“Cerea”. E' con questo saluto
piemontese reverenziale che la Banca d'Alba si presenta ai torinesi
della Crocetta, alla vigilia dell'apertura della filiale nel
quartiere “in” del capoluogo, in programma alla metà di
febbraio. Il cartello con il tradizionale e rispettoso “Cerea” è
comparso sulle vetrine all'angolo di corso De Gasperi e via
Cristoforo Colombo, dove si stanno ultimando i lavori di quella che
sarà l'ottava filiale della Banca d'Alba in Torino città.
L'iniziativa torinese della Banca
d'Alba, che proprio nel 2018 compie i suoi primi vent'anni (è nata
nel 1998 dalla fusione di tre Casse rurali e artigiane: Diano d'Alba,
Gallo di Grinzane Cavour, Vezza d'Alba, tutte sorte alla fine del
1800), è in controtendenza rispetto al sistema. Quasi non passa
giorno, infatti, che non vengano annunciate chiusure di filiali, da
parte di istituti di ogni dimensione. La nuova apertura, perciò,
indica che la Banca d'Alba crede nel mercato torinese e ha la volontà
di continuare a crescere anche attraverso la diffusione territoriale.
Al 30 giugno scorso, la Banca d'Alba (presidente Tino Cornaglia, vice Pierpaolo Stra e direttore
generale Riccardo Corino), disponeva di 70 sportelli, distribuiti nelle province di
Cuneo, Alessandria, Asti, Torino, Verbania, ma anche Imperia e
Savona. Aveva 454 dipendenti e un patrimonio netto di 327 milioni di
euro. Presentava una raccolta diretta di 3,683 miliardi, una raccolta
indiretta di 2,195 miliardi e crediti verso clientela per 2,798
miliardi (sofferenze nette al 4,7%).