“Nerissima, l'ultima settimana
borsistica. Tutte le quotate che si possono considerare piemontesi -
perché in regione hanno sede o direzione generale o le radici il
principale socio - venerdì hanno visto le loro azioni con prezzi
inferiori a quelli di sette giorni prima. Unica eccezione la
Bim-Banca Intermobiliare, che ha chiuso a 0,662 euro a fronte dei
0,64 euro della seduta del 2 febbraio”. Inizia così l'articolo
pubblicato oggi, 11 febbraio, nella pagina di Economia del Corriere
Torino, l'edizione locale del Corriere della Sera.
Volendo allargare il campo all'intero
Nord Ovest, va aggiunto che la settimana passata è stata all'insegna
dell'Orso anche per le liguri Erg (15,69 euro il prezzo finale della
sua azione, a fronte dei 16,39 euro del 2 febbraio) e Orsero di
Albenga (8,95 euro a fronte di 9,15), ma non per la Biancamano dei
savonesi Pizzimbone, il cui titolo è salito da 0,326 a 0,380 euro.
Sostanzialmente invariata, invece, l'ordinaria di Banca Carige: 0,008
euro, valore corrispondente a una capitalizzazione complessiva di
442 milioni, inferiore di 27,5 milioni a quella del venerdì
precedente, quando l'azione era stata trattata a 0,0085 euro.
Quanto a Erg, il valore riconosciuto da
Piazza Affari alla società controllata dalla famiglia
Garrone-Mondini, al termine della seduta di venerdì scorso è stato
di 2,359 miliardi, circa 100 milioni di euro in meno rispetto al 2
febbraio.
Tornando all'analisi del Corriere
Torino, nell'articolo si legge che “Da un venerdì all'altro,
soltanto le tredici società “piemontesi” più capitalizzate sono
state svalutate di oltre 8 miliardi di euro, da Piazza Affari. E'
infatti sceso a 153,337 miliardi il valore riconosciuto dal mercato
all'insieme formato da Intesa Sanpaolo, Fca-Fiat Chrsyler
Automobiles, Ferrari, Cnh Industrial, Exor, Ubi Banca, Diasorin,
Italgas, Buzzi Unicem, Sias, Iren, Astm-Autostrada Torino Milano e
Replay”.
E' stato rilevato, inoltre che “l'81,4%
del deprezzamento del complesso dei 13 titoli piemontesi più
capitalizzati si deve alle quattro società che fanno capo alla
famiglia Agnelli-Elkann-Nasi. Il loro valore è sceso di 6,6
miliardi: in particolare, il calo è stato di 2,148 miliardi per Cnh
Industrial, 1,115 miliardi per Fca, 1,176 miliardi per Exor (la
capogruppo) e 1,163 miliardi per la Ferrari. Alla chiusura di venerdì
scorso, secondo Piazza Affari, il poker della Famiglia torinese
valeva 79 miliardi”.
Aggiungendo la Juventus (valore
borsistico di 778 milioni, 43 meno del 2 febbraio), altra controllata
da Exor, la capitalizzazione delle cinque quotate facenti capo alla
famiglia Agnelli-Elkann-Nasi, sale a quasi 80 miliardi.
In assoluto, il calo maggiore, dopo
quello delle quattro principali quotate targate Torino, è stato di
Intesa Sanpaolo, la capitalizzazione è risultata di 48,903 miliardi,
inferiore di mezzo miliardo ai 49,403 miliardi del venerdì
precedente. Quanto alle due quotate del gruppo Gavio – Sias e Astm
– insieme hanno fatto registrare una perdita virtuale di 422
milioni, dato che la loro capitalizzazione è scesa a 5,080 miliardi.
Di poco inferiore a quello della coppia dei Gavio è stato il
deprezzamento della sola Buzzi Unicem, alla quale Piazza Affari ha
attribuito un valore di 3,391 miliardi, a fronte dei 3,916 miliardi
del venerdì precedente.
Le cinque quotate che fanno capo ai De
Benedetti, Carlo e i suoi figli – Cir, Cofide, Gedi Gruppo
Editoriale, M&C, Sogefi – alla fine di venerdì capitalizzavano
insieme poco più di 2 miliardi: 872,1 milioni la Cir, 361 milioni
Cofide, 296,6 milioni Gedi Gruppo Editoriale, 54,5 milioni M&C e
430,7 milioni Sogefi. In particolare, l'azione Gedì venerdì ha
toccato il suo minimo storico avendo chiuso a 0,583 euro.
Gruppo Cairo. Le due società che hanno
come azionista di maggioranza assoluta il presidente del Torino al
termine della settimana valevano in Piazza Affari 1,075 miliardi:
502,7 milioni la Cairo Communication e 572 milioni Rcs MediaGroup,
della quale Urbano Cairo è presidente e amministratore delegato.
Ed ecco le nuove capitalizzazioni delle
altre quotate “piemontesi” maggiori: Diasorin 3,891 miliardi
(-392 milioni rispetto al 2 febbraio), Italgas 3,628 miliardi (-228
milioni), Iren 2,860 miliardi (-222 milioni), Reply 1,885 miliardi
(-114 milioni) e Ubi Banca 4,686 miliardi (-34 milioni). Ubi ha come
maggiore socio la Fondazione cuneese Crc, che ne possiede il 5,91%
del capitale.
John Elkann, numero uno di Exor |