Da Intesa Sanpaolo a Visibilia Editore, ecco tutte le valutazioni a fine novembre

Quasi 45 miliardi di euro. E' la differenza di valore di Borsa tra la società in testa e quella in coda al gruppo delle 40 quotate in Piazza Affari riconducibili al Nord Ovest, perché vi hanno sede o perché ne sono originarie le persone giuridiche o fisiche che le controllano.
Prima è Intesa Sanpaolo, alla quale il mercato, alla fine del mese scorso, ha attribuito il valore di 44,961 miliardi, il doppio di Fca-Fiat Chrysler Automobiles (22,219 miliardi), al secondo posto nella graduatoria del Nord Ovest per capitalizzazione. La famiglia Agnelli-Elkann-Nasi, però, può vantare il terzo, il quarto e il quinto posto, rispettivamente con Ferrari (17,753 miliardi), Cnh Industrial (14,793 miliardi) ed Exor, la holding del Gruppo (12,339 miliardi).
Sesta, sempre al 30 novembre, è risultata la Diasorin di Saluggia, controllata dalla famiglia del torinese Gustavo Denegri, con 4,318 miliardi; settima Italgas, fondata e rimasta sotto la Mole, con 4,288 miliardi, ottava Buzzi Unicem di Casale Monferrato, come la famiglia Buzzi alla quale fa capo il grande gruppo cementiero (4,224 miliardi). Nona la Sias (famiglia Gavio di Tortona), con 3,353 miliardi e decima Iren, che ha come principali azionisti i Comuni di Torino e di Genova, con 3,081 miliardi.
A guidare il gruppo a ruota delle top ten si trova la genovese Erg della locale famiglia Garrone-Mondini, con 2,401 miliardi. Erg “tira” Astm-Autostrada Torino Milano, altra quotata del gruppo Gavio, con 2,354 miliardi. Tredicesima è la torinese Reply (famiglia Rizzante) con 1,792 miliardi, quattordicesima la Cir (gruppo De Benedetti) con 898,4 milioni, quindicesima la Vittoria Assicurazioni (famiglia Acutis, di Torino) con 821,4 milioni.
Seguono la Juventus (Exor) con 707,8 milioni, Rcs MediaGroup controllata dall'alessandrino Urbano Cairo (capitalizzazione di 643,2 milioni) come la Cairo Comunication (534,7 milioni). Le ultime due di questo gruppetto sono entrambe del gruppo De Benedetti: Sogefi, diciannovesima con 523,1 milioni e la sua controllante Cofide, ventesima con 413 milioni.
Ventunesima è Dea Capital (famiglia Boroli-Drago, di Novara) con 402,8 milioni, a ruota della quale si trovano Gedi Gruppo Editoriale (gruppi De Benedetti ed Exor) con 350,9 milioni, la torinese Prima Industrie con 345,5 milioni, Tecnoinvestimenti (quartier generale sotto la Mole e presidente Enrico Salza) con 287,5 milioni, la torinese Basicnet (famiglia Boglione) con 219 milioni, Orsero di Albenga, come l'omonima famiglia del fondatore, con 177,8 milioni; la torinese Pininfarina con 104,6 milioni. Ventottesima è la Damiani dell'omonima famiglia di Valenza Po, con 86,4 milioni; ventinovesima la genovese Boero Bartolomeo, ancora della famiglia del fondatore; trentesima la Bim-Banca Intermobiliare, con 74,3 milioni.
Il gruppetto finale è formato dalla subalpina M&C (Carlo De Benedetti), con 64,9 milioni; dalla Centrale del Latte d'Italia (capitalizzazione di 47,7 milioni), torinese come Cover50, che fa capo alla famiglia Fassino, che però non ha alcuna parentela con l'ex sindaco ed esponente del Pd (47,2 milioni) e come la Fidia della famiglia locale Morfino (27,5 milioni).

Trentacinquesima è Italia Independent di Lapo Elkann, con 24,3 milioni. Precede la torinese Ki Group, presieduta dalla cuneese Daniela Garnero Santanché (14,1 milioni), la biellese Cdr Advance Capital (12,2 milioni) e Biancamano della famiglia savonese Pizzimbone. Chiudono la graduatoria Banca Carige (10,1 milioni il suo valore al 30 novembre, secondo la Borsa di quel giorno) e Visibila, controllata da Daniela Garnero Santanché, la quale ne è anche presidente e amministratore delegato.
Carlo Messina, ad Intesa Sanpaolo 

Daniela Santanchè, n.1 Visibilia