Intesa Sanpaolo taglia la paga di Messina la remunerazione 2020 a 4,160 milioni

Anno di tagli, quello appena passato, anche nel mondo dorato della finanza. Una nuova prova arriva dalla relazione sulle remunerazioni degli amministratori di Intesa Sanpaolo. Nel 2020, infatti, Carlo Messina, ceo e direttore generale del colosso che ha come principale azionista la Fondazione Compagnia di San Paolo, ha avuto una remunerazione complessiva di 3,328 milioni di euro, che diventano 4,160 aggiungendo gli 832.000 euro che costituiscono il fair value dei compensi equity. Comunque una somma inferiore ai 5,375 milioni ricevuti nel 2019 dalla banca che guida, da anni, con grande capacità e ottimi risultati.
Nel 2020, Intesa Sanpaolo ha remunerato con 855.000 euro il suo presidente, il torinese Gian Maria Gros-Pietro. Quanto agli altri piemontesi consiglieri di amministrazione, la banca ha remunerato Bruno Picca con 295.000 euro, Luciano Nebbia con 200.000 e Maria Cristina Zoppo con 238.000. Il totale di Bruno Picca comprende i compensi anche per gli incarichi al vertice di Ubi Banca, di cui è vice presidente e quello di Luciano Nebbia in quanto consigliere di amministrazione di Intesa Sanpaolo Casa e vice presidente di Equiter.
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Piemontesi sono anche due consiglieri di amministrazione di FinecoBank, banca diretta multicanale indipendente che offre, in unico conto, servizi di banking, credit, trading investimento. I due amministratori subalpini di Fineco Bank sono l'alessandrina Paola Giannotti De Ponti e il novarese Gianmarco Montanari. La remunerazione 2020 della GIannotti De Ponti è stata di 75.000 euro e di 109.000 quella di Gianmarco Montanari, fra l'altro direttore generale del prestigioso IIT-Istituto italiano di tecnologia di Genova. Fineco Bank, dotata di una delle maggiori reti di consulenti finanziari, è uno dei più importanti players nel private banking in Italia e una delle più importanti banche fintech in Europa, dove è leader nel brokerage.