Ridurre la tassazione sul ceto medio,
applicando l'aliquota fissa del 27% ai redditi da 15.000 a 75.000
euro e, contestualmente, abolendo le aliquote del 38% e del 41%. E'
la proposta che Enrico Zanetti, ex vice ministro dell'Economia nel
governo Renzi ed ex segretario di Scelta Civica, neo cofondatore di
Noi con l'Italia (“la quarta gamba del centro-destra”), ha
illustrato, ieri, all'incontro con i numerosi aderenti al club
torinese “Dumse da fé” organizzato dal commercialista Piero
Gola.
Enrico Zanetti ha spiegato che
l'adozione di questo provvedimento consentirebbe a sei milioni di
contribuenti di risparmiare tra i 1.500 e i 3.000 euro all'anno, una
boccata d'ossigeno per quel ceto medio “che più ha pagato in
questi anni di crisi”.
Enrico Zanetti ha aggiunto che questa
“flat tax” specifica, prima tappa verso l'obiettivo della tassa
forfettaria al 23%, da raggiungere progressivamente, costerebbe nove
miliardi nel suo primo anno e 12 a regime; ma sarebbe assolutamente
sostenibile, soprattutto se accompagnata dalla quella “pace
fiscale” (specie di condono) destinata a finanziare anche la no tax
area fino a 12.000 euro, determinando così risparmi anche per i
redditi più bassi.
Nato a Venezia nel 1973, laurea in
Economia e commercio all'Università di Trieste, sposato con Barbara,
due figli, Enrico Zanetti è anche socio amministratore di Eutekne,
centro di studi tributari con sede a Torino. Nel dicembre scorso ha
condiviso la costituzione di “Noi con l'Italia” insieme con il
cuneese Enrico Costa, Flavio Tosi, Maurizio Lupi e Raffaele Fitto.
“Dumse da fé” è il club che,
coordinato da Piero Gola, riunisce un gruppo di esponenti del sistema
locale imprenditoriale, accademico, istituzionale, sociale e delle
libere professioni, invitati, ogni due settimane, ad ascoltare
l'invitato di turno e poi a discutere il suo intervento.
Enrico Zanetti all'incontro del club "Dumse da fé" |