Classifica dei top manager per reputazione nei top 100 entrano Lavazza e Scocchia

  La sanremese Cristina Scocchia, ad Kiko 
Due new entry del Nord Ovest nella classifica di marzo relativa alla reputazione web dei cento top manager attivi in Italia. I nuovi inserimenti sono quelli della sanremese Cristina Scocchia, sessantaseisima con 43,65 punti e del torinese Alberto Lavazza, presidente dell'omonima impresa fondata dal nonno Luigi nel 1927, ottantottesimo con 38,08 punti.

Cristina Schocchia, classe 1973, nata a Coldirodi, frazione della Città dei Fiori e del Festival della musica, è amministratore delegato della Kiko, nota impresa di cosmetici. Laurea in Economia alla Bocconi e dottorato di ricerca in Economia aziendale all'Università di Torino, Cristina Schocchia, sposata con un cardiochirurgo, un figlio, ha lavorato anche per Max Factor e l'Oreal Italia.

Alberto Lavazza, nato sotto la Mole nel 1940, studi in Svizzera, lavora nell'impresa del caffè da 58 anni e ne è presidente dal 2008. Suo figlio Marco, quarta generazione ne è vicepresidente, mentre la figlia Antonella è consigliere di amministrazione.

Il podio di marzo vede confermati John Elkann al secondo posto e Urbano Cairo al terzo, entrambi preceduto da Francesco Starace, amministratore delegato dell'Enel.

Urbano Cairo, primo per tanti mesi e ancora in gennaio, in marzo è rimasto sull'ultimo gradino con 67,20 punti, meno dei 68,99 punti di febbraio, mentre ne aveva avuto 73,84 in gennaio. Urbano Cairo, alessandrino-Milanese, paga il crollo del Toro e l'andamento non positivo delle società quotate in Borsa: la Cairo Communication e la controllata Rcs MediaGroup, che edita anche il Corriere della Sera e la Gazzetta dello Sport. Cairo è proprietario, fra l'altro, della tv La7.

Davanti a Cairo, nella classifica di febbraio, si è piazzato ancora John Elkann, medaglia d'argento con 67,88 punti (69,22 in febbraio). Il presidente e amministratore delegato di Exor, oltre che numero uno della famiglia Agnelli-Elkann-Nasi (è presidente della superholding Giovanni Agnelli & C, nonché di Fca e Ferrari), in gennaio era terzo con 68,76 punti. John Elkann gode del maxi e clamoroso accordo per la fusione Fca-Psa (Peugeot, Citroen, Ds e Opel-Vauhall) e dell'acquisizione del controllo della Gedi. A Vendere a Exor il gruppo editoriale formato da Repubblica, la Stampa, il Secolo XIX, l'Espresso, 13 quotidiani locali, tre radio e la società di pubblicità Manzoni è stata la Cir della Fratelli De Benedetti.

Una novità di marzo, è la conquista del quarto posto da parte di Carlo Messina, l'amministratore delegato e direttore generale di Intesa Sanpaolo, il colosso finanziario italiano che ha come maggiore azionista singolo la torinese Compagnia di San Paolo, presieduta da Francesco Profumo, prossimo alla conferma. Messina ha guadagnato due posizioni, avendo avuto 66,66 punti. In febbraio era sesto, con 62,42 punti, come in gennaio quando ne aveva avuti 59,67. Carlo Messina è molto presente su tutti i media, non solo per l'ops nei confronti di Ubi Banca, ma anche per le straordinarie iniziative del “suo” gruppo a favore del sistema imprenditoriale italiano e per la sua grande sensibilità sociale.

Un salto in avanti maggiore lo ha fatto Andrea Agnelli, presidente della Juventus, salito al 22.mo posto con 53,16 punti, mentre in febbario era 29.mo con 51,96 punti e 31.mo di gennaio con 51,07.

E' andata indietro, invece, Catia Bastioli, alla quale sono stati attribuiti 51,91 punti e, perciò la ventisettesima posizione, mentre era diciannovesima il mese prima, con 54,20 punti. Presidente di Terna e amministratore delegato di Novamont. La novarese Catia Bastioli era risultata 24.ma con 52,54 punti in gennaio.

In retromarcia anche Mike Manley, l'amministratore delegato di Fca, sceso al 34.mo posto (50,42 punti), dal 23.mo di febbraio (51,96 punti) e pure dal 28.mo di gennaio (52,5 punti).

