Damiani: perdita semestrale di 5,9 milioni ma a Piazza Affari ha un rialzo del 3,41%

La famiglia Damiani dell'omonima impresa di Valenza 
Tutt'altro che brillante la prima parte dell'esercizio 2018-2019 della Damiani, la società di Valenza capofila dell'omonimo gruppo leader nel mercato italiano della produzione e commercializzazione di gioielli e di orologi di alta gamma (opera con i marchi Damiani, Salvini, Bliss, Calderoni 1840, Alfieri & St. John oltre che con Rocca 1974, brand della catena attiva da oltre 200 anni nella vendita retail di preziosi di prestigiose griffe).
Nel periodo aprile-settembre, infatti, il gruppo ha subito una perdita consolidata di 5,9 milioni, un milione in più rispetto al primo semestre dell'esercizio precedente. “Il peggioramento è riconducibile all'effetto cambi negativo” è stato spiegato dalla Damiani, nel comunicato dove, fra l'altro, si legge che il risultato operativo è stato negativo per 4 milioni, “sostanzialmente invariato” e negativo è risultato anche il mol, per 1,4 milioni, “ma in miglioramento di 0,3 milioni di euro rispetto a quanto realizzato nello stesso periodo del precedente esercizio”.
Il totale dei ricavi del semestre terminato il 30 settembre è stato di 66,899 milioni, il 4,3% in meno rispetto al corrispondente periodo precedente. In particolare, il canale retail ha però registrato un incremento dell'11,9%, “che conferma il trend degli esercizi precedenti e la correttezza della strategia del Gruppo, sempre più focalizzata su questo canale per avvicinarsi al consumatore finale”. Al 30 settembre, il Gruppo ora guidato dalla terza generazione del fondatore, gestisce 65 punti vendita diretti, di cui 51 monomarca Damiani, nelle principali vie internazionali del lusso.
Sempre, al 30 settembre, il Gruppo valenzano ha presentato una posizione finanziaria netta negativa per 59,4 milioni, un paio più rispetto al 31 marzo.
Nel mese scorso, il presidente Guido Damiani ha consegnato a Sergio Mattarella, presidente della Repubblica, i 39 esemplari del “Tricolore” prodotto dalla partecipata Venini, che saranno utilizzati come regali istituzionali e ripropongono un modello storico, nato negli anni 70, che simboleggia l'eccellenza della tradizione vetraria artigianale italiana.
In novembre, inoltre, Borsa Italiana ha nuovamente incluso Damiani nella lista Italian Brands dedicata ai titoli quotati del settore Lifestyle con più alta brand awareness. In giugno, invece, la vice presidente Silvia Damiani è stata insignita dell'onorificenza del Cavaliere dell'Ordine della Stella d'Italia, attribuita agli italiani che si sono distinti nel promuovere e sviluppare le relazioni con altri Paesi, sia in campo economico che culturale.
I risultati del primo semestre dell'esercizio in corso sono stati comunque valutati favorevolmente da Piazza Affari, così che oggi, 21 dicembre, l'ultimo prezzo dell'azione Damiani è stato di 0,85 euro, superiore del 3,41% a quello di ieri. 

Fondazione Crt: altri 3,5 milioni di euro per sostenere 247 nuove iniziative locali

Massimo Lapucci e Giovanni Quaglia
La Fondazione Crt ha deliberato di erogare 3,5 milioni di euro a sostegno di 247 iniziative presentate da enti non profit del Piemonte e della Valle d'Aosta, proposte non rientranti in alcun bando specifico della Fondazione.
“Con le erogazioni ordinarie la Fondazione Crt immette nuova linfa sul territorio, sostenendo capillarmente le tante iniziative e i tanti soggetti non profit che fanno crescere il Piemonte e la Valle d’Aosta – ha dichiarato Giovanni Quaglia, il presidente della Fondazione Crt, il quale ha aggiunto che “i contributi, destinati a interventi che hanno una dimensione locale ma che sono particolarmente rilevanti per le comunità di riferimento, sono finalizzati alla promozione della ricerca e della formazione dei giovani, all’inclusione sociale e culturale, al welfare: ambiti che sono e continueranno a essere centrali nell’attività della Fondazione, come conferma il Dpp 2019, il documento programmatico previsionale, approvato all’unanimità dal Consiglio”.A sua volta, Massimo Lapucci, Segretario generale dell'ente torinese di via XX Settembre, ha detto: “Le richieste ‘ordinarie’ rappresentano un'antenna rilevante della Fondazione Crt sul territorio. Ed è proprio da questo bacino di progettualità, con caratteristiche e indirizzi di varia natura, che occorre saper individuare, al di là del mero sostegno economico, quelle espressioni significative di innovazione e sostenibilità in grado di migliorare, in modo tangibile, la qualità della vita dei beneficiari, attraverso un rafforzamento del capitale sociale come requisito essenziale per una ricaduta positiva e duratura sul territorio stesso”.In particolare, per l’area Welfare e Territorio, la Fondazione Crt ha deliberato 108 contributi, per un importo complessivo di 1,3 milioni di euro, a sostegno di una pluralità di interventi, quali: i progetti “Raccontare un territorio – paesaggio, archeologia e geologia come motore di sviluppo territoriale” dell’Unione del fossanese di Genola (Cuneo); “Pediatra duemilaventi” dell’Associazione Piccoli Passi Onlus di Torino; “Life stories. Gli sguardi dei bambini per rinnovare la comunità” del Cisa Ovest Ticino – Consorzio intercomunale per la gestione dei servizi socio-assistenziali di Romentino (Novara); “Tracy- Take Care of You” dell’Associazione Tampep Onlus di Torino; “Liberandia: storie scritte da padri reclusi insieme ai loro figli” dell’Associazione Voci Erranti Onlus di Racconigi.
Inoltre, un contributo di
Inoltre, un contributo di 250.000 euro è stato destinato al Coordinamento Regionale del Volontariato di Protezione Civile del Piemonte, per l’acquisto di un mezzo pesante.
Per l’area
Per l’area Ricerca e Istruzione sono stati approvati 104 contributi, con uno stanziamento di oltre, 1,8 milioni di euro: circa 700.000 mila agli Atenei e circa 1,1 milioni a enti del territorio.
Nel campo Arte e Cultura sono 35 i contributi, per complessivi 380 mila euro,a sostegno, in particolare, di premi e concorsi letterari, iniziative culturali e di valorizzazione del patrimonio storico-artistico, attività museali, progetti di diffusione della lettura e di inclusione attraverso la cultura.
Con questa sessione, la Fondazione Crt è arrivata così a stanziare complessivamente, per le richieste ordinarie di contributo, 8,8 milioni di euro, a sostegno di 650 interventi. 


