Moratorie sui crediti, confronto europeo

In seguito all’emergenza Covid-19, molti Paesi europei hanno introdotto misure straordinarie per sostenere la concessione di prestiti e il reddito di famiglie e imprese come le moratorie e le garanzie pubbliche sul credito bancario. “Questi strumenti stanno anche mitigando gli effetti negativi della crisi sui bilanci delle banche” sottolinea Prometeia, che al tema ha dedicato un suo nuovo rapporto.
Con i dati più aggiornati (al terzo trimestre 2020), l’Italia, rispetto agli altri Paesi europei, evidenzia i maggiori volumi di crediti in moratoria: 152 miliardi di euro (cioè il 12% del credito complessivo) e soli 32 miliardi scaduti, contro i 130 miliardi della Francia (3.7% del credito) e altrettanti scaduti, mentre in Spagna i volumi di crediti in moratoria scaduti (106 miliardi) sono addirittura maggiori di quelli ancora in essere (84 miliardi, cioè 4.4% del credito). Valori che evidenziano linee nazionali differenti nell’adattarsi ai mutamenti del Temporary Framework europeo sugli aiuti di Stato. In Germania i volumi sono molto ridotti e più della metà già scaduti: ammontano a soli 8 miliardi le moratorie in essere (0.6% del credito) e a 14 miliardi quelle scadute.
In termini di composizione, la quota di crediti in moratoria è maggiore per le imprese in Francia (85%) e Italia (quasi due terzi), più contenuta in Germania (46%) e Spagna (27%). Le esposizioni in moratoria – scrive Prometeia - mostrano un Npl ratio ancora contenuto (dal 3.9% della Spagna all’1.1% dell’Italia), anche se con un coverage ratio già elevato e pari al 33% in Italia, al 26% in Francia, al 23% in Spagna e al 19% in Germania.
Come avvenuto in Italia, anche nel resto d’Europa molti governi hanno avviato ampi programmi di garanzie pubbliche a sostegno dell’erogazione del credito. A settembre 2020 i prestiti erogati con garanzia erano 115 miliardi in Francia (il 3.3% del credito), 92 miliardi in Spagna (4.8% del credito), 57 miliardi in Italia (4.5% del credito) e 8 miliardi in Germania (solo lo 0.6% del credito). La garanzia pubblica copre nella gran parte dei Paesi circa l’80% del valore dei finanziamenti, con l’unica eccezione della Francia, dove raggiunge solo il 53%.
Grazie a queste misure, in tutti i Paesi si è osservato un forte aumento del credito, in particolare alle imprese, nonostante la caduta del Pil. A dicembre il credito è aumentato del 13.3% in Francia, dell’8.5% in Italia, dell’8.3% in Spagna e del 3.9% in Germania.
Queste misure hanno ridotto poi l’emersione di deteriorati per tutto il 2020. Tuttavia, con il proseguire della pandemia è verosimile un peggioramento della qualità dei prestiti nel 2021, ovvero allo scadere dei provvedimenti. Le autorità di vigilanza stanno spingendo le banche a dotarsi di strumenti idonei a identificare per tempo l’aumento della vulnerabilità dei debitori, in particolare di quelli che hanno aderito alle moratorie, per non rinviare l’emersione di perdite.
Il 28 gennaio 2021, la Commissione Europea ha pubblicato il quinto emendamento al Temporary Framework che prevede un’ulteriore proroga delle misure a sostegno dell’economia al 31 dicembre 2021 e un aumento dei massimali per singola impresa. È stata, inoltre, introdotta la possibilità, entro il 31 dicembre 2022, di convertire gli strumenti rimborsabili (le garanzie, i prestiti o gli anticipi rimborsabili) in sovvenzioni dirette. Una misura introdotta per incentivare i legislatori nazionali a utilizzare, in prima istanza, aiuti sotto forma di prestiti piuttosto che a fondo perduto. È possibile che anche il nuovo governo Draghi recepisca questa estensione nella legislazione nazionale, allungando la scadenza.