimo rapporto di Assogestioni, l'associazione italiana delle società di gestione del risparmio (Sgr), bancarie, assicurative e indipendenti.
Secondo Assogestioni, infatti, nel primo trimestre, la raccolta netta del gruppo Bim-Banca Intermobiliare, il cui controllo è stato rilevato dall'irlandese Trinity (Attestor) è stata negativa per 443,5 milioni, come è stata negativa, ma per 62,7 milioni, quella del gruppo Banca Sella. Il patrimonio gestito in fondi dal gruppo Banca Sella, comunque, è rimasto superiore ai 7,6 miliardi e tale da garantire il mantenimento del terzo posto nella graduatoria delle sgr che fanno capo a soggetti con riferimento al Piemonte.
Il gruppo biellese, che ha al suo vertice Maurizio Sella, infatti, precede l'Ersel, pilotato da Guido Giubergia (patrimonio gestito per 6,323 miliardi al 31 marzo) e la Alpi (156 milioni), biellese presieduta da Carlo Vedani e guidata da Angelo Rusconi, ma posseduta interamente dalla Fiduciaria Orefici sim di Milano. Il patrimonio gestito dal gruppo Ubi Banca è ammontato a 59,754 miliardi, che valgono il secondo posto piemontese.
Leader piemontese dell'industria del risparmio gestito è, naturalmente, il gruppo Intesa Sanpaolo, con un patrimonio gestito di 399,003 miliardi, inferiore, in Italia, esclusivamente a quello del gruppo Generali, presieduto dal subalpino Gabriele Galateri di Genola (479,922 miliardi). Per patrimonio gestito al 31 marzo, il gruppo Intesa Sanpaolo, capitanato da Carlo Messina, precede di molto anche Amundi (205,25 miliardi).
A livello italiano, Assogestioni ha rilevato che, alla fine del primo trimestre 2018, il patrimonio gestito in fondi e gestioni di portafoglio da parte di tutte le sgr associate è ammontato a 2.029.468 miliardi.

Premio Piemonte Innovazione 2018 Comune di Torino batte Novello e Vercelli

Chiara Appendino, sindaco di Torino

Il Premio Piemonte Innovazione 2018, nuova edizione dell'iniziativa nata dalla collaborazione tra Anci Piemonte e Forum Pa per fare emergere e valorizzare le buone pratiche degli enti locali in materia di innovazione, è stato vinto dal Comune di Torino, premiato a Roma insieme con gli altri Municipi vincitori di categoria.
Al Comune di Torino il primo premio assoluto (10.000 euro) è stato attribuito per il progetto di dematerializzazione delle cedole librarie per la fornitura gratuita dei libri di testo agli alunni delle scuole primarie locali.
Il secondo premio (6.500 euro) è stato assegnato al Comune cuneese di Novello per il progetto “N9lab Muoviamo le idee” e il terzo al Comune di Vercelli (3.500 euro) che, insieme con Asl e Consorzi per i servizi socio-assistenziali hanno realizzato il progetto “L'anagrafe della fragilità sociale”. Inoltre, la menzione speciale “Piccoli Comuni” (5.000 euro) è stata ricevuta dal Comune biellese di Miagliano per il progetto “Miaigliano Rigenera”.
Infine, i premi speciali offerti dai partner dell'edizione 2018 del Premio Piemonte Innovazione: Premio Fondazione Crc di Cuneo al comune cuneese di Lisio per il progetto “ChiamaBus, le valli con trasporto”; Premio Fondazione per la Scuola Compagnia di San Paolo al Comune di Baldissero Torinese per il progetto “Mab's Ambassador Ambasciatori del Territorio”; Premio Action Aid Italia Onlus all'Azienda sanitaria di Biella per l'iniziativa “Home care: progetto di integrazione tra Asl Bi e territorio, dedicato ai pazienti fragili”.
Tra i finalisti hanno spiccato l'Unione delle Colline di Langa e del Barolo, il Consorzio per i servizi socio-assistenziali del Monregalese, i Comuni di Briaglia, Piossasco, Mondovì, Sestriere, Lu Monferrato, il Ciss di Borgomanero e il Consorzio intercomunale servizi socio-assistenziali di Caluso.

