Prima parte del 2020 molto amara per tanti risparmiatori che hanno investito in Borsa. Non soltanto perché i valori della maggior parte delle quotate si sono molto ridotti (l'indice Ftse Mib, che rappresenta l'andamento delle 40 principali società negoziate in Piazza Affari è sceso dai 23.506 punti del 30 dicembre 2019 ai 17.055 di venerdì scorso, evidenziando una perdita del 27,5%); ma anche perché numerose aziende, pur avendo chiuso l'esercizio passato con utili, hanno deciso di non distribuire il dividendo o di rinviare a tempi migliori la delibera per l'eventuale erogazione.
A questo secondo gruppo, appartengono anche Fca, Intesa Sanpaolo, Unicredit e diverse altre banche, le quali hanno recepito la raccomandazione di rinviare almeno fino a ottobre fatta dalla Bca e di Banca d'Italia, Autorità di Vigilanza. Come poi ha fatto pure l'Ivass per le compagnie di assicurazione. Le Generali, però, hanno deliberato di distribuire comunque il dividendo, sia pure in due tranche invece che in un'unica soluzione. Quanto alle banche, ha destato non poca sorpresa che la stessa Banca d'Italia ha invece deciso di dare il dividendo ai suoi partecipanti, primo fra tutti lo Stato, anche quest'anno.
Comunque, venendo alle quotate del Nord Ovest, intanto c'è da registrare che, quest'anno, manderanno tutto l'utile netto a riserve, la Sanlorenzo, Guala Closures, Autogrill, Prima Industrie, Sogefi, Tinexta, Pattern, fra le altre, Astm. A queste vanno aggiunte, le società che hanno chiuso l'esercizio 2019 in perdita, come Fidia, Centrale del Latte d'Italia, Gedi Gruppo Editoriale, Bim-Banca Intermobiliare, Pininfarina, Ki Group, Cnh Industrial ha sospeso la decisione.
Invece, remunereranno il capitale, dando soddisfazione ai loro azionisti, Reply, Italgas, Diasorin, Erg, Dea Capital, Cir, Basicnet, Iren, Exor, Cairo Communication e la sua controllata Rcs MediGroup, Buzzi Unicem, Ferrari e, fra le altre, Orsero.