Cristiano Ronaldo, il turbo della Juventus anche in Borsa |
Incomincia così la rubrica settimanale
dedicata alle quotate piemontesi, pubblicata dal Corriere Torino, edizione locale del Corriere
della Sera guidata da Umberto La Rocca e fortemente voluta
dall'alessandrino Urbano Cairo, azionista di controllo di Rcs
Mediagroup (gruppo al quale il Corriere della Sera appartiene) oltre
che della Cairo Communication.
Come precisato nella rubrica,
“sia pure di poco, la diminuzione del valore del listino formato
dalle quotate piemontesi è risultata superiore a quelle sia
dell'indice Ftse All Share, che rappresenta tutte le azioni scambiate
alla Borsa di Milano, sia del Ftse Mib, composto dai 40 principali
titoli. Infatti, rispetto a 12 mesi fa, il calo del Ftse All Share è
stato del 16,7% e del 16,12% quello del Ftse Mib”.
Inoltre, è stato rilevato che soltanto
cinque quotate subalpine, venerdì scorso, hanno evidenziato prezzi
delle loro azioni più alti rispetto all'ultima seduta di dicembre
2017. Si tratta della Juventus (+41,54%), della Basicnet di Marco
Boglione (+19,52%), della Pininfarina (+13,69%), della piccola Conafi
(+9,58%), finanziaria attiva nel comparto della cessione del quinto,
presieduta da Gaetano Caputi e con Nunzio Chiolo amminstratore
delegato; oltre che della Tinexta, ex Tecnoinvestimenti, guidata dal
torinese Pier Andrea Chevallard (+3,35%).
In particolare, il valore borsistico
della Juventus è balzato da 771 milioni a 1,091 miliardi, grazie a
Cristiano Ronaldo, che, fra l'altro, ha favorito la promozione della
società bianconera a blue chip, nel listino Ftse Mib.
Al contrario, il ribasso record del
2018, per quanto riguarda le piemontesi, è stato della M&C di
Carlo De Benedetti, la cui capitalizzazione è crollata del 70,53%,
quindi a 15 milioni. Ma hanno finito l'anno solo un po' meno peggio
l'Italia Independent, controllata da Lapo Elkann e partecipata dal
fratello John (-58,38%); la Fidia di Giuseppe Morfino (-51,93%),
Prima Industrie (-49,26%), Bim Banca Intermobiliare (-48,8%) e
l'alessandrina Guala Closures (-41,93%), tornata in Borsa dopo dieci
anni di assenza.
Un anno borsistico nerissimo, il 2018,
si è rivelato anche per Intesa Sanpaolo (capitalizzazione scesa del
29,9% a 33,996 miliardi dai 46,429 del 29 dicembre 2017) e per altri
big piemontesi, quali Autogrill (-35,57%), Buzzi Unicem (-33,61%),
Astm (-28,32%) e Sias (-21,96%). Più contenuti, invece, i cali di
Fca (-15,39%), Exor (-7,8%), Iren (-16,17%), Reply (-5,25%), Diasorin
(-2,26%) e Italgas (-2,35%).
Ed ecco le variazioni 2018 delle
restanti piemontesi: Cdr Advance Capital (-37,09%), Centrale del
Latte d'Italia (-21,85%), Cofide (-17,57%), Cover50 (-5,77%) e
Damiani (-20,95%). Borgosesia ordinaria (-1,01).
A fine 2018, pertanto, la graduatoria
delle società trattate in Piazza Affari per capitalizzazione, cioè
per valore riconosciuto dalla Borsa, in milioni di euro, è la
seguente: Intesa Sanpaolo 33.996; Fca 19.688; Exor 11.342; Italgas
4.036; Diasorin 3.949; Buzzi Unicem 3.872; Iren 2.791; Sias 2.747;
Autogrill 1.882; Astm 1.715; Reply 1.649; Juventus 1.091; Guala
Closures 350: Cofide 332; Tinexta 291; Basicnet 268; Prima Industrie
179; Pininfarina 123; Damiani 71; Cover50 43; Centrale del Latte
d'Italia 38; Bim Banca Intermobiliare 26; Fidia 17; M&C 15;
Italia Independent 13; Conafi 10; Cdr Advance Capitali 8; Borgosesia
8; Ki Group 7.