Un grande balzo l'ha fatto il riservatissimo Giovanni Ferrero, nato a Farigliano nel 1964, numero uno del colosso dolciario albese: il mese scorso è risultato 37.mo con 50,16 punti, mentre in febbraio era 58.mo con 44,81 punti. Giovanni Ferrero è entrato, per la prima volta, nella classifica relativa alla reputazione web dei cento top manager attivi in Italia in gennaio, collocandosi al 49.mo posto, con 45,93 punti;

Giovanni Ferrero ha occupato la posizione che, in febbraio, era del genovese Alessandro Profumo, presidente di Leonardo, colosso pubblico con diverse attività in Piemonte e Liguria. Già presidente di Unicredit e di Monte dei Paschi, Profumo in marzo è risultato 42.mo con 48,96 punti, a fronte dei 49,62 di febbraio e i 48,73 di gennaio, quando era 38.mo.

Elisabetta Ripa, amministratore delegato e direttore generale di Open Fiber, la società dell'Enel e della Cassa Depositi e Prestiti (50% del capitale ciascuna), costituita con l'obiettivo di realizzare l'installazione, la fornitura e la gestione di reti di comunicazione elettronica ad alta velocità in fibra ottica in tutta la Penisola, è risultata 47.ma con 46,90 punti, mentre era 43.ma in febbraio (47,79 punti) e 46.ma in gennaio con 47,25. Nata nel 1965 sotto la Mole, laurea in Economia e commercio e ulteriori studi all'Insead di Fontainbleau, Elisabetta Ripa, fra l'altro è consigliere di amministrazione della quotata novarese Autogrill.

Marzo a fatto registrare anche il grande sorpasso di Gabriele Galateri nei confronti di Gian Maria Gros-Pietro. Infatti, Gabriele Galateri di Genola, presidente delle Generali, tra i maggiori gruppi assicurativi al mondo, è diventato 51.mo (45,91 punti) da 63.mo che era in febbraio (43,80 punti) e in gennaio, con 43,46 punti.

Invece, Gian Maria Gros-Pietro, presidente di Intesa Sanpaolo, che in febbraio si è piazzato 47.mo con 46,75 punti, in marzo ha perso dieci posizioni, avendo ottenuto 44,65 punti. A

era finito 48.mo con 45,93 punti.

Indietro è andato anche Oscar Farinetti, sceso al 73.mo posto (42,26 punti), mentre era 68.mo in febbraio (42,13) e addirittura 54.mo in gennaio, quando aveva guadagnato 14 posizioni, con 44,82 punti. Fondatore di Eataly, la catena eno-gastronomica nazionale diffusa in tutto il mondo, Oscar Farinetti è entrato per la prima volta fra i top cento nell'agosto scorso, quando si era piazzato 69.mo con 42,13 punti. Nato 66 anni fa ad Alba, laurea honoris causa in Economia conferitagli dall'Università di Urbino, imprenditore innovativo e di gran successo, Farinetti controlla o ha partecipazioni in diverse aziende, può vantare numerosi premi e ha anche scritto alcuni libri.

Due top manager importanti per il Nord Ovest, anche se non vi sono nati, sono Luca Bettone e Victor Massiah, Classe 1963, originario di Rovigo, Luca Bettonte è l'amministratore delegato della genovese Erg, una stella di Piazza Affari. In marzo, Bettonte è risultato 76.mo con 41,64 punti, migliorando così rispetto a febbraio, quando era 77.mo con 40,40 punti, come lo era il mese prima con 40,23 punti.

L'avanzamento, però, non ha impedito che gli passasse davanti Victor Massiah, il direttore generale di Ubi Banca, oggetto delle mire di Intesa Sanpaolo (Ubi Banca ha come maggiore azionista singolo la Fondazione Crc di Cuneo, che si oppone all'operazione promossa da Carlo Messina).

Victor Massiah, infatti, si è piazzato 75.mo con 41,81 punti), mentre era 78.mo in febbraio con 39,96 punti.

Rodolfo De Benedetti, primogenito di Carlo e presidente di Cir, la holding dei tre fratelli alla quale fanno capo anche Sogef, nella graduatoria del mese scorso figura 87.mo con 38,13 punti mentre era 83.mo in febbraio (38,64 punti) e 80.mo a gennaio (39,91).

Per quanto riguarda altri tre top manager che fanno riferimento alla Liguria, la graduatoria mostra Luciano Colombini, nato a La Spezia nel 1955, amministratore delegato di Banca Ifis, 96.mo con 33,93 punti; Enrico Preziosi, presidente del Genoa, 98.mo con 32,92 punti (era 97.mo con 32,76 punti in febbraio e 94.mo con 33,86 punti in gennaio) e Massimo Ferrero, presidente della Sampdoria, 99.mo (30,72 punti), come le era in febbraio (29,95). Ferrero era ultimo, cioè 100.mo, con 29,95 punti, in gennaio.

Top Manager Reputation valuta le prime cento figure apicali delle imprese attive nel nostro Paese distinguendo la reputazione, istantanea e storica, derivante dall'immagine percepita, dalla presenza digitale e, fra l'altro, dall'impatto reputazionale dalla semplice notorietà.