Marco Giovannini, presidente amministratore delegato Guala Closures |
“Ciononostante, il nostro Gruppo –
ha detto Giovannini, che è anche consigliere di indirizzo della
Fondazione Crt e consigliere di amministrazione di Banca Sistema -
chiude il 2019 con ricavi in crescita dell’11,7%, con una
marginalità a perimetro costante in aumento del 19.7% e un cash flow
positivo di 14 milioni”.
Questi risultati sono stati ottenuti
grazie alla capacità di intraprendere con la massima rapidità e
efficienza nuovi stabilimenti produttivi, in Bielorussia e in Kenya,
di integrazione dimostrata nella razionalizzazione delle operazioni
in Scozia a seguito dell’acquisizione di Ucp e di innovazione
tecnologica, tradottasi nel lancio delle nuove chiusure dotate di
microchip leggibile negli Stati Uniti, che hanno avviato il processo
di digitalizzazione del packaging.
“Prendendo atto dell’attuale
situazione dei mercati finanziari e pur avendo la possibilità e le
riserve per l’erogazione di un ragionevole dividendo, il consiglio
di amministrazione ha preferito un approccio prudente e la
destinazione di tutta la generazione di cassa alla riduzione del
debito” ha scritto Marcio Giovannini, spiegando che l'impresa conta
di poter assorbire eventuali contraccolpi della supply chain e della
domanda, “anche se al momento è prematuro fare previsioni su
possibili impatti nei prossimi mesi”.
A livello consolidato, il gruppo Guala
Closures ha registrato ricavi pari a 606,5 milioni, un margine
operativo lordo di 113,5 milioni e l'utile netto di 14,7 milioni,
mentre era stato di 0,1 milioni nel 2018. L'indebitamento finanziario
netto al 31 dicembre ammonta a 462,5 milioni, a fronte dei 476,5
milioni a primo giorno di gennaio.