Juventus battuta dal Napoli e dall'Inter per incremento 2017 del valore d'impresa

Andrea Agnelli, presidente della Juventus

Juventus battuta dal Napoli e anche dall'Inter. Però, soltanto per l'aumento di valore d'impresa nel 2017. Lo ha appena decretato Football Club's Valutation di Kpmg, nel suo terzo rapporto sull'elite del calcio europeo, che esamina le 32 principali società continentali del settore e ne traccia il quadro al primo giorno di quest'anno.
Football Club's Valutation 2018, infatti, attribuisce alla Juventus un incremento del 7% del suo valore economico rispetto a 12 mesi prima, a fronte del 27% del Napoli e il 14% dell'Inter (l'aumento della Lazio è del 6% mentre il valore della Roma è rimasto invariato e quello del Milan è addirittura calato del 6%).
Alla società bianconera presieduta da Andrea Agnelli è stato riconosciuto un valore d'impresa pari a 1,302 miliardi di euro, comunque superiore alla somma delle due italiane che l'inseguono, cioè ai 518 milioni del Napoli e i 514 del Milano. La graduatoria vede poi l'Inter con 491 milioni, la Roma con 455 milioni e la Lazio con 241.
Nella classifica 2018 basata sul valore d'impresa, la Lazio risulta trentunesima, cioè penultima, davanti unicamente al Valencia. La Roma è ventunesima, preceduta anche dall'Inter, ventesima, dal Milan, al diciottesimo posto e al Napoli, balzato al diciasettesimo, grazie soprattutto alla plusvalenza realizzata vendendo Higuain.
La Juventus è rimasta nona, come un anno fa. Invariato anche il podio, con Manchester United sul gradino più alto (vale 3,255 miliardi), il Real Madrid sul secondo (2,920 miliardi) e il Barcellona sul terzo (2,783 miliardi). Il grande trio è seguito, nell'ordine, da Bayern Monaco (2,552 miliardi), Manchester City (2,160), Arsenal (2,102), Chelsea (1,765) e Liverpool (1,580). La top ten è chiusa dal Tottenham (1,286 miliardi), che precede Paris Saint Germain (1,142) e Borussia, che chiude l'elenco delle squadre miliardarie.
Football Club's Valutation ha pubblicato anche la classifica delle venti squadre europee che hanno più follower (seguaci) sui social media, a partire da Facebook e Twitter. Qui la Juventus è decima, il Milan undicesimo, l'Inter diciasettesima e la Roma diciottesima. Non vi rientrano, invece, la Lazio e neppure il Napoli. Qui, però, il Real Madrid è primo, il Barcellona secondo e il Manchester United terzo.
Al 29 marzo 2018, la Borsa di Milano valutava 648,55 milioni di euro la Juventus, 199,33 milioni la Roma e 99,83 milioni la Lazio.

Borsa: in uscita Boero, Vittoria e la Bim Rialzi da podio per Visibilia e Biancamano

