Conti correnti: impennata degli stranieri

L'aumento dell'imprenditoria straniera in Italia, fenomeno confermato ogni tre mesi da Unioncamere, ha riflessi anche sul sistema creditizio nazionale. Negli ultimi sei anni, infatti, il numero dei conti correnti intestati a imprenditori nati fuori dal nostro Paese è cresciuto, mediamente, del 10,5% ogni dodici mesi. Lo ha comunicato l'Abi, l'associazione delle banche italiane, precisando che, a fine 2016, sono diventati 122.494 i conti correnti intestati a imprenditori stranieri operanti nella Penisola, mentre erano 74.237 al 31 dicembre del 2010.
Dalle rilevazioni dell'Abi, fra l'altro, è emerso che il 15% degli imprenditori stranieri titolari di un conto corrente in Italia è cinese, l'8,7% originario del Bangladesh, l'8,3% pakistano e il 4,4% egiziano. Queste le quattro comunità estere con più rapporti contrattuali con le banche attive nel nostro Paese.
Le imprese straniere registrate in Italia dalle Camere di commercio a fine 2016 erano 571.255, il 9,4% del totale nel nostro Paese. Il Piemonte ne contava 41.459 (9,4%), la Liguria 19.828 (12,2%) e la Valle d'Aosta 674 (5,2%). Quanto agli imprenditori stranieri, l'Unioncamere ha precisato che al 31 dicembre scorso erano 785.938, dei quali 56.987 operanti in Piemonte, 26.676 in Liguria e 1.129 in Valle d'Aosta. Gli imprenditori stranieri, che oggi sono l'8,5% , nel 2000 rappresentavano solo il 2,7% di tutti gli imprenditori attivi in Italia.
Ancora l'Abi, che è validamente presieduta da Antonio Patuelli e ha fra i suoi vice il torinese Camillo Venesio (amministratore delegato e direttore generale della Banca del Piemonte, dal 1983), ha ricordato che, al 30 giugno 2017, ammontavano a 1.805,5 miliardi gli impieghi economici degli istituti di credito in Italia, somma superiore dell'1,5% a quella in essere alla stessa data del 2016. Dei prestiti concessi dalle banche, il 4,38% (dato di fine maggio) erano in "sofferenza", cioè di difficile esigibilità.
Quanto ai depositi della clientela privata residente, al 30 giugno 2017, le banche ne contavano per 1.394,6 miliardi, quasi 58 miliardi più di un anno prima (+4,3%).