Il sostegno della Fondazione Crt va, in particolare, a manifestazioni di rilievo come “Giovedì Scienza” e all’attività di ricerca di realtà di eccellenza come la Fondazione Edo ed Elvo Tempia Valenta Onlus di Biella.
I contributi per la ricerca vanno a favore non solo dei dipartimenti universitari, ma anche di centri di alto livello quali l’Istituto Zooprofilattico e gli istituti del Cnr che operano in Piemonte e Valle d’Aosta. Tra i progetti di didattica sostenuti spicca “Io-ascolto”, iniziativa a cavallo tra neuroscienze, informatica e ingegneria, finalizzata a potenziare le capacità di apprendimento dei bambini, con programmi didattici innovativi e inclusivi.
Tra i numerosi enti destinatari di contributo si segnalano la Fondazione Pistoletto Onlus; l’associazione Amici di Villa della Regina Onlus per la realizzazione di una App che consenta al pubblico normodotato e ipovedente di organizzare la propria visita a Villa della Regina; il Forum del Libro per il progetto “Torino che legge 2019”; l’Associazione Agarttha Arte per il progetto “Piemonte. Una definizione fotografica. Premio nazionale giovani artisti; la Fondazione Gran Paradiso per il 22° Gran Paradiso Film Festival.

Banche: campionato 2017 della redditività vinto da Bcc Alpi Marittime (roe 11,34%)


Giovanni Cappa, presidente Bcc Alpi Marittime 
E' la Bcc Alpi Marittime la banca che ha vinto il campionato piemontese 2017 della redditività. Come emerge dall''Atlante 2018 / Banche leader, pubblicazione annuale di MF e Italia Oggi, l'anno scorso la Bcc Alpi Marittime ha avuto un roe dell'11,34% (il roe, in sostanza, è l'utile dei capitali propri investiti), tasso superiore persino a quello di Intesa Sanpaolo, che è risultato del 13,92%.
La Bcc Alpi Marittime, fondata nel 1899 a Carrù, dove ha sede, è una banca cooperativa con oltre 13.000 soci, ha 21 sportelli che coprono 95 comuni fra Piemonte e Liguria, conta più di 190 dipendenti e 28.000 clienti. Il presidente è Giovanni Cappa, vice Domenico Massimino, direttore generale Carlo Ramondetti, che ha come vice Paolo Carbone.
Nel passato esercizio, la Bcc Alpi Marittime ha conseguito un utile netto di 16,1 milioni. Al 31 dicembre, presentava impieghi alla clientela per 1,331 miliardi e una raccolta diretta pari a 1,944 miliardi più 573 milioni di indiretta e un Cet1 - indice di solidità patrimoniale - del 12,3% .
Sul podio regionale 2017 della redditività, l'Atlante 2018 ha posto anche la Bcc Casalgrasso e Sant'Albano Stura (roe del 7,04%) e Banca Sella Holding (6,38%), escludendo Intesa Sanpaolo.
Seguono, nell'ordine, Cassa di Risparmio di Fossano (5,13%), Cassa di Risparmio di Savigliano (4,55%), Banca del Piemonte (4,39%), Banco Azzoaglio (4,26%), Bcc Pianfei e Rocca de'Baldi (3,60%), Banca d'Alba (3,16%), Banca di Caraglio (2,83%), Cassa rurale e artigiana di Boves (2,46%), Cassa di Risparmio di Asti (2,39%), Banca Sella (1,78%), Cassa di Risparmio di Saluzzo (1,70%), Biverbanca (1,40%), Bcc di Bene Vagienna (0,72%), Cassa di Risparmio di Bra (0,68%), Banca di Cherasco (0,41%).
Relativamente agli utili 2017, ecco i dati assoluti delle banche piemontesi: Sella Holding 52,205 milioni, Cassa di Risparmio di Asti 29,683; Banca di Alba 10,228; Banca Alpi Marittime 16,112; Banca del Piemonte 7,202; Cassa di Risparmio di Fossano 6,686; Banca di Caraglio 2,892; Cassa di Risparmio di Savigliano 3,735; Banca di Credito di Cherasco 0,303; Banco di Credito P.Azzoaglio 2,647 milioni; Bene Vagienna o Bene Banca 0,428; Cassa rurale e artigiana di Boves 1,123; Banca di credito cooperativo di Pianfe e Rocca de' Baldi 1,531; Vivi Banca 1,008.
A queste vanno aggiunte Banca Reale 1,406 milioni e Vivi Banca 1,008, istituti non tradizionali, come la Bim, che ha chiuso l'esercizio con una perdita di 49,297 milioni e come Banca Fideuram, controllata di Intesa Sanpaolo che, però, a Torino ha soltanto la sede legale.
Per quanto riguarda il totale attivo a fine 2017, la recente classifica redatta da Mediobanca sulla base del totale attivo, dopo Intesa Sanpaolo ha visto in testa la biellese Sella Holding, a capo dell'omonimo gruppo. Al 31 dicembre scorso, infatti, Banca Sella Holding presentava un totale attivo tangibile di 13,707 miliardi di euro, due più della Cassa di Risparmio di Asti, medaglia di bronzo, tra le piemontesi, con 11,510 miliardi.
Subito sotto il podio regionale si trova la Banca di Alba, Langhe, Roero e del Canavese, con 4,943 miliardi, quindi la Banca Alpi Marittime, con 3,656 miliardi.
Ed ecco le altre piemontesi per totale attivo tangibile a fine 2017, in ordine decrescente: Banca del Piemonte (2,008 miliardi); Cassa di Risparmio di Fossano (1,987 miliardi); Bim Banca Intermobiliare (1,549 miliardi); Banca di Caraglio, del Cuneese e della Riviera dei Fiori (1,479 miliardi); Cassa di Risparmio di Savigliano (1,312 miliardi): Bcc di Cherasco (1,120 miliardi); Banco di credito P.Azzoaglio (939,8 milioni); 148 Bcc di Bene Vangienna (797,7 milioni): Banca Reale (744,9 milioni); Cassa rurale e artigiana di Boves (524,5 milioni),; Bcc di Pianfei e Rocca de' Baldi (523,3 milioni); Vivi Banca (233,4 milioni).
Del gruppo che fa capo a Sella Holdin fanno parte Banca Sella e Banca Patrimoni Sella & C.; mentre la Cassa di Risparmio di Asti controlla Biverbanca. Quanto alla Cassa di Risparmio di Bra (1,271 miliardi) appartiene al gruppo Bper – Banca Popolare dell'Emilia Romagna così come la Cassa di Risparmio di Saluzzo (1,077 miliardi). Le controllate sono comprese nella graduatoria di Mediobanca, ma senza l'attribuzione di posizione.