Daniela Santanchè

Due società del Nord Ovest, tra le quotate con minore capitalizzazione, sono finite sul podio borsistico dei maggiori rialzi di oggi, 23 maggio, quando l'indice Ftse Mib, che rappresenta le 40 principali imprese trattate in Piazza Affari, ha chiuso con un rosso dell'1,31%, certamente a causa anche della situazione politica.
Le due quotate minori che oggi hanno conquistato medaglie sono Visibilia Editore e Biancamano. Visibilia Editore, che fa capo alla cuneese Daniela Santanchè, la quale però non ha più la maggioranza assoluta essendo scesa sotto il 50% del capitale, ha fatto registrare un incremento del 15,38% del prezzo della sua azione, risalita così a 0,069 euro. Quanto a Biancamano, controllata dai fratelli Pizzimbone di Savona, ha guadagnato il 14,34% rispetto a ieri, ritornando a 0,303 euro. L'aumento percentuale di Visibilia Editore è stato il secondo assoluto più alto della seduta e quello di Biancamano il terzo.
Un altro rialzo, dopo il balzo di ieri, l'ha evidenziato l'azione della Bim-Banca Intermobiliare, che ha chiuso a 0,448 euro (+2,28%). La Bim, che sarà guidata da Matteo Colafrancesco, appena cooptato in Consiglio di amministrazione, è però destinata a uscire dalla Borsa di Milano. Infatti, l'irlandese Trinity (gruppo Attestor), che ne ha rilevato oltre il 70% del capitale dai commissari liquidatori di Veneto Banca, ha varato un'Opa totalitaria (offerta pubblica di acquisto), che scatterà lunedì prossimo per concludersi entro il 22 giugno.
Cristina Boero
Venerdì prossimo, invece, sarà l'ultimo giorno di presenza della Boero Bartolomeo in Piazza Affari, dove era quotata dal 1982. La società genovese, controllata e guidata dalla famiglia del fondatore (presidente è Andreina Boeri e vice la figlia Cristina), ha raggiunto le condizioni per la revoca delle azioni dal listino, in seguito al successo dell'Opa, al prezzo di 20,50 euro per azione.
A uscire presto dalla Borsa sarà anche la Vittoria Assicurazioni, controllata dalla famiglia torinese Acutis. La finanziaria Vittoria Capital ha lanciato un' Opas (offerta pubblica di scambio) su poco più del 40% flottante, con un impegno finanziario che potrebbe raggiungere i 385 milioni, in seguito all'offerta di 14 euro per azione, prezzo al quale si è immediatamente allineato il mercato, facendo subito salire del 19,5% l'azione.

Alessandro Nasi new entry del "Subalpino" Nuove nomine per Gastaldo e Lapucci

Alessandro Nasi

Il Circolo Subalpino, prestigioso, elitario e ambito sodalizio torinese che riunisce eccellenze piemontesi dell'imprenditoria, della finanza, dell'accademia, della medica, dell'avvocatura, del top management e delle libere professioni, si è arricchito di un altro socio. La new entry è Alessandro Nasi, vice presidente del Consiglio di amministrazione di Exor, la holding quotata della famiglia Agnelli-Elkann-Nasi, socio accomandatario della Giovanni Agnelli e C. Sapaz (controlla Exor), presidente Speciality Vehicles di Cnh Industrial, di cui è anche chief Business development officer ed Executive coordinator del Group Executive Council (Gec).
Alessandro Nasi, nato a Torino nel 1974, cresciuto a New York, è poi rientrato in Italia, dove ha conseguito il diploma di Amministrazione aziendale all'Università del capoluogo piemontese. Ha iniziato la carriera professionale come analista finanziario in alcune banche estere, maturando la sua esperienza in Europlus asset management, divisione di Unicredito a Dublino, in Pricewaterhouse Coopers di Torino, in Merrill Lynch e in Jp Morgan, entrambe a New York.
Nel 2005, Alessandro Nasi è entrato nel gruppo Fiat, nel 2008 è passato alla Case New Holland, della quale è senior vice presidente del Business development e nel 2011 è stato chiamato a far parte dell'Executive council di Fiat Industrial.
A presentare Alessandro Nasi agli altri soci è stato Alberto Prono, il neo presidente del Circolo Subalpino, che, fondato nel 1949 da Remo Morone, ora conta 168 iscritti. L'ingresso di Alessandro Nasi è stato preceduto, recentemente, da quelli dell'imprenditore Alberto Dal Poz, fra l'altro presidente nazionale di Federmeccanica, del finanziere Carlo Stratta, presidente e amministratore delegato di Pkp Investments 1939, vice presidente esecutivo di Fenera Holding, socio fondatore e amministratore delegato della neonata Fenera & Partners sgr e di Silvio Falco, direttore generale dell'Ospedale Mauriziano.
Il nuovo onsiglio direttivo del Circolo Subalpino, oltre che dal presidente Prono, è formato dai vice presidenti Antonio Robecchi ed Emilio Rossi, da Benedetto Camerana, Bernardino Chiaia, Paolo Chiono, Guglielmo Giordanengo, Paolo Montalenti, Vittorio Neirotti, Luca Remmert, Mauro Rinaldi. Collegio dei probiviri: Carlo Luda di Cortemiglia (presidente), Lionello Jona Celesia, Giovanni Zanetti, Piergiorio Re e Cesare Zaccone. La commissione ammissione soci è costituita da Vittorio Neirotti (presidente), Alessandro Barberis, Enrico Boglione, Enrico Filippi e Vincenzo Fontana.

