Senza scampo. Con la casa, l'automobile
resta uno dei beni più bersagliati e spremuti dal Fisco italiano. Lo
ha appena confermato l'Anfia, l'associazione nazionale della filiera
italiana automobilistica, precisando che il carico fiscale
complessivo gravante sulla motorizzazione del nostro Paese, nel 2016,
ha raggiunto i 73 miliardi di euro, il valore più alto di sempre.
L'auto è tassata sempre e in ogni
modo: al momento dell'acquisto, quando la si usa e anche quando si
lascia ferma (il bollo, o tassa di possesso, si paga comunque e,
l'anno scorso, ha portato nelle casse pubbliche 6,61 miliardi, il 9%
in più rispetto al 2015); quando si fa rifornimento, quando si fa
manutenzione, quando si viaggia in autostrada, quando si parcheggia
e, fra l'altro, quando si viola il codice della strada.
Contravvenzioni e parcheggi hanno
generato entrate erariali per 5,62 miliardi in soli 12 mesi. E c'è
molto da dubitare che la metà delle multe incassate dagli enti
locali venga utilizzato per migliorare la sicurezza della
circolazioni, come pure prevede il Codice stradale, indicando che il
25% del ricavato deve essere investito nella manutenzione delle
strade, il 12,5% nel loro controllo e il restante 12,5% nella
segnaletica.
Inoltre, l'Anfia, presieduta da Aurelio Nervo, ha riferito che la
voce d'imposta relativa ai pedaggi autostradali è ammontata a 2,03
miliardi, circa 1,5 miliardi in meno degli introiti derivanti dalle
polizze assicurative Rc, furto e incendio (3,88 miliardi), uno dei
pochissimi costi che sono diminuiti rispetto al 2015.
E' calato anche il gettito fiscale dato
dai combustibili, a 34,82 miliardi, circa un miliardo in meno
rispetto all'anno prima; ma solo in seguito ai ribassi dei consumi
(-0,4%) e dei prezzi dei carburanti, perchè, invece, è ancora
aumentato il peso della componente fiscale sul prezzo finale pagato
dagli automobilisti.
Dopo i carburanti, è l'Iva su
manutenzione, riparazioni, acquisti di pneumatici, ricambi e
accessori che ha reso di più al Fisco: 10,2 miliardi, contro i 9,9
del 2015. Questa voce è risultata superiore anche a quella relativa
all'acquisto delle vetture, la cui Iva è stata pari a 7,15 miliardi,
compresi i diritti di motorizzazione (la sola Ipt ha fatto introitare
l,69 miliardi, l'11,4% in più rispetto al 2015). L'incremento per
gli acquisti di auto è risultato del 15,3% ed è dovuto all'aumento
delle nuove immatricolazioni (le vendite sono cresciute del 18,5%),
dei passaggi di proprietà (+4,1%) e del prezzo medio delle vetture
pagato dai compratori (+3,4%).
Tirando le somme, l'Anfia ha calcolato
che dei 73 miliardi che l'auto ha generato per il Fisco italiano,
cifra pari al 16% delle entrate tributarie nazionali, il 78,8% (57,55
miliardi) deriva dall'uso dei veicoli, il 12,1% (8,84 miliardi) dal
loro acquisto e il 9,1% (appunto 6,61 miliardi) dal loro possesso.
Un vero tesoro, un patrimonio dalle
rendite altissime: ecco cos'è l'automobile per le Amministrazioni
pubbliche.
Aurelio Nervo, presidente Anfia |