POTPOURRI DI NOTIZIE IN BREVE

PEPRDE COLPI ANCHE IL MERCATO AUTOCARRI
Perde colpi anche il mercato degli autocarri. Come comunicato dall'Anfia, l'associazione della filiera italiana dell'automotive, nel mese scorso, sono stati rilasciati 1.999 libretti nuovi di circolazione di nuovi autocarri (-9,5% rispetto a novembre 2017) e 1.153 libretti di circolazione di nuovi rimorchi e semirimorchi pesanti, ovvero con peso totale a terra (ptt) superiore a 3.500 chili (-19%). Per gli autocarri, comunque, resta positivo il bilancio dei nei primi 11 mesi: 23.338 nuove immatricolazioni, l’8,1% in più del periodo gennaio-novembre 2017. Segno negativo, invece, per i veicoli trainati nel progressivo 2018: 14.524 libretti di circolazione di nuovi rimorchi e semirimorchi pesanti (-1,8%).

I NUOVI NUMERI DELLA FERRERO
Ferrero spa, la holding delle attività italiane del gruppo dolciario di Alba, ha dichiarato un utile d'esercizio 2017-2018 di 203,9 milioni di euro, a fronte dei 200 milioni dell'esercizio precedente. Nel nostro Paese, il colosso dolciario, presieduto da Giovanni Ferrero (foto), nel passato esercizio ha aumentato le vendite dell'1,5% registrando un fatturato di 1,450 miliardi mentre era stato di 1,429 miliardi il precedente. L'organico medio del gruppo Ferrero in Italia è risultato di 6.148 dipendenti, 115 in più rispetto all'esercizio 2016-2017.
Negli ultimi dieci anni, la Ferrero ha fatto investimenti in Italia per 1,1 miliardi, di cui 107 milioni nell'ultimo esercizio nei poli produttivi di Alba, Pozzuolo Martesana, Sant'Angelo dei Lombardi e Balvano.
Ai prodotti da ricorrenza è stata affiancata una divisione di prodotti continuativi, frollini in particolare, che hanno consentito alla marca di essere presente nelle case dei consumatori italiani non solo a Pasqua e Natale. Balocco esporta in 67 Paese e le sue vendite all'estero contribuisco al fatturato per il 13%.



BALOCCO SFIORA I 190 MILIONI
La cuneese Balocco, secondo player del mercato dolciario da ricorrenza e del mercato della prima colazione, si appresta a chiudere il 2018 con un fatturato vicino ai 190 milioni, una quindicina in più rispetto all'anno scorso. La crescita assume un valore ancora maggiore se si considera che i ricavi del 2008 erano ammontati a 103 milioni. Comunque, l'azienda di Fossano, guidata tuttora dalla famiglia che l'ha fondata nel 1927 e oggi vede alla guida la terza generazione, continua a investire (oltre 50 milioni negli ultimi anni) per crescere ulteriormente.

BOOM DELLA JUVE SU INSTAGRAM
Cristiano Ronaldo
La Juventus vince anche sui social”. Lo ha scritto l'Ansa, spiegando che il profilo Instagram del club bianconero ha raggiunto i venti milioni di follower. Con l'arrivo di Cristiano Ronaldo (foto), lo scorso luglio, la Juve ha avuto oltre nove milioni di follower in più, con un incremento del 99,57%. E' salita così al quarto posto nella classifica dei club europei sul social network più seguito dai giovani, preceduta soltanto da Real Madrid, Barcellona e Manchester United.

I dati sono resi noti dalla stessa Juventus che, sul proprio sito, ringrazia "chi ogni giorno non solo ci segue, ma ci commenta, condivide i post, interagisce con noi". Il bianconero domina su Instagram anche in termini di
average engagement rate, ovvero la quantità di interazioni in rapporto al numero di followers.

GRANDE AVANZATA DELLO SPUMANTE ALTA LANGA
Ha raggiunto quota 1,3 milioni di bottiglie la produzione di Alta Langa Docg millesimo 2018, spumante brut del Piemonte, che sarà in commercio nel 2021. E nel prossimo biennio il vigneto complessivo crescerà dagli attuali 280 a 350 ettari, tra le province piemontesi di Asti (130), Cuneo (130) e Alessandria (20). Sono i dati diffusi dal Consorzio Alta Langa, prossimo al rinnovo del consiglio di amministrazione.
"L'Alta Langa – ha spiegato il presidente Giulio Bava - è un vino di qualità che non ammette scorciatoie e vede la collaborazione di tutta la filiera produttiva, con i viticoltori in primo piano. Abbiamo raggiunto il primo obiettivo importante, il superamento del milione di bottiglie, il prossimo sono i tre milioni, non appena i 350 ettari saranno completi e in produzione". I soci del Consorzio sono 103 (78 vigneron e 25 case spumantiere), il mercato interno assorbe il 95% della produzione.

QUOTABILI DELLA MODA, PIEMONTE IN CODA
La tredicesima edizione de “leQuotabili di Pambianco” ha premiato anche le aree geografiche delle imprese della moda, del lusso, del beauty e del design (casa e rivestimenti) made in Italy. E l'analisi sui luoghi d’origine delle aziende del settore meglio posizionate per lo sbarco in Borsa, nel giro di tre-cinque anni., vede al primo posto la Lombardia, con 26 quotabili, seguita a ruota dall’Emilia-Romagna con 25 e il Veneto con nove. Queste tre regioni insieme rappresentano ben il 75% delle 500 aziende eccellenti selezionate da Pambianco tra quelle con fatturato superiore ai 50 milioni di euro nell’ultimo esercizio considerato. Del Piemonte nessuna notizia.

L'INNOVATIVO DISSALATORE DEL POLITECNICO
Fino a 20 litri al giorno di acqua potabile ricavata dal mare per ogni metro quadrato esposto al sole. E' la tecnologia usata dal prototipo messo a punto da una squadra di ingegneri del Dipartimento Energia del Politecnico di Torino e testato a Varazze (Savona). Lo studio è pubblicato sulla rivista Nature Sustainability. Il dissalatore - spiegano i ricercatori - è a costo ridotto grazie "al 'riciclo' del calore solare in più processi di evaporazione a cascata, un 'effetto multiplo' impiegato per la prima volta in dissalazioni 'passive'. Si basa su processi spontanei, senza l'ausilio di particolari macchinari accessori".
Come riportato dall'Ansa, Il progetto è pensato sopratutto per le località costiere isolate con poca acqua e molta energia solare e per risolvere l'emergenza idrica in aree colpite da calamità naturali. Un'ulteriore applicazione è ipotizzata per gli orti galleggianti in aree sovrappopolate. Il team di ingegneri, al lavoro nel Clean Water Center del Politecnico di Torino è alla ricerca di partner industriali.

