Imprenditorialità in calo

Imprenditorialità in calo, nel Nord Ovest più che nella media italiana. Nel primo trimestre 2017, le Camere di commercio hanno registrato 115.739 iscrizioni di nuove imprese ma ne hanno cancellate 131.345, per cessazione dell'attività. Dall'inizio di gennaio alla fine di marzo, perciò, la struttura imprenditoriale del nostro Paese si è impoverita di oltre 15.000 aziende, numero superiore a quello del primo trimestre 2016 (12.681). Il nuovo saldo negativo si aggiunge a quelli dei dodici anni precedenti. Certamente è una conseguenza della gravissima e lunga crisi economica, incominciata nel 2007-2008, ma è anche una evidente crisi della vocazione imprenditoriale nazionale, dell'affievolimento dello spirito d'iniziativa economica degli italiani.
Comunque, la prima parte del 2017 si è chiusa con un tasso d'imprenditorialità negativo per lo 0,26% relativamente all'intero Paese. Ancora più negativi negativi della media nazionale, però, sono risultati i tassi di tutte le province del Piemonte e della Liguria, con l'eccezione de La Spezia (-0,10%). Torino ha fatto segnare -0,54%. Peggio è andata nelle province di Asti (-0,55%), Genova (-0,58%), Cuneo (-0,69%), Vercelli (-0,74%), Alessandria (-0,77%) e Biella (-0,80%), Un po' meglio della provincia con il capoluogo piemontese, invece, sono i dati riguardanti Novara (-0,48%), Verbania (-0,44%), Savona (-0,39%) e Imperia (-0,35%).
Oltre alla congiuntura fortemente sfavorevole, a causare il calo dell'imprenditorialità sono diversi fattori, fra i quali spiccano l'eccesso di burocrazia, di norme e di ostacoli di vario genere, l'incertezza del diritto, l'esosità fiscale, la concorrenza sleale, le lungaggini imposte, politiche più penalizzanti che incentivanti, la scarsa fiducia nel futuro del Paese.