Aeroporto di Torino: il 58% vola low cost salita all'80,28% la quota di 2i nella Sagat

Giuseppe Donato, presidente Sagat

Alitalia in ritirata, ma Blue Air e Volotea all'attacco, al “Sandro Pertini”, l'aeroporto di Torino Caselle. Il fenomeno double face emerge dalla lettura del bilancio 2017 della Sagat, la società che gescisce lo scalo subalpino.
Blue Air, la compagnia romena fondata nel 2004 che ha scelto Torino come hub a fianco di quello naturale di Bucarest, l'anno scorso ha contato al “Sandro Pertini” 984.102 passeggeri, il 37,2% in più rispetto al 2016 (nessun alto vettore ha avuto un aumento percentuale maggiore).
Grazie a questo incremento, Blue Air ha consolidato il suo secondo posto nella graduatoria delle compagnie di linea con clienti a Caselle, mancando per poco la conquista del primo, ancora occupato da Ryanair, la quale ha contato 991.534 passeggeri, tra arrivi e partenze, l'1,6% in più. Ryanair si è aggiudicata il 24,7% dei passeggeri 2007 dello scalo torinese, a fronte del 24,6% di Blue Air e del 15,4% di Alitalia.
Nel 2017, i passeggeri del “Pertini” che hanno volato Alitalia sono stati 617.578, il 13,5% in meno rispetto al 2016. Confronti negativi hanno mostrato (-1,7%) anche Air France (171.355 passeggeri, pari al 4,3% dei trasportati) e British Airways (117.871, pari al 2,9%). Invece, hanno incrementato il numero di clienti Lufthansa (338.251, il 2,9% in più), Volotea (122.948, il 32,2% in più, il secondo maggiore tra le compagnie operanti a Caselle), Klm (112.479, il 4,5% in più) e Air Nostrum (68.080, il 4,8% in più).
Naturalmente, Ryanair, Blue Air e Volotea hanno occupato tutto il podio 2017 dei vettori low cost attivi al “Sandro Pertini”. Queste tre compagnie e le altre low cost si sono assicurate il 58,2% del locale traffico di linea, trasportando 2.333.832 passeggeri, il 16,6% in più rispetto al 2016.
Un'altra notizia contenuta nell'ultimo bilancio della Sagat, che al vertice il presidente Giuseppe Donato e l'amministratore delegato Roberto Barbieri, riguarda l'assetto societario. Nel documento, infatti, si legge che il 15 marzo di quest'anno c'è stata la girata delle azioni Sagat dalla Città Metropolitana di Torino alla 2i Aeroporti, che si è aggiudicata la quota di capitale della società all'asta del 23 febbraio rilevandola per 6,068 milioni.
Roberto Barbieri, amministratore delegato Sagat
In seguito alla nuova acquisizione, 2i Aeroporti (gruppo Cdp – Cassa depositi e prestiti) possiede ora l'80,28% della Sagat, mentre Fct Holding, finanziaria del Comune di Torino, ha il 10% esatto e Tecno Holding (Camere di commercio) il 6,761%. Il restante 2,96% è costituito da azioni proprie in portafoglio alla stessa società.
La Sagat, che ha oltre 240 dipendenti, nel 2017 ha avuto un valore della produzione pari a 62,128 milioni (+9,6%), un margine operativo lordo di 19,053 milioni (+23,9%) e un utile netto di 11,087 milioni (+71,8%), per cui il roe (indice di redditività dell'attivo) è risultato del 23,78%, superiore di oltre 10 punti al precedente (13,55%). Il dato assume un valore ancora maggiore se si considera che ancora quattro anni prima il roe era stato dello 0,35% (utile netto di 215.000 euro) e nel 21012 addirittura negativo (-1,94%), in conseguenza della perdita di 1,167 milioni di quell'esercizio.
Al 31 dicembre scorso, Sagat presentava una posizione finanziaria netta positiva per 14,520 milioni, pur dopo avere investito, nell'esercizio, altri 6,4 milioni.