Il patto Car di Ubi Banca rincara il "no" all'offerta di scambio di Intesa Sanpaolo

Il patto di consultazione Car, che raccoglie i grandi soci di Ubi Banca con una partecipazione pari al 19% del capitale, ha bocciato nuovamente l’offerta di scambio lanciata da Intesa Sanpaolo. Il patto vede in testa la Fondazione Crc di Cuneo, maggiore azionista singolo di Ubi Banca, oltre che

il fior fiore delle famiglie bergamasche (Bombassei, Pilenga, Radici, Bosatelli e Andreoletti) e bresciane (Gussalli Beretta).

Secondo il Patto – come riferisce Firstonline, l'autorevole giornale web guidato da Franco Locatelli ed Ernesto Auci - l’offerta sarebbe “priva, oggi ancora di più, di razionali economici per la generalità degli azionisti Ubi”. Non solo, l’iniziativa comporterebbe anche “la compressione di loro legittimi diritti”.

Parole dure, contenute in una nota pubblicata a 48 dall’assemblea in programma mercoledì, alla quale parteciperanno nche gli aderenti del patto Car “per il tramite del rappresentante unico, esprimendo il sostegno al management e alla banca nel suo complesso nonché invitando la banca a continuare con determinazione la sua attività, apprezzandone i risultati e le iniziative di questo ultimo periodo”.

Nello scorso febbraio, Intesa Sanpaolo aveva annunciato a sorpresa l’intenzione di promuovere un’offerta pubblica di scambio su Ubi pari a 4,9 miliardi di euro. L’operazione prevede anche la cessione di alcuni rami d’azienda a Bper Banca, di cui Unipol è primo azionista con il 19,7% del capitale. Subito dopo la proposta, il patto Car non aveva usato mezzi termini, definendola “irricevibile”, ma Intesa ha deciso di andare avanti per la sua strada e il 6 marzo l’ops è stata presentata anche alla Consob.

Lo scorso 31 marzo, nell’ambito della comunicazione relativa allo stop al dividendo, Carlo Messina, consigliere delegato di Intesa Sanpaolo, è tornato a parlare dell’offerta, dicendosi convinto del fatto che “l’operazione, in questa fase così straordinaria, assuma ancora maggiore valenza strategica e rappresenti per Ubi Banca una prospettiva ancor più rilevante: elevata patrimonializzazione, robusta copertura dei crediti deteriorati, dimensione, diversificazione e capacità di investimento hanno ora più valore che in tempi normali. La creazione di una banca in grado di generare ulteriori benefici per tutti gli stakeholder e di rappresentare un solido supporto all’economia reale e sociale rappresenta un rafforzamento complessivo del Paese”.

Posizione opposta a quella de patto Car che ritiene “l’offerta Intesa-Unipol inaccettabile, a maggior ragione alla luce dell’emergenza in atto, anche perché di valore inferiore a oltre il 60% del patrimonio di Ubi, senza considerare quello intangibile e altri elementi immateriali quali le prospettive di destinazione delle risorse umane, i progetti in corso e la loro continuità, lo stretto rapporto con i territori di riferimento”.

Firstonline riporta, inoltre, che o soci del Car si dicono consapevoli “della valenza dei progetti di aggregazione bancaria tesi a formare realtà di maggiori dimensioni’, ma ritengono che “vadano privilegiati quelli in grado di creare valore per il sistema e aumentare la pluralità e la concorrenza sul mercato, anziché diminuirle”.

Il patto, infine, “è altrettanto consapevole che Ubi Banca è solida, patrimonializzata, ben posizionata e radicata nelle zone più produttive del Paese, dinamica, con buoni progetti di sviluppo e dotata di un management e di risorse umane di qualità”.

Firstonline ricorda che a possedere la maggioranza del capitale di Ubi sono alcuni grandi fondi internazionali e investitori istituzionali, che avranno quindi l’ultima parola.