Borsa: ecco le azioni piemontesi e liguri che hanno perso o guadagnato di più


“Utili netti aumentati spesso più del 30% e buoni dividendi, sempre superiori ai rendimenti dei titoli di Stato (per la verità, a livelli ormai infimi). E' quanto stanno presentando quasi tutte le società quotate che fanno riferimento al Piemonte. Ma i risultati più che positivi conseguiti nel 2017, le prospettive favorevoli per il 2018 e la marea di milioni di euro che stanno per essere distribuiti come remunerazione agli investitori non bastano a far risalire le quotazioni, naturalmente nel complesso, perché non mancano le eccezioni”.
E' l'inizio dell'articolo pubblicato oggi, 18 marzo, dal Corriere Torino, edizione locale del Corriere della Sera diretta da Umberto La Rocca. Nell'analisi del Corriere Torino viene precisato che “nel mese di febbraio, il valore (capitalizzazione) dell'insieme delle quotate piemontesi è diminuito di 9,274 miliardi di euro, scendendo a 161,3 miliardi, il 5,4% in meno rispetto ai 170,585 miliardi che risultavano al 31 gennaio. E la tendenza negativa è continuata, almeno fino a venerdì scorso e a livello generale”.
Al 16 marzo, infatti, è risultata in rosso, più o meno intenso, la metà dell'insieme delle azioni delle società piemontesi presenti nei listini di Piazza Affari. E questa metà comprende titoli tra i più “pesanti” in assoluto, a partire da quello di Intesa Sanpaolo, la quotata con maggiore capitalizzazione (48,8 miliardi con le sole ordinarie, calate dello 0,65 nell'ultimo mese), Fca-Fiat Chrsyler Automobiles (-3,42%), Ferrari (-3,50%), Cnh Industrial (-2,37%), Buzzi Unicem (-2,1%) fino alla meno capitalizzata di tutte, la Visibilia Editore della cuneese Daniela Garnero Santanché, la cui azione ha perso il 23,64%, facendo così precipitare a tre milioni e spiccioli il valore della società riconosciuto dalla Borsa.
Un po' inferiori a quelli della piccola Visibilia sono stati i ribassi di Sogefi (-18,22%), Cairo Communication (-11,40%), Gedi Gruppo Editoriale (-10,30%), Bim-Banca Itermobiliare (-6,86%), Italia Independent di Lapo Elkann (-6,38%), Juventus (-4,55%) e Pininfarina (-4,55%).
Fra le piemontesi che, invece, hanno registrato un aumento del valore delle loro azioni nei trenta giorni finiti venerdì si trovano anche alcune “grandi”, comprese Exor, la holding della famiglia Agnelli-Elkann-Nasi, che capitalizza 14,7 miliardi (+1,09%), Diasorin (+2,56%), Italgas (+5,5%) e la coppia della famiglia Gavio, cioè la Astm (+6,69%) e la Sias (+6,21%). 
Tra le “medie” che hanno incrementato maggiormente il loro valore borsistico figurano Cir (+5,26%), Rcs MediaGroup (+17,58%), Dea Capital (+5,63%), Prima Industrie (+15,03%) e Cofide (+3,25%), la holding del gruppo controllato dai fratelli De Benedetti, il cui padre, Carlo, ha avuto la soddisfazione di vedere crescere del 42,79% (record degli ultimi trenta giorni) il prezzo della sua M&C, la quale, però, capitalizza meno di 75 milioni. Il secondo maggior rialzo del mese finito venerdì, per quanto riguarda le sole piemontesi, è stato dell'azione Borgosesia (+18,64%). 
Per quanto riguarda le liguri, ecco le variazioni percentuali delle quotazioni di venerdì rispetto al 16 febbraio: Banca Carige, che ha la famiglia di Vittorio Malacalza come socio principale (+30,14), Biancamano dei savonesi Pizzimbone (-10,29), Boero Bartolomeo (+1,54), Erg controllata e guidata dai genovesi Garrone-Mondini (+21,99%), Orsero di Albenga (-0,44).

Vittorio Malacalza (Banca Carige)
Daniela Santanchè (Visibilia Editore)