L'Istat, l'istituto nazionale di
statistica, ha comunicato che, nel nostro Paese, sono 7.338.000 le
donne le quali si dichiarano casalinghe (518.000 meno di dieci anni
fa). Il 40,9%, pari a 3 milioni, ha più di 65 anni; l'8,5% meno di
34 anni. Poco più della metà, nel corso della sua vita, non ha mai
svolto attività lavorativa retribuita. Anche se non pagate, però,
le casalinghe lavorano un sacco: mediamente, in dodici mesi, dedicano
2.539 ore, oltre 7 ore al giorno, per le attività domestiche e la cura
di bambini, adulti e anziani della famiglia.
Tutte insieme, annualmente, le
casalinghe fanno circa 20,5 miliardi di ore di lavoro non retribuito.
Una buona parte degli oltre 71 miliardi di ore di lavoro non
retribuito svolto in Italia per le attività domestiche e a favore
dei familiari, per il 71% a carico, appunto, delle donne.
A proposito, la Fondazione Moressa ha poi calcolato che il lavoro delle donne in Italia, dove il tasso di
occupazione femminile è salito al 48,8% in giugno (record) vale 614 miliardi
di euro all'anno, pari al 41,6% del Pil. E la stessa Fondazione ha
stimato che se i 4,3 milioni di casalinghe che potrebbero farlo, cioè
con età compresa tra i 15 e i 60 anni, entrassero nel mondo del
lavoro, il tasso d'occupazione femminile arriverebbe al 70,3% e il
Pil, cioè la produzione nazionale di ricchezza, aumenterebbe di 268
miliardi all'anno (+18%).
Come pubblicato dal Sole 24 ore alla
vigilia di Ferragosto, la Fondazione Moressa ha anche disaggregato i
dati per regioni.
Così, emerge che se tutte le 213.000
casalinghe potenziali lavoratrici del Piemonte avessero
un'occupazione retribuita il tasso d'occupazione femminile regionale
salirebbe dal 58,2% al 73,7%, mentre in Liguria, che ha 85.000
casalinghe in età da lavoro, passerebbe dal 54,3% al 72,3% e in
Valle d'Aosta (6.000 casalinghe tra i 15 e i 60 anni) dal 61,8% al
75,6%.
I benefici economici per il Nord Ovest
sarebbero enormi. Si può intuire, già ricordando l'entità del Pil
2015 (ultimo dato ufficiale disponibile) delle nostre tre regioni:
127,443 miliardi di euro per il Piemonte (28.870 euro pro capite),
48,008 miliardi per la Liguria (30.438 euro a persona) e 4,384
miliardi per la Valle d'Aosta (34.301 euro per abitante).
Naturalmente, i benefici andrebbero a
tutta l'Italia, dato che il Piemonte contribuisce alla formazione del
7,8% della ricchezza nazionale annuale, la Liguria per il 2,9% e la
Valle d'Aosta per lo 0,3%.
E' impossibile che tutte le casalinghe
potenziali lavoratrici, sia del Nord Ovest che del resto del Paese,
decidano di cercare e trovino un'occupazione retribuita; però, se lo
facesse anche una parte, il risultato economico sarebbe certamente molto positivo. Comunque, il tasso d'occupazione femminile in Italia è ancora in
crescita, dopo che 2016 aveva già toccato il massimo del 48,1%, a
fronte del 47,2% del 2015, il 46,8% del 2014 e il 46,5% dell'anno
ancora precedente.