Uno dei grandi mali della provincia di
Imperia e di altre parti della Liguria è la debolezza dello spirito
d'iniziativa indigeno. Nell'estremo ponente ligure, è scarsa la
densità dei locali che diventano imprenditori, che avviano attività
in proprio. Non stupisce, pertanto, che qui la quota di imprenditori
stranieri sia salita al livello record del 14,8%, al 30 giugno appena
passato. Come censito da Unioncamere, infatti, alla fine del primo
semestre di quest'anno, sono diventate 3.822 le aziende di stranieri
attive nella provincia di Imperia: 148 ogni mille.
In tutt'Italia, soltanto tre province
hanno quote superiori di imprese che fanno capo a stranieri: Prato
(27,7%), dominata dai cinesi; Trieste (15,9%) e Firenze (15,6%).
Imperia è quarta a livello nazionale; ma prima assoluta nel Nord
Ovest, dove, comunque, le imprese di stranieri hanno superato il
livello di 63.000. A fine giugno, infatti, sono risultate esattamente
63.090, delle quali 42.192 in Piemonte, 20.213 in Liguria e 685 in
Valle d'Aosta. Nel secondo trimestre, sono aumentate di 858, saldo
tra le 1.834 nuove iscritte e le 976 cancellate dai registri camerali
in seguito alla loro chiusura.
Nel Nord Ovest, dopo la provincia di
Imperia, è quella di Genova a mostrare la quota più alta di imprese
di stranieri: 12,8%, corrispondente a 10.965. Seguono, nell'ordine:
Torino (11,2%, pari a 24.900 imprese), Novara (10,8% e 3.281), Savona
(10,6% e 3.221) e Spezia (10,6% e 2.205), Asti (9,5% e 2.257),
Vercelli (9,5% e 1.554), Alessandria (9,4% e 4.076), Verbania (7,8% e
1.019), Biella (5,9% e 1.079), Cuneo (5,8% e 4.035), Aosta (5,4% e
685).
E' stata proprio Aosta, però, nel Nord
Ovest, a far segnare il maggior tasso di crescita di imprese
appartenenti a stranieri nel secondo trimestre di quest'anno: qui
sono aumentate del 2,54%, a fronte del 2,03% della provincia di Asti,
dell'1,87% di quella di Imperia, dell'1,17% medio nazionale e dello
0,56% di Biella, minimo delle nostre tre regioni.
Al 30 giugno scorso, ammontavano a
580.303 le imprese di stranieri registrate alle Camere di commercio
italiane, risultando così il 9,5% delle iscritte. Percentuale in
progressiva crescita, da anni. Alla fine del secondo trimestre 2016,
in Italia si contavano 93 imprese di stranieri ogni mille attive e 72
ogni mille cinque anni prima.
Il maggior numero di imprese di
stranieri operanti nel nostro Paese fa capo a marocchini (68.482), i
quali precedono i cinesi (51.546), i romeni (49.020) e gli albanesi
(31.641). Il 31,8% di queste imprese sono artigiane. I loro
principali settori d'attività sono il commercio (208.000 imprese),
l'edilizia (122.000) e la ristorazione.