Torino-Caselle, a novembre più passeggeri ma è ancora diminuito il numero dei voli

Giuseppe Donato, presidente Sagat
Mezza riscossa del “Sandro Pertini”, l'aeroporto di Torino-Caselle: in novembre, è tornato a registrare un aumento dei passeggeri, come non succedeva da un anno. Però, è ancora calato il numero dei suoi voli. Comunque, ha recuperato posizioni nella classifica italiana del settore.
Come appena ufficializzato da Assaeroporti, l'associazione nazionale dei gestori degli scali del Paese, nel mese appena passato, Torino-Caselle ha contato 3.521 movimenti (aerei decollati o atterrati), il 2,9% in meno rispetto a novembre 2017; ma il 6,5% in più di passeggeri, risultati infatti 307.296.
Così, il “Sandro Pertini” è risalito all'undicesimo posto nella graduatoria dei movimenti, dal dodicesimo di ottobre e dal quattordicesimo al dodicesimo in quella dei passeggeri.
La ripresa dell'aeroporto di Torino-Caselle, tuttavia, appare contenuta soprattutto se si considera che , a livello nazionale, gli scali italiani hanno fatto registrare, in novembre, un aumento del 7,6% dei voli, che sono stati 114.160 e dell'8,9% dei passeggeri, ammontati a 12.870.865.
E' invece diminuito invece, il traffico merci. Infatti, sono risultate 96.905,5 le tonnellate trasportate dai cargo, il 2,3% in meno rispetto a novembre dell'anno scorso. Ancora più negativo, però, è stato il confronto del “Sandro Pertini”, dove i cargo hanno imbarcato o sbarcato un totale di 438 tonnellate di merci, il 38,7% in meno rispetto allo stesso mese 2017.
L'aumento del numero dei voli da e per Torino-Caselle in novembre è stato il secondo mensile dall'inizio dell'anno, dato che era già stato registrato un incremento del 3,2% in febbario.
Quanto all'aeroporto di Cuneo-Levaldigi, Assoaeroporti ha attribuito al secondo scalo piemontese 266 tra decolli e atterraggi (-39,4% rispetto a novembre 2017) e 6.437 passeggeri (-9,1%).
I primi dieci aeroporti italiani per numero di passeggeri (in novembre) sono, nell'ordine: Roma Fiumicino (3.074.414), Milano Malpensa (1.821.078), Bergamo-Orio al Serio (959.750), Milano Linate (728.601), Venezia (703.294), Bologna (669.815), Catania (660.314), Napoli (652.942), , Palermo (441.675) e Bari (374.721).
Tutti gli aeroporti italiani, censiti da Assaeroporti, l'associazione nazionale dei gestori, hanno contato, nel mese scorso, 141.464 movimenti (+4,3% rispetto a ottobre 2017), 16.530.877 passeggeri (+6,7%) e 103.547 tonnellate di merci trasportate con i cargo (+0,8%).
L'aeroporto di Torino-Caselle è gestito, dal 1956, dalla Sagat, società che ne ha la concessione almeno fino al 2035 e che da cinque anni esatti ha come azionista di maggioranza assoluta, con il 90,28% del capitale, 2i Aeroporti (gruppo Cdp-Cassa Depositi e Prestiti), avendo recentemente rilevato il 10% che faceva ancora capo alla Fct Holding, finanziaria del Comune di Torino. Il 6,76% appartiene a Tecno Holding (Camere di commercio), mentre il restsntr 2,96% del capitale è costituito da azioni proprie. Presidente della Sagat è Giuseppe Donato e amministratore delegato Roberto Barbieri.

Borsa: Italia Independent (Lapo Elkann) la capitalizzazione crollata a 14 milioni

Lapo Elkann
Nel giorno della riscossa del Toro, in Piazza Affari, oggi, 19 dicembre, quando l'indice Ftse Mib ha chiuso con il rialzo dell'1,59% rispetto a ieri, l'ultimo prezzo dell'azione Italia Independent, la società torinese controllata da Lapo Elkann e partecipata da suo fratello John, è stato di 2,11 euro, inferiore del 10,21% al precedente e nuovo record storico negativo. Fra l'altro, il ribasso odierno di Italia Independent è stato il secondo più pesante dell'intera Borsa italiana e conferma una tendenza in atto, ininterrottamente, dal 10 di questo mese. Tanto che il valore riconosciuto dal mercato a Italia Independent è crollato a 14 milioni di euro.
La società di Lapo Elkann, però, non è stata l'unica piemontese a evidenziare un segno negativo al termine delle contrattazioni. Lo hanno fatto anche due “perle” quali sono Diasorin (-0,21%) e Reply (-0,04), oltre che Fidia (-0,51%), la M&C di Carlo De Benedetti (-5,18%) e Prima Industrie (-0,47%).
Anche Prima Industrie, presieduta da Gianfranco Carbonato, è in caduta da tempo. Il calo della sua azione, incominciato ai primi di settembre, è conseguente soprattutto al raffreddamento dell'interesse dei Pir (piani individuali di risparmio) nei confronti delle quotate “medie” e minori del listino e al loro abbandono.
Oggi, altre quotate piemontesi hanno invece fatto registrare rialzi percentuali superiori a quello dell'indice Ftse Mib, che rappresenta le quaranta principali azioni scambiate a Piazza Affari. Sono state Astm (+1,6%), Guala Closures (+2,87%), Intesa Sanpaolo (+1,71%), Iren (+3,4%), Juventus (+1,79%), Sias (+2,98%) e Tinexta (+5,32%).

