Risale il debito anche di Comuni e Regioni

E' durata un mese l'illusione che il debito pubblico italiano avesse incominciato a calare, dopo tanto tempo di crescita quasi ininterrotta. L'illusione l'aveva data agosto, quando il debito era risultato di 2.279,2 miliardi, 21,3 miliardi meno che in luglio. Ma, settembre ha fatto segnare un nuovo aumento, l'ennesimo. Infatti, la Banca d'Italia ha comunicato che il debito pubblico è risalito a 2.283,667 miliardi, 70 in più rispetto a un anno fa e oltre 32 in più dall'inizio del 2017.
E poi c'è chi si lamenta se dall'estero chiedono al governo italiano di prendere provvedimenti e di cambiare rotta. Perché è probabilmente vero che il nostro debito resta sostenibile, come ripete Pier Carlo Padona, il ministro dell'Economia e delle Finanze, e come confermano i sottoscrittori dei titoli di Stato (basta vedere la raccolta dell'ultimo Btp Italia); ma non può non preoccupare l'inarrestabilità della crescita di un debito che, fra l'altro, è tra i più elevati al mondo.
Comunque, se può consolare, continua invece a calare il debito delle Amministrazioni locali, cioè Regioni e Province autonome, Province ordinarie e città metropolitane, Comuni e altri enti pubblici territoriali come le Comunità montane. Banca d'Italia, ha rilevato che le Amministrazioni locali presentavano un debito di 88,229 miliardi a settembre, inferiore a quello di agosto (88,286) e dei mesi precedenti: nel settembre del 2016 ammontava ancora a 91,670 miliardi e a 96,254 miliardi a ottobre del 2015.

Però, a rivelarsi virtuose anche in settembre sono state soltanto le Province e le Città metropolitane (7,364 miliardi il loro debito) e gli “altri enti” (10,142 miliardi), non le Regioni e le Province autonome (debito di 30,445 miliardi a fronte dei 30,277 di agosto e i 30,165 di luglio), né i Comuni (debito di 40,277 miliardi contro i 40,199 di agosto i 40,254 di luglio).  
Paolo Gentiloni, presidente del Consiglio