Piero Gastaldo, neo presidente Fondazione 1563 per l'Arte e la Cultura
Piero Gastaldo, Segretario generale della Compagnia di San Paolo ormai prossimo all'abbandono dell'incarico gestito, brillantemente, per tanti anni, è stato nominato presidente della Fondazione 1563 per l'Arte e la Cultura, ente strumentale della Fondazione torinese di corso Vittorio Emanuele II, presieduta da Francesco Profumo. Direttore della Fondazione 1563 è Anna Cantaluppi.
Il nome del successore di Piero Gastaldo alla Segreteria generale della Compagnia di San Paolo, Fondazione di origine bancaria al secondo posto in Italia per entità del patrimonio netto (6,014 miliardi di euro, meno soltanto dei 6,956 miliardi della Fondazione Cariplo guidata da Giuseppe Guzzetti fin dalla sua costituzione) non è ancora conosciuto.
Comunque, sotto la Mole, si dice che i due candidati con le maggiori possibilità di successo di diventare il prossimo Segretario generale della Compagnia di San Paolo siano l'economista Pietro Garibaldi e Stefano Firpo, direttore generale del Mise (ministero dello Sviluppo economico) per la politica industriale, la competitività e le Pmi.

Massimo Lapucci con Giovanni Quaglia
Nuovo riconoscimento per Massimo Lapucci, Segretario generale della Fondazione Crt e, da un anno, presidente di Efc (European Foundation Center), ente di Bruxelles che associa oltre 220 soggetti filantropici di una quarantina di Paesi. Massimo Lapucci, infatti, è appena stato confermato consigliere di amministrazione (indipendente) della Caltagirone, società quotata in Borsa e capo dell'omonimo gruppo editoriale che pubblica, fra l'altro, il Messaggero di Roma, il Gazzettino di Venezia e il Mattino di Napoli. Presidente della Caltagirone e Francesco Gaetano Caltagirone e vice Azzurra Caltagirone.
Nato nel 1969 a Roma, dove si è laureato in Economia e commercio con lode alla Sapienza, studi anche alla London Business School e alla Yale University, Massimo Lapucci è al vertice operativo della Fondazione Crt, terza in Italia per patrimonio netto ,dal 2012. E' anche Segretario generale della Fondazione Sviluppo e Crescita Crt e direttore generale delle Ogr-Crt, lo storico complesso industriale diventato un innovativo centro polifunzione grazie all'investimento di un centinaio di milioni fatto dalla Fondazione torinese presieduta da Giovanni Quaglia.
Fra gli altri maggiori incarichi di Massimo Lapucci si ricordano quelli di consigliere di amministrazione di Atlantia, società della quale la Fondazione Crt possiede una quota rilevante, di Banca Generali e di Sofito.

