Due città del Nord Ovest sono tra le
sette italiane con gli abitanti che subiscono il maggior carico
fiscale locale. Si tratta di Torino e Genova, che formano il gruppo
nazionale dei capoluoghi di regione più tartassati con Roma, Napoli,
Bologna, Ancona e Campobasso. Lo ha rilevato il Centro studi di
Unimpresa, unione nazionale delle imprese, che ha preso in
considerazione le aliquote di Irap, Imu, Tasi e addizionali Irpef.
A Torino si paga il 4,13% di
addizionali Irpef, l'1,06% di Imu e lo 0,33% di Tasi. In particolare,
per quanto riguarda le addizionali Irpef, il capoluogo piemontese con
la sua quota complessiva (3,33% per la Regione più 0,80% per il
Comune) si colloca al secondo posto nella graduatoria nazionale dei
più onerosi, preceduto soltanto da Roma, dove l'aliquota totale è
del 4,23% (3,33% per la Regione Lazio e 0,90% per la Capitale).
Genova è quarta, con la quota
complessiva di addizionali Irpef pari al 3,13%, dovuta per il 2,33%
dalla Regione Liguria e per lo 0,80% da Palazzo Tursi). In questa
classifica, Genova, si trova alla pari con Bologna e Potenza, tutte e
tre precedute da Campobasso (3,43% in totale). Inoltre, nel capoluogo
con la Lanterna l'Imu è all'1,06% e la Tasi allo 0,33%, come a
Bologna.
Torino e Genova si trovano nella
compagine dei capoluoghi che hanno i livelli più alti di almeno tre
delle quattro imposte locali sulle imprese, sulle famiglie, sui
capannoni industriali e sulle case.
Invece, Aosta figura nel gruppo dove
unicamente un'imposta locale è tra le più salate e si tratta
dell'Imu, per l'aliquota all'1,06%, come a Milano, altra città
appartenente alla stessa categoria, insieme con Cagliari, l'Aquila,
Trento e Bolzano.
Il trattamento fiscale locale meno
penalizzante lo vanta Venezia, unico capoluogo dove il prelievo è
sempre sotto le soglie più elevate. A Venezia, infatti, l'Irap è al
3,90%, l'Imu allo 0,81%, la Tasi allo 0,29% e le addizionali Irpef
ammontano al 2,03% tra regionale e comunale.
Chiara Appendino, sindaco di Torino |
Marco Bucci, sindaco di Genova |