LA RAI BRINDA: DAL CANONE
1,610 MILIARDI DI EURO (+8,6%)
En plein, o quasi, per la Rai. Al 31
ottobre, il gettito del canone Tv è risultato pari a 1,610 miliardi
di euro, l'8,6% in più rispetto alla stessa data dell'anno scorso,
nonostante la riduzione di questa imposta, tra le più odiate dagli
italiani, a 90 euro dai 100 precedenti. L'aumento del gettito del
canone Tv è una conferma “degli effetti positivi della nuova
modalità di pagamento attraverso la bolletta elettrica” commenta
il ministero dell'Economia e delle Finanze (Mef).
Lo stesso Mef ha comunicato che, nei
primi dieci mesi 2017, le imposte indirette sono ammontate a 161,727
miliardi (+1,3% rispetto allo stesso periodo dell'anno passato),
96,237 dei quali dovuti all'Iva (+2,4%); mentre le imposte dirette
sono cresciute dello 0,1% a 187,541 miliardi. In particolare, l'Irpef
ha portato all'erario 146,798 miliardi, con un incremento dell'1,5%
sui primi dieci mesi 2016, “per effetto principalmente
dell'andamento positivo delle ritenute da lavoro dipendente e da
pensione, che mostrano un aumento di 2,171 miliardi (+1,8%%), in
linea con la crescita tendenziale dell'occupazione”.
Totale delle entrate tributarie
erariali nei primi dieci mesi di quest'anno: 349,268 miliardi, 2,3
miliardi in più rispetto al corrispondente periodo del 2016.
PASSI AVANTI DEL FISCO
SUL FRONTE ANTI EVASIONE
Migliorano i risultati della lotta del
Fisco contro gli evasori. Dall'inizio di gennaio alla fine di
ottobre, le entrate derivanti dall'attività di accertamento e
controllo, riferite solo ai ruoli dei tributi erariali, sono
ammontate a 9,381 miliardi, facendo segnare così un aumento del
32,1%, equivalente a 2,278 miliardi, nei confronti dei primi dieci
mesi 2016.
Il progresso del Fisco nella battaglia
contro l'evasione, che resta comunque altissima e molto diffusa, è
stato rilevato dal Mef, dal quale è giunta anche la notizia che i
giochi d'azzardo (dalle slot machines ai gratta e vinci, dalle
lotterie alle scommesse legalizzate) hanno portato nelle casse dello
stato, sempre nei primi dieci mesi di quest'anno, 11,727 miliardi,
perciò 317 milioni meno che nello stesso periodo dell'anno scorso.
SOLO IL 32% DEL DEBITO PUBBLICO
ITALIANO
NEI PORTAFOGLI DEGLI INVESTITORI
ESTERI
Nell'euro zona, l'Italia è il Paese
che ha la più bassa quota di debito pubblico detenuta da non
residenti, cioè da soggetti stranieri; ma, fuori dall'area dove la
moneta ufficiale è quella regolata dalla Bce di Francoforte, diversi
Stati presentano una percentuale più bassa della nostra.
La quota del debito pubblico italiano
(circa 2.300 miliardi di euro) posseduto da soggetti stranieri è del
32%, a fronte del 73,4% dell'Austria, il 69,2% della Finlandia, il
60% del Belgio, il 59,6% dell'Irlanda, il 58% del Portogallo, il
56,4% della Francia, il 52,2% della Germania, il 48,3% dell'Olanda e
il 45,3% della Spagna.
E' una chiara dimostrazione che gli
investitori esteri hanno nei confronti dello Stato italiano una
fiducia minore che di tutti gli altri Paesi dell'euro zona con
maggiori quote di debito pubblico detenute da non residenti. Gli
investitori internazionali preferiscono sottoscrivere titoli pubblici
di Stati ritenuti più affidabili, che danno maggiori certezze di
pagare i creditori.
Comunque, ad avere tassi di debito
pubblico posseduto da non residenti sono, fra gli altri, gli Usa
(30%), il Canada (22,7%) e, sopra tutti, il Giappone (9,8%), Paese,
quest'ultimo, che ha un debito pubblico pari al 240% del suo Prodotti
interno lordo.