Le famiglie del Nord Ovest fanno
“soffrire” le banche più di quelle del resto d'Italia. A farlo
constatare sono i nuovi dati della Banca d'Italia.
Alla fine del terzo trimestre dell'anno
scorso, infatti, gli istituti di credito di Piemonte, Liguria e Valle
d'Aosta hanno denunciato di avere in “sofferenza” prestiti concessi alle
famiglie consumatrici per un valore complessivo di 1,721 miliardi di
euro, pari al 12,66% del totale delle “sofferenze” delle tre
regioni, ammontate a 13,594 miliardi.
A livello nazionale, invece, la quota
delle “sofferenze” delle famiglie consumatrici, al 30 settembre
2017, era pari all'11,2% dei 170,9 miliardi costituenti la somma dei
crediti "la cui riscossione totale non è certa perché i soggetti
debitori si trovano in condizioni di in stato di insolvenza o in
situazioni sostanzialmente equiparabili" (traduzione di "sofferenza").
Rispetto alla media nazionale, il tasso
delle sofferenze bancarie imputate alle famiglie consumatrici del
Nord Ovest è superiore di circa un punto e mezzo.
La maggior parte delle sofferenze
generate dalle famiglie del Nord Ovest sono relative a mutui per
l'acquisto di abitazioni (1,128 miliardi tra Piemonte e Valle
d'Aosta, 394 milioni in Liguria), mentre il credito al consumo ha
inciso per 153 milioni in Piemonte e Valle d'Aosta e per 46 milioni
in Liguria.
Ben più delle famiglie consumatrici,
però, a far “soffrire” le banche sono le società non
finanziarie, le imprese: nei confronti di questa categoria di debitori, al 30 settembre scorso, gli istituti attivi
in Piemonte e Valle d'Aosta avevano crediti considerati inesigibili
del tutto o in parte, per poco più di 7 miliardi in Piemonte e Valle d'Aosta e per 2,2
miliardi in Liguria (circa 35,5 miliardi nell'intero Paese).
Tornando ai debiti delle famiglie
consumatrici in sofferenza, Banca d'Italia ha anche rilevato che la
somma delle “inadempienze probabili” a fine settembre 2017 era di
505 milioni in Piemonte e Valle d'Aosta e di 200 milioni esatti in
Liguria. L'Istituto di Vigilanza, inoltre, ha riferito che allora
ammontavano a 106 milioni i prestiti scaduti e non rimborsati da
parte delle famiglie consumatrici di Piemonte e Valle d'Aosta e a 33
milioni quelli delle famiglie abitanti in Liguria.
La “sofferenza” creditizia non va
identificata con un semplice ritardo del cliente nei pagamenti,
perché il ritardo nei pagamenti non è una condizione sufficiente
per la segnalazione come “sofferenza” alla Centrale dei rischi.
La classificazione di un credito tra quelli in sofferenza è data
dall'intermediario finanziario (principalmente la banca), dopo una
specifica valutazione della situazione finanziaria del cliente che
porti alla considerazione che il debitore si trova in uno stato di
insolvenza.
Cristina Balbo, presidente Abi Piemonte |