Confindustria: "shock negativo doppio" forte caduta del pil già da questo trimestre

È uno scenario negativo quello delineato dal Centro studi di Confindustria (Csc) a commento dei dati Istat sulla produzione industriale di gennaio e dell'esplosione del coronavirus. Il Csc, infatti, ritiene che “il sistema economico italiano stia velocemente andando incontro a un doppio shock negativo, della domanda e dell'offerta, che porterà a una forte caduta del pil, già dal trimestre in corso”.
Il Centro Studi di Confindustria ha scritto: “Alla luce degli ultimi provvedimenti del Governo, che hanno esteso a tutto il Paese le restrizioni dapprima circoscritte ad alcune aree del Nord Italia, la situazione non può che aggravarsi anche dal punto di vista dell'industria”.
Pur ammettendo la difficoltà nell'elaborare, in questo complesso momento, una previsione, secondo il Csc, “le ripercussioni della diffusione del virus nel resto d'Europa nei prossimi mesi inizieranno a farsi sentire in Italia. E le ricadute saranno tanto più forti quanto più l'epidemia si diffonderà, costringendo i Paesi partner commerciali dell'Italia ad assumere misure più radicali per il contenimento del virus”.
In riferimento al dato ufficiale Istat del primo mese dell'anno, più positivo di quello atteso, il Csc ha sottolineato che il rimbalzo della produzione industriale in gennaio (+3,7%) era atteso, seppure non con questa ampiezza e non cambia la situazione di estrema fragilità congiunturale.
Se si osserva l'andamento della produzione industriale nella media del bimestre dicembre-gennaio, in modo da ridurre la distorsione delle forti oscillazioni nei due mesi, l'attività – riferisce il Centro studi di Confindustria – risulta in diminuzione dello 0,8% rispetto al bimestre ottobre-novembre. Dunque bisogna prendere con prudenza il dato di gennaio”.
Quanto al trimestre in corso,
Nell'attuale situazione il Centro Studi prevede “una diminuzione di febbraio più forte (intorno a -1,5%)” e “un impatto molto negativo nella dinamica della produzione industriale di marzo e, soprattutto, in quella del secondo trimestre, quando si faranno sentire sull'industria gli effetti della caduta della domanda privata, già forti nel settore dei servizi”.