MENO CARTE DI CREDITO, PIU' TESSERE
BANCOMAT
Agli italiani piacciono sempre di meno
le carte di credito, ma sempre di più le carte di debito (Bancomat
in testa). Il fenomeno emerge dai dati della Banca d'Italia: alla
fine del 2016, le carte di credito attive sono risultate 13,627
milioni, circa 300.000 in meno rispetto a un anno prima, ma un
milione in meno rispetto al 31 dicembre del 2010.
Al contrario, il numero delle carte di
debito in circolazione è salito a 54,622 milioni, oltre 3,3 milioni
in più rispetto al 31 dicembre 2015 e quasi 17,3 milioni in più
rispetto alla stessa data di sette anni fa.
Comunque, mentre continua a calare il
numero delle banche (604 a fine 2016, mentre erano 760 a fine 2010) e
dei loro sportelli, scesi a 29.039 dai 33.640 di sette anni fa;
cresce, progressivamente, la diffusione dei pos (apparecchiature per la
lettura delle carte elettroniche) diventati 2,180 milioni a fine 2016
mentre erano 1,445 milioni a fine 2010.
OLTRE 380.000 NUOVI PENSIONATI NEI
PRIMI 9 MESI
Un po' più di 380.000. Tanti sono i
nuovi pensionati che hanno incominciato a ricevere il dovuto
dall'Inps nei primi nove mesi di quest'anno. In particolare,
dall'inizio di gennaio alla fine di settembre, 113.304 sono state le
nuove pensioni di vecchiaia (importo medio di 697 euro al mese), 103.512 quelle di anzianità o anticipate (media mensile di 2.016
euro), 29.838 quelle di invalidità (759 euro) e, infine, 133.724
quelle per i superstiti, le più numerose, ma anche le minori per
importo medio mensile (664 euro).
Delle 380.378 nuove pensioni dei primi
nove mesi, 211.319 sono relative ai lavori dipendenti, 50.868 agli
artigiani, 39.959 ai commercianti, 24.227 ai parasubordinati, 22.589
ai coltivatori diretti, mezzadri e coloni; mentre 31.366 sono gli
assegni sociali.
Per quanto riguarda specificatamente il
fondo pensioni lavoratori dipendenti, nei primi nove mesi di
quest'anno i nuovi assegni sono stati 10.594 in più rispetto allo
stesso periodo dell'anno scorso, anche se, nel terzo trimestre, ne
sono stati erogati circa 15.000 in meno.
In particolare, dal primo giorno di
luglio all'ultimo di settembre, il numero delle nuove pensioni di
vecchiaia è calato a 9.588 da 9.789, quello di anzianità e
anticipate a 21.670 da 25.363, quelle ai superstiti a 22.046 da
28.478, quelle d'invalidità a 5.160 e, infine, quelle ai superstiti
a 22.046 da 28.478.
Secondo Unimpresa, quest'anno, la spesa
dello Stato per il pagamento delle pensioni arriverà a quasi 265
miliardi di euro, 3,5 in più rispetto al 2016; mentre supererà i 270
miliardi nel 2018 e sfiorerà i 280 nel 2019.
Come ricorda l'Istat, nel 2015 i
pensionati erano 16,2 milioni (-80.000 rispetto al 2014 e -600.000
rispetto al 2008.
IN VALLE D'AOSTA “COLLABORATORI”
POVERI
Il reddito medio annuo 2016 dei
“collaboratori”, come l'Inps definisce i lavoratori
parasubordinati i cui contributi previdenziali vengono versati
all'Istituto dal committente (persona fisica o soggetto giuridico)
entro il mese successivo a quello di corresponsione del compenso, in
Valle d'Aosta è stato di 19.425 euro, inferiore non soltanto a
quelli in Piemonte (26.184) e in Liguria (24.711); ma anche a quello
medio dell'intera Italia, pari a 22.813 euro.
In tutto il Nord Ovest, i collaboratori
parasubordinati a fine 2016 risultavano 85.756, dei quali 63.366 in
Piemonte, 20.869 in Liguria e 1.521 in Valle d'Aosta. A livello
nazionale erano 917.525. Per oltre la metà, precisamente 504.315, il
rapporto di lavoro era del tipo “amministratore o sindaco di
società”, per 174.035 si trattava di lavori a progetto.
L'Inps, inoltre, aveva censito 51.665
rapporti del tipo dottorato e assegno di ricerca ,circa 34.000
collaboratori della Pubblica amministrazione e altrettanti medici in
formazione specialistica. Infine una curiosità: 15.888 erano
venditori porta a porta.