Juventus al primo posto a fine 2017.
Non è un errore. E' vero che la squadra bianconera ha finito l'anno
in seconda posizione nel campionato italiano di calcio, preceduta dal
Napoli per un punto; ma è altrettanto vero che la società torinese
presieduta da Andrea Agnelli è quella che, al 31 dicembre, ha
evidenziato la migliore performance annuale di Borsa. Rispetto
all'ultimo giorno 2016, l'azione Juventus ha presentato un valore
superiore del 153,06%, il maggiore incremento percentuale fra le
quotate del Nord Ovest e non solo.
Dietro la Juve, nel “campionato”
2017 giocato in Piazza Affari dalle 40 imprese che fanno capo, per
diverse ragioni, a persone fisiche o giuridiche di Piemonte e
Liguria, si sono piazzate Astm-Autostrada Torino Milano (+132,08%
come performance annuale) e Biancamano, la holding della famiglia
savonese Pizzimbone (+130,01%). Biancamano ha conquistato il podio,
grazie a un punto percentuale in più rispetto alla Visibilia
Editore, controllata e guidata dalla cuneese Daniela Garnero
Santanchè (+129,91%).
A poter vantare una performance annuale
superiore al 100%, c'è un'altra sola quotata del Nord Ovest: la
torinese Prima Industrie, che ha al vertice Gianfranco Carbonato.
Rispetto al 30 dicembre 2016, il prezzo dell'azione Prima Industrie è
cresciuto del 115,97%.
Performance inferiori al 100%, ma
superiori al 50% sono state attribuite da Borsa Italiana a Sias,
società del gruppo Gavio come Astm (+90,55%), Fca-Fiat Chrysler
Automobiles (+71,6%), alla Sogefi dei De Benedetti (+69.92%), alla
biellese Cdr Advance Capital (+67,21%), a Iren (+62,34%), alla
Ferrari (+56,58%), alla subalpina Reply della famiglia Rizzante
(+54,8%), alla Cofide, holding dei De Benedetti (+53,46%), alla
Pininfarina (+53,14%) e alla genovese Erg dei Garrone-Mondini
(+50,68%).
Performance inferiori al 50% ma
superiori al 20% sono stati ottenuti da Rcs MediaGroup controllata
dall'alessandrino Urbano Cairo (+45,3%), Cnh Industrial, controllata
Exor (+35,31%), Tecnoinvestimenti, guidata dalla coppia piemontese
Enrico Salza-Pier Andrea Chevallard (+33,23%), Diasorin della
famiglia torinese Denegri (+31,67%), Fidia, torinese che fa capo alla
famiglia Morfino (+24,59%), Exor, holding della famiglia
Agnelli-Elkann-Nasi (+24,09%), Dea Capital, della famiglia novarese
Boroli-Drago (+20,78%).
Hanno chiuso il 2017 con prestazioni
contrassegnate dal segno più, infine, Vittoria Assicurazioni della
famiglia torinese Acutis (+19,44%), Cover50 della famiglia torinese
Fassino (+16,85%), Cir, capogruppo industriale dei De Benedetti
(+14,78%), Intesa Sanpaolo (+13,9%), la valenzana Damiani che fa
capo ai fratelli Grassi Damiani (+12,23%), la torinese Basicnet dei
Boglione (+12,2%), Boero Bartolomeo dell'omonima famiglia genovese
(+6,3%) e la subalpina Centrale del Latte d'Italia (+4,34%).
La quotata del Nord Ovest che nel 2017
ha perso più di tutte le altre società dell'area è stata Banca
Carige (-70,5% rispetto al 30 dicembre 2016). Un po' meno peggiore è
stato il risultato della torinese Bim-Banca Intermobiliare (-66,02%).
Con loro hanno chiuso negativamente il confronto annuale M&C,
controllata di Carlo De Benedetti (-25,21%), Italia Independent di
Lapo Elkann (-14,42%), la torinese Ki Group presieduta da Daniela
Santanchè (-12,13%), Gedi Gruppo Editoriale, controllata dai De
Benedetti e partecipata da Exor (-5,71%), Cairo Communication
(-2,01%), Orsero di Albenga (-1,45%) e la casalese Buzzi Unicem
(-0,75% l'azione ordinaria).
Andrea Agnelli, presidente Juventus |
Vittorio Malacalza, vice presidente Carige |