Confindustria: soltanto nel terzo trimestre un vero rimbalzo dell'economia italiana

I mercati finanziari ora danno credito all’Italia. Lo dice Confindustria, ricordando che il tasso sovrano ha registrato un netto calo a febbraio, a riflesso della formazione del nuovo Governo. Il Btp decennale è ai minimi storici (0,52% medio nel mese), lo spread sulla Germania a +0,98%, valore che non si vedeva dal 2015. Questo calo, se permanente, taglia il costo del debito per il Paese. Anche la Borsa italiana ne ha beneficiato, recuperando rapidamente dopo il ribasso di gennaio (+6,1% da inizio febbraio), pur rimanendo sotto i valori pre-Covid (-9,8%). Ciò potrebbe spingere la fiducia di famiglie e imprese italiane (rimasta debole a gennaio) e migliora lo scenario per il Pil nel 2021. Anche se le restrizioni anti-Covid restano in campo e nel primo trimestre un recupero dell’attività è ormai compromesso.
Peraltro – aggiunge Confindustria - rischi al ribasso emergono riguardo al ritmo di aumento dei vaccinati: deve essere più rapido per raggiungere le soglie obiettivo fissate a livello Ue entro giugno. L’effetto netto è che cresce la probabilità di un segno positivo del Pil già nel secondo trimestre, ma si conferma che un vero rimbalzo si potrà avere solo nel terzo trimestre”.
Lo scenario incerto e i limiti a spostamenti e acquisti spingono una parte delle famiglie a risparmiare: nel 2020 i depositi hanno registrato un aumento “extra” di 26 miliardi rispetto al trend. La domanda interna resta debole a gennaio: gli ordini domestici dei produttori di beni di consumo sono stabili; le immatricolazioni di auto sono salite dello 0,4%. Ma un allentamento delle restrizioni potrebbe rilanciare fortemente i consumi.
I prestiti alle imprese hanno corso nel 2020, toccando un picco al +8,5% annuo a dicembre, senza però che il maggior debito si potesse tradurre in investimenti, data l’erosione del cash flow in molti settori. Le prospettive per gli investimenti restano deboli nel 2021: le aziende prefigurano un aumento della spesa, ma rispetto ai minimi del 2020. Nel complesso del 2020 l’export è caduto del 9,2%, ma con una progressiva e accidentata risalita dopo il crollo iniziale: tale recupero è stato trainato dalle vendite in Germania, Usa e Cina. Secondo gli ordini manifatturieri esteri, le prospettive per inizio 2021 sono abbastanza positive, specie nei beni intermedi e di investimento, grazie al rafforzamento della domanda in mercati esteri chiave (Europa e Nord America).