Damiani nel mirino dei Pir

Nel prossimo novembre, Damiani compirà i suoi primi dieci anni di quotazione alla Borsa di Milano. Nonostante questo, non riceve grande attenzione da parte delle cronache finanziarie e degli investitori, anche se con l'avvento dei Pir (Piani individuali di risparmio), la situazione dovrebbe cambiare, perché i nuovi strumenti finanziari sono destinati a canalizzare i risparmi sulle piccole e medie imprese presenti sul listino di Piazza Affari, incrementandone la capitalizzazione e le possibilità di sviluppo.
Attualmente, la Damiani capitalizza in Borsa poco più di 97 milioni. Eppure è un gruppo che ha chiuso l'esercizio terminato il 31 marzo 2017 con un fatturato consolidato di 161,7 milioni di euro (+4,1% rispetto al precedente) e un patrimonio netto di 63,1 milioni. Il suo ebitda (utile prima degli interessi, delle imposte, degli ammortamenti e delle svalutazioni) è stato di 4,3 milioni, se depurato delle componenti non ricorrenti e migliore di 5,9 milioni. Il risultato netto consolidato è stato negativo per 5,5 milioni; ma la crescita della redditività, l'apporto di nuove risorse finanziarie e l'arrivo di nuovi manager fanno ritenere che l'esercizio appena incominciato sarà ben migliore.
Produttore e distributore di gioielleria e orologeria di alto livello, con marchi che sono punte di diamante del lusso made in Italy (Salvini, Bliss, Calderoni, Rocca 1974 e, naturalmente, Damiani), il gruppo fondato nel 1924 a Valenza, dove ha sede (la città alessandrina è una capitale nazionale dell'oreficeria) opera un po' in tutto il mondo con numerose società, la più recente delle quali è stata costituita a Dubai, nel gennaio di quest'anno, con la partecipazione di un operatore locale. Nel passato esercizio, inoltre, sono state inaugurate le boutique Damiani a Parigi e a Kuala Lumpur.
Recente è anche l'acquisizione del controllo di Venini, la più famosa e blasonata vetreria artistica al mondo, nata nel 1921 a Venezia. L'acquisto della Venini, nel 2016, ha segnato anche l'avvio della diversificazione della Damiani, la cui azione negli ultimi sei mesi ha comunque fatto registrare un aumento del 22% del suo valore borsistico. 
Il Gruppo, che ha oltre 60 punti vendita gestiti direttamente, conta 620 dipendenti, per il 72% donne. Capofila è la Damiani spa, le cui azioni sono possedute per il 58,8% dalla Leading Jewels sa, riconducibile ai fratelli Guido, Giorgio e Silvia Grassi Damiani, che rappresentano la terza generazione proprietaria e alla guida dell'azienda nata per iniziativa di Enrico Grassi Damiani. Gli stessi tre fratelli, entrati nell'impresa di famiglia agli inizi degli anni 90, posseggono singolarmente quote della società: il 6,1%  ciascuno, il presidente Guido (classe 1968) e il vice presidente e amministratore delegato Giorgio (1971) e il 5,3% la vice presidente Silvia, con delega alle Relazioni esterne e all'Immagine del Gruppo). Presidente onorario è la madre Gabriella.
Per le sue creazioni, Damiani ha ricevuto e continua a ricevere premi internazionali.