Entrate pubbliche, superati i 550 miliardi in negativo solo la lotta all'evasione fiscale

Superata quota 550 miliardi. Nei primi dieci mesi di quest'anno, la somma delle entrate tributarie e contributive è ammontata a 550,774 miliardi, circa 10 miliardi in più rispetto allo stesso periodo del 2018. L'incremento è dell'1,8%.
Le entrate statali, dal primo giorno di gennaio all'ultimo di ottobre, sono aumentate dell'1,6% mentre sono cresciute del 3,3% quelle degli enti territoriali, risultate così di 39,540 miliardi. Totale, quest'ultimo, alla cui formazione hanno contribuito l'Irap per 16,481 miliardi (+6,6%), le addizionali regionali per 9,982 miliardi (-0,2%) e quelle comunali per 3,753 miliardi (+0,8%); mentre è stato di 8,781 miliardi l'apporto di Imu-Imis (+2,4%) e di 606 milioni quello della Tasi (+1,3%).
Il bilancio dello Stato, per competenza giuridica (diverso è quello per incassi effettivi), al 31 ottobre evidenzia imposte dirette per 190,047 miliardi (+1,3% rispetto alla stessa data dell'anno scorso) e indirette per 164,406 miliardi (+1,9%).
In particolare, l'Irpef ha reso 151,248 miliardi (+3%) e l'Ires 17,390 (-9,5%); l'Iva 99,615 miliardi (+3,5%), l'imposta sugli oli minerali 20,052 (-1,2%) e quella sui tabacchi 8,924 (+0,6%). Hanno continuato a salire le entrate tributarie da Lotto, lotterie e altri giochi d'azzardo: 11,611 miliardi, il 4,5% in più rispetto al gennaio-ottobre 2017.
Quanto alle entrate contributive sono ammontate a 189,556 miliardi(+3,7%), dei quali 175,223 di spettanza Inps (+3,7%), 6,760 dell'Inail (+3,3%) e 7,573 degli enti previdenziali privatizzati (+2,6%).
Unica grande fonte in negativo, quella della lotta all'evasione fiscale attuata con accertamenti e controlli: entrate per 8,439 miliardi, il 10,2% in meno rispetto ai primi dieci mesi del 2017.

Imprese del fitness, boom nel Cuneese


Kendall Jenner, la modella più pagata
In Piemonte, al 30 settembre sono risultate un po' più 12.500 le aziende del settore benessere, che comprende istituti di bellezza, saloni di barbiere e parrucchiere, centri di fitness, palestre, esercizi dove si praticano manicure e pedicure. Rispetto a cinque anni fa, le imprese del benessere in Piemonte sono aumentate di 235 unità.
Grazie soprattutto alla provincia di Cuneo, dove ora le imprese di questo comparto sono 1.828, cioè 128 più che il 30 settembre del 2013. Quella cuneese è stata la crescita più alta, superiore a anche a quella di Torino (38 unità), oltre che di Alessandria (46), Asti (34) e Novara (11). Invece, nelle altre province il numero si è ridotto.
Così, alla fine di settembre, Infocamere-Unioncamere ha contato 6.262 imprese del benessere nel Torinese, 1.252 nell'Alessandrino, 1.078 nel Novarese, 573 nell'Astigiano, 554 nel Biellese, 536 nel Vercellese e 462 nel Verbano-Cusio-Ossola.
A livello regionale, sono risultati 8.766 i saloni di barbiere e parrucchiere (-113 rispetto a cinque anni fa), 2.965 gli istituti di bellezza (+319), 335 le palestre (+46) e 334 i centri per il benessere fisico (-29). E' cresciuto anche il numero delle imprese dedite a manicure e pedicure, diventate 68, 27 più che alla fine di settembre 2013.
Nella sola provincia di Torino, al 30 settembre, risultavano in attività 174 imprese aventi a oggetto la gestione di una o più palestre (+24 rispetto alla stessa data 2013), 4.431 saloni di parrucchiere e barbieri (-56), 1.404 istituti di bellezza (+78), 43 saloni di pedicure e manicure (+22) e 193 centri per il benessere fisico (-25).
Dalla ricerca di Infocamere-Unioncamere emerge che le imprese esercenti istituti di bellezza al 30 settembre scorso erano 336 nell'Alessandrino (+50 rispetto alla stessa data di un anno fa), 150 nell'Astigiano (+35), 117 nel Biellese (+10), 465 nel Cuneese (+99), 2566 nel Novarese (+27), 115 nel Verbano-Cusio-Ossola (+11) e 122 nel Vercellese (+9).
Quanto ai saloni di barbiere e parrucchiere, ecco i dati per provincia: Alessandria 838 (-6), Asti 395 (-4), Biella 404 (-25), Cuneo 1.275 (+6), Novara 732 (+4), Verbania 312 (-1) e Vercelli 379 (-2).

La lunga storia della Venchi raccontata dalle antiche e belle pubblicità di latta

Accanto a “Un libro per Natale”, fino al 22 dicembre, per “Le piccole mostre del Centro Studi Piemontesi”, è allestita, nella sede di Via Ottavio Revel 15 a Torino, l’esposizione “Antiche pubblicità di latta: dalla Venchi alla Talmone Venchi Unica”, a cura di Silvie Mola di Nomaglio.
Tra le numerose industrie dolciarie torinesi che diffusero, in Italia e fuori dai confini, le proprie specialità alimentari, biscotti, cioccolato, cacao, caramelle e, nel contempo, il nome di Torino, si devono ricordare almeno la Michele Talmone (fondata nel 1850), la Moriondo e Gariglio (la quale, fondata nel 1868, produceva nel tardo Ottocento oltre .500 chili di cioccolato e cacao al giorno), la Caffarel Prochet (fondata nel 1826), la Biscotti Delta di M. A. Gatti (1911) con scatole talora originalissime, la Baratti e Milano, le ditte Beata & Perrone, Cacao Lac, Cacao Davit, Leone, De Coster, Mondino, Wamar, Dora Biscuits.
I metallici contenitori utilizzati per conservare e distribuire i loro prodotti, multiformi e deliziosamente illustrati e colorati, giunsero un po’ dovunque nel mondo.
In questa piccola mostra sono raccolte alcune delle scatole della Venchi (fondata nel 1878 da Silviano Venchi, 80 dipendenti nel 1896, oltre 500, in costante crescendo, nel 1905, esportatrice letteralmente in tutto il globo) e delle sue successive evoluzioni societarie.
Nel 1924 - mentre la Venchi continuava a andare a gonfie vele nonostante la morte, nel 1922 del Venchi, sotto la guida dei suoi nipoti e del direttore Gerardo Gobbi (poi a lungo amministratore delegato della società) - nacque, per iniziativa di Riccardo Gualino la società anonima Unica (Unione Nazionale Industria Commercio Alimentari), raggruppando sotto questa denominazione quattro aziende del settore, alcune delle quali appena citate: la Michele Talmone, la Moriondo Gariglio, la Cioccolato Bonatti e le Fabbriche riunite Gallettine & Dora.
Lo stabilimento di produzione, realizzato su corso Francia, non lontano dai limiti di Torino, era imponente: vi lavoravano oltre 1.500 operai, 300 impiegati e alcune decine di altri dipendenti. Nel 1934, in seguito al fallimento di Gualino, l’Unica viene acquistata dalla Venchi e prende vita, per fusione, la Venchi Unica, che avvarrà, a fianco di questi marchi, anche di quello Talmone.
La Venchi, disponendo ormai del grande stabilimento Unica di corso Francia cedette allo Stato la propria sede, realizzata nel 1907 su progetto dell’architetto Pietro Fenoglio in corso Regina Margherita 16. Questa, passata al demanio militare, ne ospiterà a lungo l’opificio.
Dopo la morte di Gerardo Gobbi, avvenuta nel 1954, subentrerà, quale presidente, Giovanni Maria Vitelli, che ne resterà a capo sino agli anni settanta del secolo scorso. In seguito, caduta nelle mani di speculatori, l’azienda fallirà e solo il marchio potrà essere salvato da un creditore del fallimento, cosa che consentirà successivamente di vederlo risorgere, tornando a rappresentare un’eccellenza piemontese e italiana.

