Il farmacista Marco Rey Farmacia Busatti di via Monginevro a Torino |
Sono
mezzo milione gli esercizi commerciali e dei servizi alla persona che
restano aperti in base al decreto del Governo anti-coronavirus e al
loro interno lavorano 800mila dipendenti. Più di 230mila di questi
esercizi riguardano il settore alimentare, che assicura una copertura
capillare sull'intero territorio nazionale. E’ quanto mostra una
elaborazione di Unioncamere e InfoCamere sui dati del Registro delle
imprese delle Camere di Commercio al 31 dicembre scorso.
Il
maggior numero di punti vendita di prodotti alimentari si trova in
Campania (quasi 33mila, con 37mila dipendenti), che vanta la maggior
rete a livello nazionale di piccoli esercizi commerciali al dettaglio
(oltre 19mila), di minimarket (quasi 11mila) e di negozi di prodotti
surgelati (633).
Di
“taglia” maggiore sono invece gli oltre 25mila esercizi
alimentari della Lombardia, seconda per diffusione di punti vendita
di questo settore, al cui interno lavorano oltre 82mila dipendenti.
Non a caso questa regione vanta il maggior numero di ipermercati
attivi nel Paese (212 con 23mila dipendenti), ai quali si affiancano
2.100 supermercati, in cui lavorano 38mila persone. Non mancano però
anche i negozi di vicinato: quasi 15mila quelli presenti nella
regione, con 12mila dipendenti.
Ampia
la disponibilità di esercizi commerciali dedicati al cibo e alle
bevande anche nel Lazio: oltre 24mila quelli presenti con 44mila
dipendenti. Nella regione della Capitale, in cui un po’ tutte le
tipologie di vendita alimentare sono rappresentate, si concentra il
maggior numero di discount a livello nazionale: 363 con quasi 4mila
dipendenti. La regione è anche al secondo posto per diffusione di
ipermercati (90 con quasi 2mila lavoratori) e al terzo posto (dopo
Campania e Sicilia) per presenza di supermercati (oltre 2.500 con più
di 21mila lavoratori).
A
seguire per capillarità di punti vendita alimentari la Sicilia
(quasi 21mila, con oltre 32mila dipendenti e il primato nazionale per
numero di supermercati) e la Puglia (oltre 18mila e 28mila
lavoratori).
Sfiorano
quota 47mila e i 96mila dipendenti le farmacie, parafarmacie e i
punti vendita dedicati agli articoli sanitari e per l’igiene, ai
quali i provvedimenti di contrasto al coronavirus chiedono di restare
aperti al pubblico. I numeri più elevati si trovano in Lombardia,
Campania, Lazio, Sicilia e Puglia. La Lombardia ha il numero maggiore
di farmacie, la Campania quello delle parafarmacie e di punti vendita
di articoli medicali e ortopedici, la Sicilia quelli di prodotti
igienico-sanitari.
Venendo
alle tre regioni del Nord Ovest, i dati di Infocamere-Unioncamere
indicano che i negozi alimentari, al 31 dicembre 2019, in Piemonte
sono 14.337 con 34.850 dipendenti, in Liguria 8.027 con 14.186 e in
Valle d'Aosta 476 con 1.384.
Quanto
alle farmacie, sempre alla fine dell'anno scorso, il Piemonte ne
contava 1.249 (con 3.759 dipendenti), la Liguria 454 (1.484) e la
Valle d'Aosta 37 (81); mentre le parafarmacie erano 211 in Piemonte
(con 251 dipendenti), 103 in Liguria (113) e tre in Valle d'Aosta
(con cinque dipendenti).