Passadore alla carica

Un record dopo l'altro, per la Banca Passadore. Che, però, non si accontenta, così che il 2017 potrebbe far segnare il sesto miglior bilancio consecutivo dell'istituto genovese controllato dall'omonima famiglia, che ne è anche al comando, con Agostino Passadore presidente e il fratello Francesco amministratore delegato (vice presidente è il torinese Carlo Acutis, socio della banca e azionista di controllo della Vittoria Assicurazioni).
Nei primi tre mesi di quest'anno, infatti, la Passadore ha aumentato la raccolta del 6,9% e dell'8,2% i titoli della clientela in deposito, oltre ad avere incrementato del 7,4% gli impieghi a famiglie e imprese. E nel periodo ha conseguito un utile di 4,467 milioni, superiore al preventivato. Nell'intero 2016, la raccolta totale è ammontata a 4,4 miliardi, di cui 2,4 miliardi diretta; mentre i finanziamenti alla clientela sono saliti a 1,6 miliardi e l'utile netto a 15,1 milioni. Il roe è risultato del 9% e il Cet1 del 13,51% (il patrimonio netto ha superato i 176 milioni).
Indubbiamente, la crisi di Carige ha portato benefici alla Passadore, una delle banche private storiche, essendo stata costituita nel 1888 e ancora in portafoglio agli eredi del fondatore, i quali hanno aperto il capitale ad alcuni selezionati investitori, compresa la piemontese Banca Azzoglio, a sua volta, familiare e partecipata dalla Passadore per circa il 10%.
La Passadore ha acquisito non pochi clienti, che prima lo erano della Cassa di Risparmio di Genova e Imperia. Comunque, gran parte del suo successo è conseguente a meriti propri, alle sue capacità di sviluppo. Fra l'altro, ha da poco aperto una filiale anche ad Alba, portando così a 23 i suoi punti operativi, dislocati in sette regioni e 16 città: Torino, Alessandria, Novi Ligure, Aosta, Milano, Roma, Brescia, Firenze, Parma, La spezia, Chiavari, Albenga, Imperia, Bordighera, oltre, appunto, Alba e il capoluogo ligure. Una prossima tappa dovrebbe riguardare il Nord Est.
Da tempo, la Passadore è molto attiva nella città della Mole, verso la quale mantiene un forte interesse come conferma anche la recente adesione alla Consulta di Torino per la valorizzazione dei Beni artistici e culturali, prestigioso ente che ha fra i suoi nuovi soci anche la Banca del Piemonte della famiglia Venesio.