Il boom dell'utile e il dividendo più alto non salvano le Buzzi Unicem dall'Orso


Misteri della Borsa italiana, alla quale è sempre più difficile credere, almeno da parte di chi non trova giustificazioni plausibili e convincenti su certe improvvise e forti variazioni di prezzi, se non quelle delle manovre di grandi speculatori.
A rafforzare la convinzione che Piazza Affari non sia un mercato credibile, dove le quotazioni dovrebbero essere certo il risultato della domanda e dell'offerta ma anche dei valori sostanziali e potenziali dei beni trattati, cioè della società emittente delle azioni a listino, oggi è il “caso” Buzzi Unicem.
Nella stessa giornata in cui il gruppo cementiero di Casale Monferrato, che fa capo alla famiglia Buzzi, ha annunciato i brillanti risultati conseguiti nel 2017, i suoi titoli hanno registrato deprezzamenti: l'azione ordinaria ha chiuso a 19,085 euro (-2,45%) e quella di risparmio a 11,24 euro (-3,10%).
Il ribasso dell'ordinaria Buzzi Unicem è risultato il secondo maggiore tra le azioni che compongono il paniere dell'Ftse Mib, cioè delle principali 40 società della Borsa di Milano; peggio ha fatto soltanto Stmicroelectronics, per di più in un una seduta terminata con l'aumento dello 0,55% dell' Ftse Mib.
Nel 2017 Buzzi Unicem ha ottenuto un utile netto di 395 milioni, rispetto ai 149 milioni del 2016; ha avuto un margine operativo lordo di 576 milioni (+4,7%) e ha diminuito di ulteriori 79 milioni l'indebitamento netto, facendolo scendere a 863 milioni, nonostante gli investimenti per 218 milioni nell'esercizio, di cui 29 per progetti industriali e 113 per l'acquisizione della veneta CementiZillo.
Fra l'altro, ha incrementato del 5,1% il fatturato consolidato, ammontato così a 2,806 miliardi.
Il Consiglio di amministrazione di Buzzi Unicem, che ha come membri esecutivi tre esponenti della famiglia – Enrico, Pietro e Michele Buzzi – e, tra i non esecutivi, anche Elsa Fornero e Maurizio Sella, ha deciso di proporre ai soci un dividendo di 0,12 euro per ogni azione ordinaria e 0,204 per ogni azione di risparmio, entrambe maggiorate di dieci centesimi rispetto all'anno scorso.
Nonostante tutto questo, appunto, la penalizzazione di quella stessa Borsa che ancora alla fine di gennaio di quest'anno valutava 24,40 euro l'azione ordinaria, dopo averle fatto segnare il record storico di 24,87 euro il 5 maggio del 2017.

Il vertice della Buzzi Unicem

I RIBASSI DI DAMIANI, GEDI GRUPPO EDITORIALE E REPLY
Ancora in merito alla seduta odierna sono da segnalare i notevoli ribassi delle azioni Damiani, Gedi Gruppo Editoriale e Reply. L'ultimo prezzo della Damiani è stato di 0,92 euro, inferiore del 3,77% al precedente e il più basso degli ultimi tre anni. Quanto a Gedi Gruppo Editoriale, ha continuato la sua discesa fino a toccare 0,427 euro (-2,73), che rappresenta il suo nuovo record storico negativo. Sorprendente, infine, il ribasso di Reply, la cui azione è calata del 5,17% a 44,42 euro.