Borsa: Orso all'attacco a inizio settimana ma Italgas, M&C e Pininfarina lo beffano

In rosso l'inizio della settimana borsistica per il listino piemontese. Oggi, 17 dicembre, soltanto tre quotate che fanno riferimento al Piemonte hanno chiuso con un segno positivo. Rispetto a venerdì scorso, tutte le altre hanno evidenziato perdite di valore o, ben che vada, hanno chiuso in parità. Le società che si sono salvate dalle graffiate dell'Orso, rinvigorito dalla situazione romana e dal contrasto Trump-Fed sui tassi americani, sono Italgas (+0,51%), M&C (+3,21%) e Pininfarina (+1,58%).
L'Indice Ftse Mib, che rappresenta le 40 principali azioni quotate in Piazza Affari, è sceso dell'1,15%. Ma diversi titoli piemontesi hanno terminato le contrattazioni con ribassi superiori. A partire da Reply, il cui ultimo prezzo è stato di 46,86 euro (-4,56%).
Più dell'indice, hanno perso anche Autogrill (-2,09%), Bim (-1,2%), Cover50 (-2,87%), Diasorin (-2,3%), Guala Closures (-2,83%) , Intesa Sanpaolo (-2,04%), Italia Independent (-3,23%), Juventus (-2,57%), Sias (-1,4%) e Tinexta (-2,83%). In particolare, Bim e Italia Independent hanno fatto segnare i loro nuovi minimi storici.

A Torino cresciuto il mercato della casa ma solo per i "tagli" inferiori ai 115 metri

Delle 2.882 compravendite di case registrate a Torino nel terzo trimestre di quest'anno, il 45,9%, corrispondente a 1.322 unità, ha riguardato alloggi con superfici comprese tra i 50 e gli 85 metri quadrati. Il secondo “taglio” con maggiore mercato è risultato quello della categoria immediatamente superiore, da 85 fino a 115 metri quadrati:713 i passaggi di proprietà dall'inizio di luglio alla fine di settembre, pari al 24,7% del totale del periodo.
Di alloggi fino a 50 metri quadrati ne sono stati scambiati 388 (13,5%) mentre sono stati 247 quelli tra i 115 e i 145 metri (8,6%) e, infine, 212 quelli con superficie superiore ai 145 metri (7,4%).
Rispetto al terzo trimestre dell'anno scorso, quest'ultima classe di abitazioni ha avuto un calo di compravendite dell'1,4%, comunque inferiore al 4,7% delle abitazioni da 115 a 145 metri quadrati; mentre sono aumentati i passaggi di proprietà per le case da 85 a 115 metri (+10,1%), da 50 a 85 metri (+3,9%) e quelle con superficie minore dei 50 metri (+6,8%).
Dunque, il nuovo recupero del mercato della casa a Torino è stato tirato completamente dagli alloggi con superficie inferiore ai 155 metri, come emerge dai dati dell'Osservatorio immobiliare dell'Agenzia delle Entrate, che ha rilevato, nel capoluogo piemontese, una crescita del 4,5% delle compravendite rispetto allo stesso periodo del 2017, incremento che si aggiunge al 4% del secondo trimestre.
Però, altre grandi città italiane hanno avuto aumenti maggiori di transazioni, dall'inizio di luglio alla fine di settembre: + 23,7% Bologna, + 8,5% Palermo e + 7,2% sia Genova che Firenze. Invece, a Roma e a Napoli la crescita è stata intorno al 3,5% e l'ultima delle otto metropoli nazionali – Milano – ha addirittura denunciato un calo del 2,4%.
Comunque, Torino è risultata terza per numero di compravendite di abitazioni nel terzo trimestre, superata soltanto da Roma (7.151) e da Milano (5.274). Complessivamente, nelle otto metropoli italiani gli acquisti di case sono stati 22.315, il 3,9% in più dei 21.472 di luglio-settembre 2017.
Nel secondo trimestre, a Torino le case che avevano cambiato proprietà erano state 3.738 e 3.095 nel primo. Il totale dall'inizio di gennaio, pertanto, ammonta a 9.715, che equivale a una media di 36 al giorno, festivi compresi.
A livello nazionale, le compravendite di abitazioni nel terzo trimestre 2018 sono state 130.609, il 6,7% in più rispetto al corrispondente periodo dell'anno scorso. L'incremento è superiore al 5,6% del secondo trimestre e conferma la continuità del recupero del mercato, fenomeno che dura dal 2014 e tale da far riassorbire, quasi completamente, le forti perdite subite nel 2012.