Matteo Colafrancesco al vertice della Bim Piazza Affari premia con un rialzo del 4,5%

Matteo Colafrancesco

Svolta alla Bim-Banca Intermobiliare. Tra i primi attori del private banking italiani (ha in amministrazione e gestione patrimoni per 6,3 miliardi, 528 dipendenti, 28 filiali nel Paese con 147 private banker) Bim ha comunicato che il Consiglio di amministrazione, presieduto da Maurizio Lauri, ha cooptato Matteo Colafrancesco, in sostituzione di Matteo Zingaretti, dimessosi. Matteo Colafrancesco è “nuovo consigliere con incarichi”, dice la nota della Bim, della quale è previsto che diventi amministratore delegato.
“La nomina di Colafrancesco rappresenta la volontà del rinnovato Consiglio di procedere on determinazione nel progetto di crescita e sviluppo della Bim” si legge nel comunicato, con l'aggiunta che “questa scelta permetterà a Bim di consolidare la nuova fase di sviluppo della Banca che farà perno su un modello di consulenza evoluta con servizi di private banking altamente personalizzati ed esclusivi e di rafforzare ulteriormente il proprio posizionamento come soggetto di riferimento per i clienti Hight Net Worth Individuals”.
Il business plan e il piano di rilancio di Bim annunciati al nuovo socio di controllo, che è Attestor Capital, prevedono, fra l'altro, un rafforzamento patrimoniale per complessivi 121 milioni e il deconsolidamento dell'intero portafogliodi attività deteriorate, garantendo uno stato di rafforzata solidità e liquidità.
Attestor, società inglese di investimento fondata nel 2011, ha rilevato oltre il 70% della Bim dai liquidatori di Veneto Banca. Bim ha pagato un prezzo altissimo all'appartenenza a Veneto Banca. Ha perso migliaia di clienti e la gestione di miliardi. E ha chiuso in profondo rosso gli ultimi bilanci. Fenomeno che ha fatto precipitare il titolo a 0,41 euro (minimo da quando la Bim è quotata in Borsa) e a 64 milioni di euro il valore riconosciuto dal mercato alla società.
E' da questa situazione che Matteo Colafrancesco deve far ripartire la Bim, che ha subito beneficiato dell'arrivo del nuovo pilota con un rialzo del 4,53% del prezzo dell'azione, risalito a 0,438 euro.
Nato a Vico del Gargano nel 1951, laureato in Scienze Economiche e bancarie alla Sapienza di Roma e poi in Giurisprudenza a Torino, Matteo Colafrancesco, ha incominciato la sua carriera bancaria nel 1977, quando è stato assunto in Banca Crt (Cassa di Risparmio di Torino), dove è rimasto fino al 1984, quando è diventato manager di Fideuram. Colafrancesco di Fideuram è stato amministratore delegato e direttore generale per anni, prima di diventarne presidente, incarico lasciato recentemente.
Matteo Colafrancesco ha avuto diverse responsabilità apicali in varie società del gruppo ora Intesa Sanpaolo, ma anche all'esterno, come nell'Asl 30 Piemonte e nell'azienda Po Sangone. Dal 2013 è Cavaliere dell'Ordine al merito della Repubblica, dal 2014 presidente di Assoreti e della Fondazione per i Beni e le attività culturali e artistiche della Chiesa.

Elite (Borsa): le torinesi Osai e Teoresi uniche due nuove "reclute" del Nord Ovest

Mirella Ferrero, presidente Osai

Delle trenta nuove società appena entrate nel programma Elite della Borsa Italiana, dedicato alle imprese ambiziose e ad alto potenziale di crescita, soltanto due sono del Nord Ovest, entrambe torinesi. Quindi nessun'altra piemontese, nessuna ligure e nessuna valdostana. Le new entry subalpine di Elite, accompagnate dal Mediocredito Italiano di Intesa Sanpaolo (direttore generale Teresio Testa) sono la Teoresi e la Osai.
In seguito alla partecipazione delle nuove trenta società, che insieme presentano un fatturato aggregato di 1,5 miliardi e oltre 10.000 dipendenti, sono diventate 522 le imprese italiane aderenti a Elite e 890 quelle complessive. Tra tutte fatturano 66,3 miliardi e contano circa 313.000 dipendenti.

