Uno a uno, tra le holding di due gruppi
piemontesi di livello mondiale, la Ferrero International, il colosso
dolciario nato ad Alba, e l'Exor della famiglia Agnelli-Elkann-Nasi,
a capo di un conglomerato non soltanto autoveicolistico.
Uno a uno perché l'utile netto 2017 di
Exor è stato di 1,39 miliardi (588 milioni nel 2016) mentre quello
di Ferrero International è stato di 546,3 milioni (280,6
nell'esercizio precedente, chiuso come sempre il 31 agosto); ma la
capogruppo lussemburghese presieduta da Giovanni Ferrero ha deciso di
distribuire un dividendo di 800 milioni, a fronte degli 82,3 milioni
che si divideranno i soci della finanziaria di diritto olandese
guidata da John Elkann (0,35 euro per azione, come l'anno scorso).
Exor ha più che raddoppiato il
risultato netto consolidato, grazie soprattutto al miliardo e più
apportato da Fca-Fiat Chrysler Automobiles; la Ferrero International
l'ha aumentato di circa il 95% (a livello consolidato, però, è
sceso a 657 milioni dai 793 dell'esercizio terminato a fine agosto
2016).
Il valore degli asset del gruppo
Ferrero, che nell'esercizio concluso il 31 agosto scorso ha fatturato
10,5 miliardi, sono saliti a 9,3 miliardi dagli 8,7 precedenti;
quello di Exor a 22,97 miliardi dai 14,642 di fine 2016, sempre al
netto del debito. Fra l'altro, Exor ha comunicato di avere un
indebitamento finanziario netto di 3,136 miliardi al 31 dicembre
2017, comunque inferiore di 260 milioni rispetto alla stessa data del
2016.
John Elkann presidente e ad Exor |
Giovanni Ferrero, presidente Ferrero International |