Fondi aperti e gestioni, a Intesa Sanpaolo il posto d'onore per raccolta e patrimonio

Carlo Messina, numero 1 gruppo Intesa Sanpaolo
I 3,720 miliardi del primo trimestre di quest'anno non sono bastati al gruppo Intesa Sanpaolo per finire in testa alla classifica dei gestori di fondi comuni aperti e di portafogli che hanno avuto la maggiore raccolta netta di risparmio in Italia. Infatti, davanti al gruppo Intesa Sanpaolo, che pure si è assicurato il 28,44% dei 13,079 miliardi raccolti dal primo giorno di gennaio all'ultimo di marzo nel nostro Paese, si è piazzato Amundi Group, il colosso mondiale di asset management che fa capo al francese Crédit Agricole. I fondi aperti e le gestioni di portafoglio di Amundi Group si sono arricchiti di altri 3,960 miliardi, cifra che vale, appunto, il primato italiano del periodo.
A far registrare una raccolta netta superiore al miliardo di euro nel primo trimestre sono stati soltanto cinque gruppi e tra questi si trova Ubi Banca, la cui quota di maggioranza relativa appartiene alla Fondazione Crc di Cuneo, presieduta da Giandomenico Genta e diretta da Andrea Silvestri. La raccolta netta del gruppo Ubi Banca è stata di 1,194 miliardi, inferiore soltanto a quelle di M&G Investments (3,142 miliardi) e del gruppo Bnp Paribas (2,178 miliardi), oltre che, naturalmente, di Amundi Group e del gruppo Intesa Sanpaolo, il quale opera nel settore con Eurizon e Fideuram.
Il gruppo Ubi Banca, perciò, nella graduatoria ha preceduto anche JP Morgan Asset management (970,8 milioni), Crédit Suisse (685,6 milioni), Poste Italiane (636,9 milioni), Anima Holding (628,1 milioni) e Morgan Stanley, che chiude la top ten con 626,6 milioni.
Positiva, nel primo trimestre, è stata la raccolta netta anche di Ersel, la cui somma di fondi aperti e di gestioni di portafoglio è aumentata di 71,5 milioni e della sgr Alpi (13,7 milioni). In particolare, Ersel (famiglia Giubergia-Argentero), è risultata ventiduesima nella graduatoria dei gestori di risparmio investito in fondi comuni aperti e in gestioni di portafoglio.
Invece, i gruppi Bim e Banca Sella sono i gestori piemontesi di risparmio piemontesi che, dall'inizio di gennaio alla fine di marzo, hanno subito una perdita di fondi investiti dalla loro clientela. Lo si rileva dall'ultimo rapporto di Assogestioni, l'associazione italiana delle società di gestione del risparmio (Sgr), bancarie, assicurative e indipendenti.
Secondo Assogestioni, infatti, nel primo trimestre, la raccolta netta del gruppo Bim-Banca Intermobiliare, il cui controllo è stato rilevato dall'irlandese Trinity (Attestor) è stata negativa per 443,5 milioni, come è stata negativa, ma per 62,7 milioni, quella del gruppo Banca Sella. Il patrimonio gestito in fondi dal gruppo Banca Sella, comunque, è rimasto superiore ai 7,6 miliardi e tale da garantire il mantenimento del terzo posto nella graduatoria delle sgr che fanno capo a soggetti con riferimento al Piemonte.
Il gruppo biellese, che ha al suo vertice Maurizio Sella, infatti, precede l'Ersel, pilotato da Guido Giubergia (patrimonio gestito per 6,323 miliardi al 31 marzo) e la Alpi (156 milioni), biellese presieduta da Carlo Vedani e guidata da Angelo Rusconi, ma posseduta interamente dalla Fiduciaria Orefici sim di Milano. Il patrimonio gestito dal gruppo Ubi Banca è ammontato a 59,754 miliardi, che valgono il secondo posto piemontese.
Leader piemontese dell'industria del risparmio gestito è, naturalmente, il gruppo Intesa Sanpaolo, con un patrimonio gestito di 399,003 miliardi, inferiore, in Italia, esclusivamente a quello del gruppo Generali, presieduto dal subalpino Gabriele Galateri di Genola (479,922 miliardi). Per patrimonio gestito al 31 marzo, il gruppo Intesa Sanpaolo, capitanato da Carlo Messina, precede di molto anche Amundi (205,25 miliardi).
A livello italiano, Assogestioni ha rilevato che, alla fine del primo trimestre 2018, il patrimonio gestito in fondi e gestioni di portafoglio da parte di tutte le sgr associate è ammontato a 2.029.468 miliardi.