Quando la solidarietà è vera e non pelosa

Viva Messina, Carlo Messina, il numero 1 di Intesa Sanpaolo. E viva John Elkann. Ma anche tutti gli altri imprenditori, presidenti, top manager, dirigenti, che hanno deciso di fare donazioni personali a favore di persone, organizzazioni e enti che lottano contro il Covid-19. Viva loro, perché hanno tirato fuori soldi propri e non si sono fatti belli con i soldi delle aziende o degli enti che gestiscono. La loro non è una solidarietà pelosa, che caratterizza tanti altri soggetti.

Già, perché, anche in questa occasione, non mancano gli amministratori, privati e pubblici, che fanno fare donazioni dalle “loro” aziende o dai “loro” enti, come se quei soldi fossero personali. E' un vizio diffuso. Lasciano che gli altri considerino un tutt'uno l'impresa o l'ente e chi ne sta al vertice, pro tempore. Troppo facile, troppo comodo, scandaloso.

Per questo, è quanto mai encomiabile l'esempio dato da Messina e da John Elkann, tanto per citare due che sì hanno fatto deliberare donazioni da parte delle rispettive imprese, ma, contemporaneamente, hanno messo mano ai loro portafogli, in un modo o nell'altro, magari rinunciando, in tutto o in parte, all'emolumento piuttosto che al premio annuale.

Questa è la generosità vera. Questi sono atti degni di riconoscimento, anche comunitario.