E' stato un buon anno, quello appena
passato, per l'occupazione agricola in Piemonte. Qui c'è stato il
maggior incremento percentuale di operai dipendenti di aziende del
settore e qui si trova il numero più alto di lavoratori agricoli
autonomi. Sono oltre 50.000 (33.132 maschi e 17.079 femmine).
Quantità superiore a quella di qualsiasi altra regione italiana.
Secondo è il Veneto con 48.391, terza l'Emilia-Romagna con 45.291,
quarta la Lombardia con 44.420.
A fornire questi dati, pochi giorni fa,
è stato l'Inps, che definisce “lavoratore agricolo autonomo”
l'imprenditore che esercita un'attività diretta alla coltivazione
del fondo, o alla silvicoltura o, ancora, all'allevamento di animali,
piuttosto che alle relative attività connesse.
In tutto il Paese, a fine 2016, i
lavoratori agricoli autonomi sono risultati 453.949, dei quali
l'11,06% attivi in Piemonte, dove, alla stessa data, sono stati
contati 38.317 operai agricoli dipendenti, il 3,9% in più rispetto
all'anno precedente. Nessuna altra regione ha fatto registrare un
incremento maggiore. In Valle d'Aosta, l'aumento è stato del 3,8% e
del 3,7% in Veneto. La media nazionale è stata dello 0,1%, dato che
di operai agricoli dipendenti ne sono stati censiti 1.035.654, quindi
1.129 più che nel 2015, ma meno che nel solo Piemonte (1.433).
D'altra parte, a fronte della crescita
piemontese si trovano i segni meno di diverse regioni: Toscana,
Marche, Abruzzo, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sardegna.
Comunque, sono le regioni del Sud che continuano a presentare il
maggior numero di operai agricoli dipendenti; in particolare, la
Puglia ne conta 185,481, pari al 17,9% degli attivi in Italia, la
Sicilia 151.066 (14,6%) e la Calabria 115.516 (11,2%).
All'Inps, risultano 353.774 aziende
agricole autonome operanti in Italia (+0,35% rispetto al 2015).
Quelle in Piemonte sono 35.150 (+0,6%), delle quali 7.557 hanno
operai dipendenti.
Dalle tabelle dell'Istituto sembra
emergere che, negli ultimi tre anni, l'imprenditoria agricola
piemontese abbia cessato di contrarsi e, anzi, mostri un'inversione
di rotta. Tanti giovani hanno riscoperto l'agricoltura, decidendo di
dedicarsi chi alla viticoltura, chi all'allevamento, chi alla
frutticoltura, chi alle coltivazioni bio; però, sempre con metodi
moderni, innovativi, a volte d'avanguardia.
Varie aree, non solo le Langhe e il
Monferrato, e diversi comparti, stanno vivendo una nuova fase di
sviluppo dell'imprenditoria agricola locale, che comporta benefici
economici e anche occupazionali.
Quanto alla Liguria, l'Inps ha rilevato
che, nel 2016, le aziende agricole autonome era 7.444, ancora 98 meno
che nel 2015, a conferma di un calo progressivo che dura almeno dal
2011, quando ne risultavano attive 8.352. Però, anche in Liguria,
l'anno scorso, è aumentato il numero di operai agricoli, ritornati
sopra quota 6.000 (6.022 per la precisione), il 2,5% in più rispetto
al 2015.
Giorgio Ferrero, assessore all'Agricoltura Regione Piemonte |