Borsa: le società quotate del Nord Ovest hanno schivato (finora) la mina politica


“La turbolenza politica successiva alle elezioni politiche del 4 marzo ha fatto rialzare lo spread e ha anche contribuito, venerdì, a far riscendere sotto i 23.500 punti l'indice Ftse Mib, che rappresenta le 40 principali società trattate alla Borsa di Milano. Però, finora, ha solo un po' rallentato la rimonta dei prezzi delle azioni delle quotate piemontesi”.
Incomincia così la rubrica domenicale che il Corriere Torino, edizione locale del Corriere della Sera, dedica alle società quotate in Borsa che fanno riferimento al Piemonte, perchè vi hanno sede o il quartiere generale o perchè in questa regione hanno le radici loro o i loro soggetti controllanti.
“Alla fine dell'ultima seduta di Piazza Affari, infatti – continua l'articolo del Corriere Torino - il valore riconosciuto dal mercato alle dieci maggiori società che fanno riferimento al Piemonte è risultato di 153,843 miliardi di euro, 5,633 miliardi in più rispetto all'ultimo giorno di febbraio, vigilia del voto. Da allora, quindi, la capitalizzazione delle top ten piemontesi è aumentata del 3,8%”.
Anche aggiungendo le altre cinque maggiori quotate piemontesi la situazione non cambia, perchè il valore delle prime 15 arriva a superare i 160 miliardi (160,560 per la precisione), evidenziando un aumento del 4%, pari a 6,220 miliardi.
Secondo l'autore dell'analisi, “può darsi che anche la Borsa prossimamente risenta delle preoccupazioni della grande finanza internazionale conseguenti alle novità politiche; però, fino a venerdì scorso non è successo. Solo tre delle 15 quotate piemontesi a più alta capitalizzazione presentano un ribasso del loro valore rispetto a fine febbraio. Sono Intesa Sanpaolo, la cui capitalizzazione è scesa di 610 milioni a 51,691 miliardi; Cnh Industrial (14,153 miliardi, 1,136 miliardi in meno) e Cir (861 milioni, 12 in meno)”.
Le altre 12, ancora venerdì, hanno mostrato una capitalizzazione superiore a quella pre-voto, addirittura di oltre due miliardi sia Fca-Fiat Chrysler Automobiles, ammontata a 29,232 miliardi, sia Ferrari (22,005 miliardi). E di 982 milioni è risultato l'incremento di Exor, la holding della famiglia Agnelli-Elkann-Nasi che controlla Fca, Ferrari, Cnh Industrial e Juventus. La Borsa ha valutato Exor 15,461 miliardi.
Dal 28 febbraio è aumentata la capitalizzazione anche di Diasorin (+810 milioni), Sias (+561), Italgas (+451), Buzzi Unicem (+342), Astm-Autostrada Torino Milano(+328), Reply (+188), Ubi Banca (+155), Vittoria Assicurazioni (+63) e Rcs MediaGroup (+32). Per valore di mercato, Rcs MediaGroup ha sorpassato la Juventus: 627 milioni contro i 620 della società bianconera.
Quanto alle liguri, il confronto delle capitalizzazioni dell'ultima seduta borsistica con quelle del pre elezioni, mostra una situazione analoga. Il valore riconosciuto venerdì da Piazza Affari è risultato di 2,859 miliardi per Erg (2,544 a fine febbraio), 475 milioni per Banca Carige (invariato), 153 milioni per Orsero (159), 89 milioni per Boero Bartolomeo (85) e 10 milioni (10,4) per Biancamano, società che fa capo ai fratelli Pizzimbone di Savona.