Alla
vigilia dell'inaugurazione dell'anno accademico del Politecnico di
Torino, il rettore Guido Saracco, il rettore del Politecnico di
Torino, ha anticipato alcuni temi della sua relazione e ha ripercorso
l’operato dell'ateneo negli ultimi dodici mesi, dall’inizio della
pandemia: “In
questo periodo critico, il Politecnico di Torino con le Università
piemontesi ed esperti da tutta Italia, ha speso molte energie per
supportare il nostro Paese nel fronteggiare la pandemia. Ha operato
per la ripartenza di imprese, circoli sportivi, istituzioni
sanitarie, enti del terzo settore, teatri, cinema, arene sportive,
scuole di ogni ordine e grado. Ha contribuito a realizzare nuove
tecnologie, nuove norme e un continuo servizio di consulenza nella
applicazione ai diversi contesti delle procedure migliori per il
contenimento del rischio di trasmissione del contagio”.
“Ma ancor di più il Politecnico potrà fare per la futura ripartenza della nostra economia”, ha aggiunto Saracco, che racconta di un ateneo solido, che conferma nei numeri le basi su cui le nuove dinamiche imposte dalla pandemia si sono innestate: 36.000 studenti, provenienti per il 61% da fuori Piemonte e dall’estero; 50 corsi tra primo e secondo livello di formazione, 16 corsi di Dottorato per quasi 1.000 dottorandi; 95 milioni di euro ricevuti su 248 progetti del programma europeo Horizon 2020; 939 brevetti depositati e 62 spin-off costituite. Questo solo per citare alcuni dei dati che fotografano un Ateneo che ha retto alla crisi, confermandosi capace di attrarre studenti e finanziamenti e di generare innovazione e impatto sul territorio anche nei mesi della pandemia”.
Il rettore ha poi introdotto quello che sarà uno dei temi conduttori dell’inaugurazione dell’anno accademico: “Tutto il mondo si sta interrogando su come vadano aggiornati i paradigmi dei percorsi formativi dei tecnologi (ingegneri, architetti, pianificatori e designers) come quelli che formiamo al Politecnico. Siamo probabilmente alle porte di un profondo cambiamento di un modello formativo invalso oramai da secoli. È necessario cambiare il proprio modo di insegnare, fare sì che il processo di apprendimento sia più incentrato sugli studenti stessi, che loro diventino protagonisti attivi e non passivi”.
Il bilancio di dodici mesi di Dad (didattica a distanza) al Politecnico è positivo, pur con i suoi momenti di difficoltà. A febbraio 2020 il Politecnico è stato uno dei primi atenei in Italia a strutturarsi per poter garantire lezioni, esami e sessioni di laurea da remoto. Si è trattato di un enorme sforzo organizzativo e finanziario, con investimenti complessivi per oltre cinque milioni di euro.
Secondo grande tema dell’inaugurazione, lo sviluppo dei territori e l’uscita dalla crisi: “Per l’utilizzo dei fondi del Next Generation Eu servono progetti concreti che siano ben recepiti a livello europeo. Credo che l’Italia e il Piemonte in particolare dovrebbe ispirarsi sempre più al modello delle Knwoledge and Innovation Communities (Kic), le Comunità di Conoscenza e Innovazione promosse dalla Comunità Europea a partire dal 2008: luoghi fisici e virtuali per promuovere, a livello locale, la collaborazione tra l’elica Università-Industria-Stato e i corpi intermedi tipici di ciascun territorio”. Quali le fondazioni bancarie, come la Compagnia di San Paolo e la Fondazione Crt.
Di concerto con l’Università di Torino e gli enti di ricerca, il Politecnico focalizzerà quindi una parte delle proprie strutture (laboratori e centri specialistici e interdisciplinari) nelle direzioni più paganti per il supporto alle principali filiere produttive del territorio: la manifattura 4.0, la mobilità sostenibile, l’aerospazio, la salute, l’economia circolare e la bioeconomia, la transizione energetica, digitale ed ecologica, la riqualificazione urbana. I progetti ai quali si sta lavorando sono: La Città della Manifattura 4.0 e della Mobilità Sostenibile a Mirafiori, la Città dell’Aerospazio nell’area di Corso Marche, il Distretto del Digitale, presso la sede principale di Corso Duca degli Abruzzi, il Parco dell’Economia Circolare e della Transizione Energetica presso l’Environment Park di Via Livorno e il Campus Valentino sul Patrimonio e la Rigenerazione Urbana. Allo stesso modo, il Politecnico porterà le competenze integrative necessarie ad alcune delle iniziative di creazione di poli promossi dall’Università di Torino: La Città della Scienza a Grugliasco e la Città della Salute e dell’Innovazione.
