L'ad di Fca Mike Manley con il presidente John Elkann |
L'Acea, l'associazione europea
dell'industria automobilistica, ha attribuito a Fiat 54.229 consegne
di vetture nuove in febbraio (+1,6% rispetto) e 5.950 a
Lancia-Chrysler (+1,8%); ne ha riconosciute, invece, 10.990 a Jeep
(-32,6%), 3.405 all'Alfa Romeo (-21,5%) e 278 alla Maserati (-50,4%),
per cui il totale del gruppo Fca è risultato negativo: 74.852 nuove
immatricolazioni, il 6,9% in meno rispetto alle 80.429 di febbraio
2019.
Comunque, Fca ha mantenuto la stessa
quota del 7%, solo di pochissimo inferiore a quella del gruppo
Hyundai-Kia, che, nel mese appena passato, ha venduto 75.195 vetture
(+0,3%).
In netta controtendenza è risultato il
gruppo Toyota, che ha fatto registrare 60.045 nuove immatricolazioni
(+12,7%), corrispondente alla quota del 5,6% del mercato, un punto in
più rispetto a febbraio dell'anno scorso.
Tra i gruppi, il secondo maggiore
incremento percentuale l'ha ottenuto Bmw (+2,1%), che ha contato
67.218 acquirenti e, perciò, la quota del 6,3%, mentre è scesa al
5,6% quella di Daimler (Mercedes e Smart), che ha registrato 60.265
vendite (-11,9% rispetto a febbraio 2019).
Il gruppo Volkswagen ha contati 269.242
nuove immatricolazioni (-4,4%), Psa (Peugeot, Citroen, Ds e
Opel-Vauxhal) 181.439 (.8,5%), il gruppo Renault 104.259 (-14,2%),
Ford 55.497 (-20%) e Nissan 28.275 (-5,2%).
La quota del gruppo Volkswagen è
salita dal 24,5% al 25,2%, quella del gruppo Psa è scesa dal 17,3%
al 17% e quella di Renault dal 10,6% al 9,8%.
“Tutti i cinque principali mercati
europei – includendo anche il Regno Unito – che rappresentano il
70% del totale immatricolato, accusano una flessione delle
immatricolazioni nel mese e, nel complesso, mostrano un calo in linea
con la media europea (-7,2%). La Germania presenta la contrazione più
severa (-10,8%), seguita dall’Italia (-8,8%) e dalla Spagna (-6%),
mentre UK e Francia contengono la riduzione al 2,9% e al 2,7%
rispettivamente”.
Ha segnalato Paolo Scudieri, il
presidente dell'Anfia, aggiungendo che “nel complesso di questi
5cinquePaesi, continuano a diminuire le immatricolazioni di auto
nuove diesel (-17% nel mese, con una quota del 31,6% sul totale). Si
assiste, invece, a una buona performance del mercato delle vetture ad
alimentazione alternativa, con quote di penetrazione che, a febbraio,
raggiungono il 20,4% in Italia, il 17,5% nel Regno Unito, il 16,5%
sia in Francia che Spagna e il 16,3% in Germania”.
“L’epidemia da Covid-19 rappresenta
ormai un’emergenza per tutti i Paesi europei e sta già mettendo a
dura prova la produzione (molti costruttori hanno annunciato lo stop
dei siti produttivi) e il mercato automotive (in Italia sono chiuse
per emergenza tutte le concessionarie), anche se i contraccolpi
maggiori sono attesi per i prossimi mesi” ha ricordato Scudieri,
Per questo, i singoli governi nazionali e l’Ue stanno mettendo in
campo provvedimenti per la salvaguardia delle economie degli Stati
membri e della competitività dell’industria dell’Unione, sia in
questa difficile congiuntura, che dopo il superamento della crisi. Il
governo italiano ha varato misure urgenti di sostegno alle famiglie,
lavoratori e imprese, come sgravi fiscali e interventi di sostegno
finanziario soprattutto per le piccole e medie imprese, “ma
potrebbe essere necessario, nei prossimi mesi, un intervento ad hoc
per il settore automotive, già messo a dura prova dalla transizione
tecnologica e produttiva”.