Teoresi – Nata nel 1987, Teoresi è a capo di un gruppo internazionale di consulenza dedicato alle imprese che intendono sviluppare tecncologie innovative. Ha sussidiarie nel Michigan (Usa), a Lugano e a Monaco di Baviera. Conta circa 600 collaboratori e nel 2017 ha fatturato 32 milioni. Presidente è Valter Bresso, il fondatore di Teoresi che ha iniziato come consulente informatico.

Osai – Attiva nel settore dell'automazione dei processi industriali, la Osai Automation System è stata costituita nel 1991. Ha 136 dipendenti, oltre 40 distributori e filiali in Germania, Cina, Usa e Thailandia. Presidente e titolare del 95% delle azioni è Mirella Ferrero (classe 1960), che ha come vice Fabio Benetti e Graziano Settime. Nel bilancio 2016, la Osai ha dichiarto un fatturato di 23 milioni (+22% rispetto all'esercizio precedente) e un utile netto di oltre 860.000 euro.

Teoresi e Osai, comunque, hanno rafforzato la schiera delle società del Nord Ovest che fanno parte del programma Elite, al quale recentemente hanno aderito le biellesi Ilario Ormezzano e Pratrivero, le cuneesi Eurostampa e Golosità dal 1885, la torinese Cecomp e la genovese Ifm Group.offres. Ancora prima sono entrare in Elite la Noberasco di Albenga, Owens Corp di Torino, la cuneese Inalpi e la genovese Rina.

Ilario Ormezzano, che ha la sede storica e lo stabilimento principale a Gaglianico (l'altro a Bollate, nel Milanese). Nata nel 1897 come farmacia, trasformatasi poi in impresa di prodotti chimici e naturali, continua a fare capo alla famiglia del fondatore ed è presieduta da Giancarlo Ormezzano. Nel tempo, ha fatto alcune acquisizioni, compresa la lombarda Ratti. Nel 2016 ha fatturato 64,4 milioni.

Pratrivero, guidata da Paolo e Sergio Barberis Canonico, sede e stabilimento principale a Trivero, una filiale produttiva nel Bergamasco e una negli Usa, vanta la leadership mondiale nella fabbricazione di tessuto non tessuto di tecnologia stichbond, usato in svariati settori. Nell'impresa lavora già la quattordicesima generazione del fondatore. Precedentemnete a Pratritrevo e Ilario Ormezzano era entrata in Elite la biellese Fratelli Piacenza.

Eurostampa, fino a una decina d'anni fa azienda italiana con una rilevante quota di export, è ora un gruppo multinazionale con oltre 900 addetti e stabilimenti produttivi a Bene Vagienna, dove ha sede e quartiere generale, ma anche a Cincinnati (Ohio), Napa (California), Glasgow (Scozia), più due in Francia. E' guidata da Luciano Cillario e dai suoi tre figli – Gianmario, Giuseppe e Gianfranco. Dal 1996 produce etichette di qualità per i settori del vino, dei liquori, del cioccolato, degli alimenti e della cosmesi.

Golosità dal 1885 appartiene alla famiglia Sebaste di Gallo d'Alba (amministratore delegato è Matteo Rossi Sebaste) e, come rievoca immediatamente il nome, produce generi alimentari. Golosità dal 1885 ed Eurostampa, si aggiungono ad altre due cuneesi entrate nel programma Elite, pochi mesi fa: Nicole Fashion Group di Centallo e Gruppo Silvateam di San Michele Mondovì, così che sono diventate sette le imprese della provincia di Cuneo appartenenti alla Community internazionale di Elite.

Ifm Group offre soluzioni integrate per telecomunicazioni, contact management e tecnologie multisensoriali. Ha sede a Genova.

