di
MARINA BOSIO
E'
notizia di qualche giorno fa l'investimento record per la finanza
digitale italiana, pari a 46 milioni di euro. Ad aggiudicarsi il
finanziamento è stata Moneyfarm, la startup di gestione finanziaria
fondata a Milano, nel 2011, da Andrea Scarso, Giovanni Daprà e Paolo
Galvani, che Wired Italia ha inserito tra le 50 startup italiane da
tenere d'occhio nel 2018. Ammonta a 70 milioni il totale della
raccolta di Moneyfarm, che entra così nell'élite delle aziende
innovative più finanziate in Italia e in Europa.
“Utilizzeremo
questi finanziamenti per investire ulteriormente sul nostro prodotto
e aumentare la gamma dei servizi”, si legge nel comunicato
dell’azienda. A partire da un fondo pensionistico integrativo per
il mercato italiano, già testato nel Regno Unito. Moneyfarm offre
servizi di gestione patrimoniale, piani di accumulo e consulenza
individuale, applicando il principio della diversificazione mediante
l'utilizzo di strumenti semplici e trasparenti quali Etf e fondi
comuni passivi a basso costo di gestione.
Secondo
Morgan Stanley, il segmento della consulenza finanziaria online è
destinato a crescere, fino a superare i duemila miliardi nel 2020.
Negli
Stati Uniti esistono già due "unicorni" che operano nel
settore (Betterment e Wealthfront), mentre in Europa Moneyfarm è in
prima fila, insieme a società come Nutmeg nel Regno Unito e Scalable
Capital in Germania.
Il
FinTech in Italia è un fenomeno, la cui importanza sta assumendo
valenza strategica tanto per gli operatori Finance quanto
per gli analisti di mercato. È un segmento di mercato emergente, in
cui si inseriscono tutte le aziende la cui offerta è volta a
innovare, mediante le tecnologie digitali, servizi tradizionali del
mondo finanziario. Le aziende FinTech si caratterizzano per la
focalizzazione sull’erogazione di uno specifico servizio –
caratteristica tipica delle startup – per il quale potrebbero
trovarsi in una posizione di concorrenza rispetto
ai player tradizionali del
mondo Finance, banche e assicurazioni in primis.
Oggi
i maggiori investimenti sono in America edin Asia (in particolare, in
Cina). In Europa, è Londra la capitale europea del FinTech, sebbene
gli investimenti si siano notevolmente ridotti a causa
dell’incertezza Brexit. Al rallentamento nella City, si contrappone
la nascita di nuovi ecosistemi in Germania, Francia, Paesi Scandinavi
e Israele.
Anche
in Italia, seppure con cifre di affari più contenute, il comparto
sta attraversando un periodo di fermento. In particolare, Milano è
considerata la città che meglio si presta allo sviluppo del FinTech,
data la presenza di numerosi hub a
sostegno delle startup innovative ed essendo la sede di Borsa
Italiana e di Big Tech Companies come
Google, Cisco, Microsoft o Facebook.
Nel
capoluogo lombardo, inoltre, è stato creato il FinTech
District , su iniziativa di Banca Sella.
Al polo aderiscono aBanksealer, Blender Italia, Blockchainlab,
Conversate, Credimi, Diaman Tech, Digital Magics, Domec, Dpixel,
Endeavor, Enhancers, Finleap, Freetrade, Growish, Hype, Lendix
Italia, Moneyfarm, MyPass, P101, Primomiglio, Sardex, Satispay,
Soisy, Stamplay, SupernovaeLabs, The ING Project (Tip Ventures).
In
Italia gran parte delle FinTech presenta una value
proposition nel Crowdfunding, cui segue l'offerta in
ambito Wealth & Asset Management, che raggruppa tutte le
aziende specializzate in attività di Robo Advisoring &
Financial Planning (come MoneyFarm), e di Alternative
Investments.
Il
comparto più maturo oggi è invece quello di Payments, che
comprende tutte le aziende volte ad innovare il mondo dei pagamenti,
dal Peer-to-Peer Payment (come Satispay) a Technology
Provider di soluzioni che abilitano pagamenti digitali (come
Jusp).
Seguono
il Lending, con tutte le FinTech che innovano il comparto dei
prestiti personali, crediti e mutui attraverso piattaforme social e
di collaboration; i Capital Market & Trading, aziende
che offrono tecnologie e soluzioni innovative a supporto delle
attività di trading di professionisti e investitori
privati; le FinTech di Money Management, tutte
le soluzioni a supporto della gestione finanziaria di
clienti Retail,che consentono di pianificare il risparmio e
soluzioni di tesoreria per aziende di piccole e medie dimensioni.
Due
i principali operatori: aziende che offrono servizi finanziari
direttamente al consumatore finale e quelle che offrono soluzioni
(B2B o B2B2C), che possono essere integrate nei sistemi informativi
bancari, al fine di supportarne la digitalizzazione dei processi.
Perchè il FinTech sta ridisegnando il mondo delle istituzioni
finanziare e rivoluzionando il settore dei Financial Services.
Le
banche più attive sono le più grandi: Intesa Sanpaolo con il fondo
di Corporate Venture Capital Neva Finventures; Unicredit con il fondo
EVO in joint venture con Anthemis
Group; Banca Sella con il proprio incubatore d’impresa (SellaLab);
CheBanca con investimenti diretti in FinTech del Robo-Advisoring.
Il
sistema bancario italiano è però costituito per di più da piccole
e medie realtà territoriali, che necessitano di essere accompagnate
nel percorso di conoscenza e posizionamento nei confronti delle
FinTech. Fondamente, per il nostro Paese ,è quindi favorire lo
sviluppo di un ecosistema di riferimento in cui, oltre alla volontà
delle banche di aprirsi al FinTech, il legislatore nazionale ponga le
basi per una crescita effettiva dell’ecosistema nel suo complesso.
I trend che
indirizzeranno lo sviluppo del FinTech per il prossimo biennio,
almeno per quanto riguarda l’Europa, saranno influenzati inoltre
dalla PSD2 (Payment Service Directive), che imponendo alle banche un
modello basato su Open API, rappresenterà un forte driver per
le aziende del comparto FinTech.
In
particolare le aree su cui si attendono le crescite più
significative nel FinTech sono: Robo Advisor, che secondo gli
analisti di mercato raggiungerà 100 trilioni di dollari in masse
gestite entro il 2020; Artificial Intelligence e Data
Analytics a supporto della Customer Experience.
In
particolare, le tecnologie di Artificial
Intelligence consentiranno di ridurre
notevolmente i costi operativi, tema particolarmente strategico per
le banche tradizionali, mentre l'ampia diffusione di soluzioni
di Data & Analytics è
giustificata dalla capacità di tali tecnologie di consentire la
raccolta e l’analisi dei dati dei clienti, e la successiva
formulazione di un’offerta di prodotti e servizi più mirata e di
un’esperienza di marketing personalizzato.
Le tecnologie di Advanced Analytics sono fondamentali anche
per la gestione del rischio e l’implementazione di modelli
statistici avanzati per comprendere meglio la correlazione tra i
fattori e i rischi.