EGEA
“Un modello di successo che l'ha
portata a superare i 700 milioni di euro di fatturato e a creare
oltre 800 posti di lavoro negli ultimi dieci anni”. E' così che si
presenta Egea, multiutility albese che opera nei settori dell'energia
e dell'ambiente. Fra l'altro, il gruppo figurata tra i primi dieci
operatori italiani nella vendita i energia elettrica e gas, oltre che
leader, a livello nazionale, nella realizzazione di impianti e reti
di teleriscaldamento; fornisce anche servizi ambientali nel Ponente
Ligure e nelle Marche ed è attivo nel campo delle energie
rinnovabili con impianti tecnologicamente all'avanguardia.
Le capacità e la competitività di
Egea sono state riconosciute anche dal fondo inglese Icon
Infrastructure (portafoglio di oltre 2,5 miliardi, assets in Europa e
in Nord America), che, nel dicembre scorso, ha rilevato il 49% di due
società operative del gruppo Egea, una specializzata nel
teleriscaldamento e l'altra nel gas, apportando capitali freschi per
24 milioni di euro.
Egea, la capogruppo, è guidata da Pier
Paolo Carini, la cui famiglia ne detiene il 60% del capitale, mentre
il 9% fa capo a soci pubblici e il resto è diviso fra banche,
aziende a azionisti privati del Nord Ovest. Pier Paolo Carini, nato a
Genova nel 1964, sposato, un figlio, si è laureato in Ingegneria
elettronica all'Università di Pavia.
Pier Paolo Carini (secondo da destra) |
BONPRIX ITALIA
Bonprix è il main sponsor di “Calcio
dei Campioni – Storie, fair play e stili di vita”, iniziativa
biellese di successo promossa e organizzata dall'associazione
Stilelibero e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Biella. Il
sostegno di Bonprix Italia non stupisce: l'impresa è biellese (sede
a Valdengo) e da sempre molto vicina alla comunità locale, a partire
dai suoi dipendenti (330), curati in modo particolare e beneficiari
di tante attenzioni, tanto da rappresentare un esempio di welfare
aziendale.
Bonprix Italia, che fa parte del gruppo
tedesco Otto, vende abbigliamento on line, non soltanto in Italia.
Nel 2017 ha fatturato 205 milioni di euro (+4% rispetto al 2016). E'
guidata da Stephan Elsner, tedesco trapiantato da più di 15 anni,
nel nostro Paese, al quale ha chiesto la cittadinanza, come ha
confidato a Fabio De Ponte de La Stampa, sottolineando che le donne
rappresentano l'82% degli assunti, il 54% dei quali in part time
(20.000 ore all'anno sono di lavoro a casa).
Stephan Elsner premiato dal Rotary |
ACEA PINEROLESE INDUSTRIALE
Le centinaia di tonnellate di arance
utilizzate per la tradizionale battaglia a Ivrea so no finite al Polo
ecologico di Acea Pinerolese Industriale che le trasforma in compost
di qualità per l'agricoltura ed energia rinnovabile. Fra l'altro,
l'Acea, insieme con altre aziende del territorio e il Politecnico di
Torino, nove mesi fa ha varato il progetto Centro sviluppo e
innovazione (Acsi), unico nel suo genere in Italia, finalizzato non
soltanto alla crescita economica e tecnologica del Pinerolese, ma
anche all'attrazione di nuove imprese nell'area.
Le aziende che, in seguito all'azione
dell'Acea, hanno deciso di investire o ampliarsi nel Pinerolese sono
già una decina e una cinquantina i soggetti consorziati al Cpe,
braccio operativo di Acsi. “Un bilancio molto positivo” ha
commentato Francesco Carcioffo, amministratore delegato e direttore generale di Acea
Pinerolese Industriale, sottolineando che “il Pinerolese si sta
muovendo e sta creando un circolo virtuoso attorno a questa
iniziativa”.
Francesco Carcioffo |
INALPI
Punta anche a raddoppiare lo
stabilimento di Moretta entro il 2020, la cuneese Inalpi, società
che, fra l'altro, è entrata nel programma Elite, finalizzato alla
quotazione in Borsa. Appartenente alla famiglia Invernizzi, che la
guida dalla sua fondazione nel 1966 (le origini però risalgono al
1800) oggi con Ambrogio (presidente), Giovanni e Pierantonio, Inalpi
è impegnata su vari fronti per il suo sviluppo: aumento delle
esportazioni, salite a 50 milioni di euro; costruzione di una nuova
torre per la produzione di latte in polvere di alta qualità
(principale cliente è la Ferrero), un nuovo magazzino, per non
parlare della gamma d'offerta, che ha il formaggio fuso a fette come
core business ed è stata arricchita recentemente con il primo
formaggino bio alpino piemontese
Il presidente Ambrogio Invernizzi ha
riferito a Maurizio Tropeano de La Stampa che Inalpi, in
collaborazione con l'Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo
e con Slow Food, ha deciso di monitorare la produzione di sette
vallate alpine tra la provincia di Cuneo e quella di Torino per
verificare la possibilità di creare le Cru del latte. Oltre 130
dipendenti, un indotto di 1.500 persone (il latte da lavorare, 100%
piemontese, tracciato rigorosamente), Inalpi ha chiuso il 2017 con un
fatturato di circa 145 milioni, a fronte dei 127 milioni del 2016.
Ambrogio Invernizzi |