Aeroporto di Torino: il 58% vola low cost salita all'80,28% la quota di 2i nella Sagat

Giuseppe Donato, presidente Sagat

Alitalia in ritirata, ma Blue Air e Volotea all'attacco, al “Sandro Pertini”, l'aeroporto di Torino Caselle. Il fenomeno double face emerge dalla lettura del bilancio 2017 della Sagat, la società che gescisce lo scalo subalpino.
Blue Air, la compagnia romena fondata nel 2004 che ha scelto Torino come hub a fianco di quello naturale di Bucarest, l'anno scorso ha contato al “Sandro Pertini” 984.102 passeggeri, il 37,2% in più rispetto al 2016 (nessun alto vettore ha avuto un aumento percentuale maggiore).
Grazie a questo incremento, Blue Air ha consolidato il suo secondo posto nella graduatoria delle compagnie di linea con clienti a Caselle, mancando per poco la conquista del primo, ancora occupato da Ryanair, la quale ha contato 991.534 passeggeri, tra arrivi e partenze, l'1,6% in più. Ryanair si è aggiudicata il 24,7% dei passeggeri 2007 dello scalo torinese, a fronte del 24,6% di Blue Air e del 15,4% di Alitalia.
Nel 2017, i passeggeri del “Pertini” che hanno volato Alitalia sono stati 617.578, il 13,5% in meno rispetto al 2016. Confronti negativi hanno mostrato (-1,7%) anche Air France (171.355 passeggeri, pari al 4,3% dei trasportati) e British Airways (117.871, pari al 2,9%). Invece, hanno incrementato il numero di clienti Lufthansa (338.251, il 2,9% in più), Volotea (122.948, il 32,2% in più, il secondo maggiore tra le compagnie operanti a Caselle), Klm (112.479, il 4,5% in più) e Air Nostrum (68.080, il 4,8% in più).
Naturalmente, Ryanair, Blue Air e Volotea hanno occupato tutto il podio 2017 dei vettori low cost attivi al “Sandro Pertini”. Queste tre compagnie e le altre low cost si sono assicurate il 58,2% del locale traffico di linea, trasportando 2.333.832 passeggeri, il 16,6% in più rispetto al 2016.
Un'altra notizia contenuta nell'ultimo bilancio della Sagat, che al vertice il presidente Giuseppe Donato e l'amministratore delegato Roberto Barbieri, riguarda l'assetto societario. Nel documento, infatti, si legge che il 15 marzo di quest'anno c'è stata la girata delle azioni Sagat dalla Città Metropolitana di Torino alla 2i Aeroporti, che si è aggiudicata la quota di capitale della società all'asta del 23 febbraio rilevandola per 6,068 milioni.
Roberto Barbieri, amministratore delegato Sagat
In seguito alla nuova acquisizione, 2i Aeroporti (gruppo Cdp – Cassa depositi e prestiti) possiede ora l'80,28% della Sagat, mentre Fct Holding, finanziaria del Comune di Torino, ha il 10% esatto e Tecno Holding (Camere di commercio) il 6,761%. Il restante 2,96% è costituito da azioni proprie in portafoglio alla stessa società.
La Sagat, che ha oltre 240 dipendenti, nel 2017 ha avuto un valore della produzione pari a 62,128 milioni (+9,6%), un margine operativo lordo di 19,053 milioni (+23,9%) e un utile netto di 11,087 milioni (+71,8%), per cui il roe (indice di redditività dell'attivo) è risultato del 23,78%, superiore di oltre 10 punti al precedente (13,55%). Il dato assume un valore ancora maggiore se si considera che ancora quattro anni prima il roe era stato dello 0,35% (utile netto di 215.000 euro) e nel 21012 addirittura negativo (-1,94%), in conseguenza della perdita di 1,167 milioni di quell'esercizio.
Al 31 dicembre scorso, Sagat presentava una posizione finanziaria netta positiva per 14,520 milioni, pur dopo avere investito, nell'esercizio, altri 6,4 milioni.