Listino piemontese: ecco i rialzi e i ribassi della settimana borsistica finita venerdì 14

Un po' su e un po' giù, in funzione delle notizie provenienti da Bruxelles, piuttosto che da Francoforte, Roma, Washington, Londra e Parigi. Nell'ultima settimana, gli indici di Piazza Affari hanno oscillato. Il Ftse Mib, che rappresenta le 40 principali azioni quotate alla Borsa di Milano, ha mostrato il segno più per tre giorni, ma, lunedì e venerdì, il segno meno. Risultato finale: sostanziale parità, comunque sotto i 19.000 punti.
“Che sono pochi ed evidenziano la continuità dell'andamento sfavorevole del mercato azionario italiano” si legge nella consueta rubrica domenicale dedicata alle quotate piemontesi, pubblicata oggi, 16 dicembre, dal Corriere Torino, edizione locale del Corriere della Sera guidata da Umberto La Rocca.
Stessa tendenza per il “listino piemontese”. Soltanto nove quotate locali hanno terminato la seduta di venerdì con un valore del rispettivo titolo superiore a quello di sette giorni prima. E cinque di queste sono “big”, categoria che sta soffrendo meno l'interminabile trattativa sulla manovra finanziaria nazionale, i sempre più frequenti contrasti all'interno del governo Conte-Di Maio-Salvini, l'abbassamento delle stime sul Pil e, fra l'altro, i problemi economico-sociali della Francia e della Gran Bretagna.
Le cinque grandi piemontesi che hanno chiuso la settimana in attivo sono Intesa Sanpaolo (il prezzo finale è stato di 2,014 euro a fronte di 1,982 euro del venerdì precedente), Fca (rispettivamente 13,85 e 13,762 euro), Italgas (5,11 e 4,887), Iren (2,018 e 1,916), Reply (49,1 e 47,6).
“In particolare – ha precisato il Corriere Torino - Intesa Sanpaolo ha beneficiato del calo dello spread, che ha innalzato i valori dei titoli di Stato in portafoglio) mentre i ripensamenti sulle misure riguardanti l'automobile hanno consentito a Fca di limitare i danni sul titolo, conseguenti anche al calo delle vendite in Europa. A sua volta, Iren non ha patito la cessione di una sua quota da parte del Comune di Torino, fatto che, anzi, può avvantaggiare l'utility presieduta da Paolo Peveraro.”
Le altre quattro piemontesi che hanno finito la settimana con il segno positivo sono Pininfarina (2,22 euro l'ultimo prezzo), Centrale del Latte d'Italia (2,75), M&C (0,0374) e Conafi (0,25).
Le grandi della regioni che hanno invece ridotto loro valore borsistico sono Exor (-1,9% rispetto a venerdì 7), Diasorin (-2,8%), Buzzi Unicem (-3,3%), Sias (-1,5%), Autogrill (-6,5%), Astm (-2,6%) e Juventus (-2,7%).
Le altre piemontesi che hanno registrato ribassi, rispetto a venerdì 7 dicembre, sonoGuala Closures (da 5,94 a 5,66 euro), Cofide (da 0,467 a 0,4605), Tinexta (da 6,4 a 6,19), Prima Industrie (da 19,28 a 17,9), Basicnet (da 4,415 a 4,41), Damiani (da 0,848 a 0,84), Bim (da 0,173 a 0,1688), Cover50 (da 9,98 a 9,76), Fidia (da 4,05 a 3,99), Italia Independent (da 2,89 a 2,48), Cdr Advance Capital (da 0,74 a 0,68), Ki Group (da 1,29 a 1,27) e Borgosesia (da 0,625 a 0,565 euro).

I Fondi comuni con meno titoli di Stato agli stranieri il 30,3% del debito pubblico

I portafogli dei fondi comuni aperti di diritto italiano hanno fatto registrare, in ottobre, una nuova perdita di peso dei titoli di Stato e delle azioni. Il fenomeno emerge dall'ultima rilevazione della Banca d'Italia. Il valore dei titoli di Stato posseduti dai fondi comuni d'investimento di diritto italiano alla fine di ottobre era di 50,613 miliardi di euro, 2,036 miliardi in meno rispetto al 30 settembre. E il valore delle azioni in portafoglio è sceso a 39,309 miliardi dai 41,380 miliardi registrati a fine settembre.
In particolare, per quanto riguarda i titoli di debito delle Amministrazioni pubbliche, la disaggregazione dei dati consente di scoprire che il peso dei Btp posseduti dai fondi comuni di diritto italiano è sceso dai 38,230 miliardi del 30 settembre ai 36,865 miliardi del 31 ottobre e quello dei Bot da 8,015 a 7,650 miliardi. In calo anche il valore dei Cct, da 2,343 a 2,019 miliardi; mentre è rimasto stabile sui 3,7 miliardi quello dei Ctz.
E' diminiuito, inoltre, il valore delle quote dei fondi in portafoglio, da 62,558 a 60,200 miliardi; invece, è cresciuto quello delle altre attività finanziarie possedute, da 52,036 a 58,567 miliardi. Ecco perchè il valore totale delle attività dei fondi comuni di diritto italiano alla fine di ottobre è rimasto sostanziamente uguale rispetto al mese prima: 305,7 miliardi, un centinaio di milioni in meno.
Nel terzo trimestre, la raccolta netta dei fondi comuni di diritto italiano è risulta negativa per quasi 1,7 miliardi (differenza tra il valore dei riscatti e quello delle nuove sottoscrizioni) mentre è stata positiva per 447 milioni la raccolta netta dei fondi comuni di diritto estero.
Ancora a proposito dei titoli di debito delle Amministrazioni pubbliche, Banca d'Italia ha comunicato che in ottobre sono ne sono stati emessi per 36,303 miliardi, la metà dei quali sotto forma di Btp (per la precsione 18,007 miliardi), mentre sono stati emessi Bot per 12 miliardi, Ctz per 3,9, Cct per 1,250 e Btp indicizzati per 1,146.
Al 31 ottobre, pertanto, la consistenza dei titoli di debito delle Amministrazioni pubbliche era pari a 1.984,169 miliardi, dei quali 1.409,288 rappresentati da Btp, 208,516 da Btp indicizzati, 139,346 da Cct, 1127,863 da Bot 55,615 da Ctz e 17,857 da titoli delle Amministrazioni locali.
L'intero debito pubblico italiano al 31 ottobre è risultato di 2.334,401 miliardi, mentre ammontava a 2.331,245 miliardi al 30 settembre, quando gli stranieri ( i “non residenti” come li definisce Banca d'Italia) ne possedevano poco meno del 30,3%, quota corrispondente a 705,812 miliardi.

Caselle, nuovo collegamento con Cracovia e dal 19 gennaio con Stoccolma (al sabato)

Domenica 16 dicembre 2018, a Caselle, dal “Sandro Pertini” è decollato l'aereo della Blue Air che ha inaugurato il nuovo collegamento Torino-Cracovia (partenze ogni mercoledì, venerdì e domenica alle 12,20 con arrivo a Cracovia alle 14,20; da Cracovia alle 15,05 e sbarco a Torino alle 17,05). Inoltre, dal 15 dicembre, è nuovamente operativo il collegamento diretto con Iasi (Romania), ogni mercoledì e sabato, per tutta la stagione invernale. E, dal 19 gennaio, sarà operativo, ogni sabato, il collegamento diretto Torino-Stoccolma.
Dalla base di Caselle, la Blue Air serve, nella stagione invernale, voli diretti verso 17 città con otto Paesi europei e sei regioni italiane: oltre alle mete citate, infatti, è possibile infatti volare anche verso Lisbona, Parigi, Siviglia e Stoccarda, più Bacau e Bucarest , Alghero, Catania, Bari, Lamezia Terme, Napoli e Pescara. La flotta Blue Air è composta da aerei Boeing 737 con interni moderni con sedili di ultima generazione Recaro per offrire ai passeggeri un’esperienza più confortevole durante il volo.

