Giovanni Quaglia, presidente della Fondazione Crt con Massimo Lapucci, Segretario generale |
Il
consiglio di amministrazione della Fondazione Crt, in teleconferenza
e presieduto da Giovanni Quaglia, ha approvato il progetto di
bilancio 2019, che sarà sottoposto all’esame del consiglio di
indirizzo il mese prossimo.
L'esercizio
2019 si è chiuso con un avanzo
d’esercizio pari
a 86
milioni di euro.
“Un dato certamente positivo – commentano gli amministratori
della Fondazione torinese di via XX Settembre - realizzato grazie al
consistente incremento del risultato di negoziazione titoli,
all’aumento dei dividendi incassati dalle principali società
partecipate e, in generale, a una prudente ed equilibrata gestione
del patrimonio, prioritariamente finalizzata a fornire le risorse per
l’attività istituzionale”.
Ampiamente
positiva la posizione
finanziaria netta,
salita dai 254 milioni di fine 2018 a oltre 417
milioni di euro al 31 dicembre scorso
(+65%). Anche il patrimonio
netto registra
un incremento di 30 milioni, arrivando a superare i 2,25
miliardi di euro.
Gli
importanti risultati ottenuti dall’attività
di investimento, tra i migliori degli ultimi anni,
malgrado i rendimenti dei titoli obbligazionari in costante
diminuzione, hanno consentito alla Fondazione Crt di registrare
un’elevata
performance di gestione,
mitigata da selettive rettifiche di valore sulle partecipazioni
strategiche detenute. In assenza di tali rettifiche, l’avanzo
d’esercizio avrebbe superato i 171 milioni di euro, con un
incremento rispetto all’esercizio 2018 di oltre 79 milioni di euro
(+86,3%).
L’attenzione
rivolta al perseguimento di un’efficiente ed equilibrata gestione
operativa ha consentito di registrare oneri di funzionamento in
leggera flessione. L’onere per le imposte supera i 25
milioni (+8,4
milioni rispetto al 2018) e il carico fiscale complessivo sostenuto
dalla Fondazione nel 2019 arriva a 29,4
milioni (21,3
milioni nel 2018). Un livello molto alto, se rapportato al ruolo di
connessione, supporto e aiuto svolto dalla Fondazione a favore del
territorio.
Nel
2019, la Fondazione Crt ha attivato risorse a favore dell’attività
istituzionale per circa 67 milioni: interventi focalizzati su welfare
e salute pubblica, ricerca e istruzione, arte e beni culturali. A
queste tradizionali modalità di intervento, la Fondazione ha
continuato ad affiancare ulteriori iniziative nella logica dei
mission related investments arrivando a mettere complessivamente a
disposizione del territorio 73
milioni.
Con
una disponibilità superiore ai 140
milioni di euro,
il fondo di stabilizzazione delle erogazioni, irrobustito con
lungimiranza già negli anni scorsi, garantisce continuità e forza
all’attività istituzionale futura della Fondazione. Risorse accantonate prudenzialmente, che rievocano il saggio monito contadino di "mettere fieno in cascina" per un futuro tranquillo anche in caso di imprevedibili difficoltà.
“In
un momento in cui la gravissima emergenza sanitaria in atto mette a
dura prova la tenuta dell’intero sistema economico e sociale, dalla
Fondazione Crt arriva un segnale concreto di speranza per il futuro –
commenta il presidente, Giovanni
Quaglia –
La forza espressa dal bilancio, frutto del grande impegno di tutta la
struttura, dimostra infatti che la Fondazione è in grado di
continuare a offrire un fondamentale supporto al territorio,
orientando al meglio i propri interventi alla luce della grande
operazione di ascolto degli ‘Stati Generali’ e delle nuove,
complesse sfide emerse nelle ultime settimane, inimmaginabili a
inizio anno”.
A
sua volta, il Segretario generale Massimo Lapucci ha detto: “I
risultati economico-finanziari molto soddisfacenti raggiunti nel 2019
confermano anche quest’anno la solidità delle fondamenta della
Fondazione Crt e ci consentono di poter affrontare con maggior
fermezza e resilienza il momento di storica complessità che stiamo
vivendo in questi giorni sui mercati a livello globale. La mirata
attività di gestione e negoziazione degli investimenti, il
continuato e convinto rafforzamento della nostra posizione
finanziaria netta negli ultimi anni, insieme all’efficiente
gestione operativa, costituiscono, ora più che mai, elementi
fondamentali per porre in essere fin da subito azioni necessarie per
il superamento dell’emergenza e attivare strategie fatte anche di
competenze e relazioni internazionali, per contribuire, insieme agli
altri attori del territorio, alla necessaria ricucitura sociale ed
economica del ‘giorno dopo’, quando la fase acuta sarà passata e
molto dovrà essere fatto”.