I grandi clienti meno affidabili per le
banche, a livello italiano, si trovano in due province del Nord
Ovest, quelle di La Spezia e di Verbania. A farlo constatare è una
ricerca dell'Ufficio studi della Cgia di Mestre, l'associazione
locale degli artigiani e delle piccole imprese. La quota di
“sofferenze” generata dal primo 10% degli affidati dalle banche
operanti nello Spezzino è risultata pari all'87,8% dei crediti in
essere al 30 settembre scorso (rilevazione più recente della Banca
d'Italia). Nessuna delle altre 109 province italiane ha mostrato un
tasso più alto.
Ma se il record negativo spetta a La
Spezia, il risultato del Verbano-Cusio-Ossola è poco meno peggiore.
La quota delle sofferenze bancarie (crediti la cui riscossione totale
non è certa, perché i soggetti debitori si trovano in stato di in
solvenza o in situazioni sostanzialmente equiparabili) dovuta ai
maggiori debitori (grandi aziende, gruppi, famiglie a capo di
imprese) della provincia di Verbania è dell'86,4%, la seconda più
elevata a livello nazionale.
E i seguenti sono i tassi delle altre
province del Nord Ovest: Aosta 81,6%, Biella 80,4%, Cuneo 80,3%,
Savona 890%, Torino 78,1%, Genova 77,8% come Novara, Alessandria
77,7%, Asti 76,8%, Imperia 74,3% e Vercelli 71,4%.
E' nella provincia di Vercelli, dunque,
che i grandi clienti fanno soffrire meno le banche; fra l'altro,
figurando tra i più affidabili, o meglio, tra i meno preoccupanti
per gli istituti di credito, a livello italiano. Infatti, soltanto le
province di Taranto, Sondrio, Agrigento e Lodi, possono vantare un
dato migliore di quello vercellese.
Nel nostro Paese, il primo 10% dei
soggetti debitori nei confronti delle banche ha il 79,8% dei crediti
concessi dagli istituti ed è responsabile dell'81% dei 170,239
miliardi che costituivano le sofferenze bancari alla fine del
settembre scorso. Come ha spiegato il responsabile dell'Ufficio studi
della Cgia di Mestre, “in buona sostanza dei circa 1.500 miliardi
di euro erogati dalle banche a famiglie, imprese e società
finanziarie, 1.220 miliardi sono stati prestati a un ristretto numero
di soggetti che – è proprio il caso di dire – presenta un
elevatissimo potere negoziale”.
E ha aggiunto: “Non si sarebbe nulla
di strano se questo 10% di affidati fosse solvibile. Una banca,
infatti, deve aiutare che ha bisogno di risorse finanziarie; ma se,
allo stesso tempo, è anche nelle condizioni di restituire nei tempi
concordati quanto ottenuto. In Italia, invece, le cose continuano ad
andare diversamente”.
Alla fine di settembre 2017, in
Piemonte si contavano 82.087 affidati bancari in sofferenza (con
debiti di difficile riscossione per 9,845 miliardi di euro), in
Liguria 30.128 con sofferenze per 3,137 miliardi) e in Valle d'Aosta
1.687 con sofferenze per 167 milioni.