“Ma ancor di più il Politecnico potrà fare per la futura ripartenza della nostra economia”, ha aggiunto Saracco, che racconta di un ateneo solido, che conferma nei numeri le basi su cui le nuove dinamiche imposte dalla pandemia si sono innestate: 36.000 studenti, provenienti per il 61% da fuori Piemonte e dall’estero; 50 corsi tra primo e secondo livello di formazione, 16 corsi di Dottorato per quasi 1.000 dottorandi; 95 milioni di euro ricevuti su 248 progetti del programma europeo Horizon 2020; 939 brevetti depositati e 62 spin-off costituite. Questo solo per citare alcuni dei dati che fotografano un Ateneo che ha retto alla crisi, confermandosi capace di attrarre studenti e finanziamenti e di generare innovazione e impatto sul territorio anche nei mesi della pandemia”.
Il rettore ha poi introdotto quello che sarà uno dei temi conduttori dell’inaugurazione dell’anno accademico: “Tutto il mondo si sta interrogando su come vadano aggiornati i paradigmi dei percorsi formativi dei tecnologi (ingegneri, architetti, pianificatori e designers) come quelli che formiamo al Politecnico. Siamo probabilmente alle porte di un profondo cambiamento di un modello formativo invalso oramai da secoli. È necessario cambiare il proprio modo di insegnare, fare sì che il processo di apprendimento sia più incentrato sugli studenti stessi, che loro diventino protagonisti attivi e non passivi”.
Il bilancio di dodici mesi di Dad (didattica a distanza) al Politecnico è positivo, pur con i suoi momenti di difficoltà. A febbraio 2020 il Politecnico è stato uno dei primi atenei in Italia a strutturarsi per poter garantire lezioni, esami e sessioni di laurea da remoto. Si è trattato di un enorme sforzo organizzativo e finanziario, con investimenti complessivi per oltre cinque milioni di euro.
Secondo grande tema dell’inaugurazione, lo sviluppo dei territori e l’uscita dalla crisi: “Per l’utilizzo dei fondi del Next Generation Eu servono progetti concreti che siano ben recepiti a livello europeo. Credo che l’Italia e il Piemonte in particolare dovrebbe ispirarsi sempre più al modello delle Knwoledge and Innovation Communities (Kic), le Comunità di Conoscenza e Innovazione promosse dalla Comunità Europea a partire dal 2008: luoghi fisici e virtuali per promuovere, a livello locale, la collaborazione tra l’elica Università-Industria-Stato e i corpi intermedi tipici di ciascun territorio”. Quali le fondazioni bancarie, come la Compagnia di San Paolo e la Fondazione Crt.
Di concerto con l’Università di Torino e gli enti di ricerca, il Politecnico focalizzerà quindi una parte delle proprie strutture (laboratori e centri specialistici e interdisciplinari) nelle direzioni più paganti per il supporto alle principali filiere produttive del territorio: la manifattura 4.0, la mobilità sostenibile, l’aerospazio, la salute, l’economia circolare e la bioeconomia, la transizione energetica, digitale ed ecologica, la riqualificazione urbana. I progetti ai quali si sta lavorando sono: La Città della Manifattura 4.0 e della Mobilità Sostenibile a Mirafiori, la Città dell’Aerospazio nell’area di Corso Marche, il Distretto del Digitale, presso la sede principale di Corso Duca degli Abruzzi, il Parco dell’Economia Circolare e della Transizione Energetica presso l’Environment Park di Via Livorno e il Campus Valentino sul Patrimonio e la Rigenerazione Urbana. Allo stesso modo, il Politecnico porterà le competenze integrative necessarie ad alcune delle iniziative di creazione di poli promossi dall’Università di Torino: La Città della Scienza a Grugliasco e la Città della Salute e dell’Innovazione.