Tutti i record della Fonti di Vinadio Spa

Alberto Bertone, numero 1 della Fonti di Vinadio
E’ una delle acque più amate dagli italiani, una delle poche che sta incrementando le vendite in un mercato – quello delle acque minerali confezionate – che negli ultimi mesi è rallentato. L’acqua Sant’Anna di Vinadio, prodotta dall’azienda piemontese Fonti di Vinadio, fondata appena dieci anni fa e già tra le grandi realtà del Food&Beverage italiano, vanta anche un recente e particolare record: in occasione del Black Friday di Amazon, è stato il prodotto di largo consumo più ordinato su Prime Now. La definitiva affermazione di un marchio 100% italiano, gestito da un’azienda familiare in un contesto dominato dalle grandi multinazionali”.
Incomincia così l'articolo che First&Food, portale di enogastronomia e dell'eccellenza agro-alimentare edito da Firstonline, ha dedicato alla Sant'Anna di Vinadio.
La scommessa vincente – continua First&Food, nuova creatura di Ernesto Auci e Franco Locatelli, fondatori e guide dell'autorevole e indipendente giornale web - è infatti opera della famiglia Bertone, che negli anni Cinquanta però si occupava di tutt’altro: edilizia. Il pioniere è stato Giuseppe Bertone, scomparso nel 2008, che, partito da Rifreddo, un piccolo paese nella provincia di Cuneo, è riuscito negli anni a creare un vero e proprio gruppo specializzato nell’edilizia residenziale, che dalla provincia di Torino si è via via ampliato al basso Piemonte, alla Liguria, alla Costa Azzurra. Negli anni ’90 scendono in campo anche i figli Fabrizio e Alberto, che si lanciano su un mercato completamente diverso: quello dell’acqua minerale”.
La fonte individuata è quella appunto di Vinadio, nel Cuneese, dove le sorgenti scorrono di fianco al santuario più alto d’Europa, dedicato a Sant’Anna, protettrice delle mamme. La fama di questa acqua risale al Cinquecento, grazie ai racconti delle migliaia di pellegrini che frequentavano il santuario, a oltre 2.000 metri di altitudine: famosa per i suoi valori di leggerezza (ha un residuo fisso bassissimo, a 22,0 mg/l), è indicata per neonati e per diete povere di sodio. Ed è garantita grazie a un impianto all’avanguardia, che sorge a 1.000 metri di altitudine, al confine con la Francia: un gioiello hi-tech, costruito secondo i principi della bio-architettura e della bio-edilizia.
E ultra-produttivo; infatti, Fonti di Vinadio Spa può vantare il più grande impianto produttivo al mondo, con 13 linee di imbottigliamento per l’acqua. Le tre più recenti producono fino a 54.000 bottiglie ogni ora (sono le più grandi al mondo) e sono in grado di lavorare tutti i formati, dal mezzo litro ai due litri: un’impresa tecnologica davvero complessa, sviluppata ad hoc con il leader del settore. Gli investimenti in corso permetteranno alla capacità produttiva globale dello stabilimento di arrivare ad un potenziale di circa tre miliardi di bottiglie/anno.
I risultati sono conseguenti: il gruppo ha chiuso il 2017 con un fatturato di circa 300 milioni di euro e vendite di un miliardo di bottiglie di acqua minerale, oltre che di 100 milioni di bicchierini di the freddo e nettari di frutta. E c’è un dato, che rende l’idea della diffusione di un’acqua ormai familiare nelle case degli italiani: nei primi anni di attività Fonti di Vinadio Spa vendeva tante bottiglie quanti sono gli italiani (50-60 milioni l’anno), mentre oggi le bottiglie vendute in un anno sono addirittura tante quanti tutti gli abitanti d’Europa, ovvero centinaia di milioni.

Fondazione Crc: ecco i Comuni cuneesi premiati per l'alto livello di "smartness"


Giandomenico Genta, presidente Fondazione Crc
La provincia di Cuneo presenta un livello di smartness (la capacità di adattarsi e rinnovarsi attraverso l’intelligenza di tutti i suoi attori) diffuso e in sensibile crescita. E' quanto emerge dal rapporto “Premio Comune Smart 2018”, presentato oggi, 14 dicembre, dalla locale Fondazione Crc, in seguito alla mappatura promossa dal Centro Studi e Innovazione della stessa Fondazione e realizzata , tra maggio e settembre scorsi, con la collaborazione di Giorgio Gallo, esperto di innovazione.
L’analisi ha coinvolto i 250 comuni della provincia di Cuneo, attraverso un questionario online che ha valutato, a due anni di distanza, le variazioni rispetto alla situazione mappata dal Quaderno 32 della Fondazione Crc “Granda e Smart. Esperienze smart in provincia di Cuneo”, pubblicato a luglio 2017.
I comuni sono stati suddivisi in cinque fasce in base alla popolazione: i comuni maggiori (con popolazione superiore ai 15 mila abitanti), i grandi (popolazione tra i 9 mila e i 15 mila), i medi (popolazione tra 4.500 e 9 mila), i piccoli (popolazione tra 1.000 e 4.500 abitanti) e i molto piccoli (popolazione inferiore a 1.000 abitanti).
Dai dati forniti dai 177 Comuni che hanno risposto al questionario emerge l’evoluzione realizzata in questi due anni in provincia di Cuneo e vengono sottolineati tre ingredienti fondamentali che potrebbero ulteriormente favorire l’evoluzione della provincia in chiave smart: diffusione della cultura dell’innovazione, del digitale e della smartness; diffusione di capacità e competenze progettuali; comunicazione e condivisione delle esperienze realizzate e replicabilità delle buone pratiche.
Proprio per dare evidenza ai risultati più significativi prodotti dai Comuni dal 2016 a oggi e per stimolare le Amministrazioni comunali nella direzione di uno sforzo condiviso sul tema della smartness, a conclusione della giornata è stato consegnato il Premio Comune Smart 2018, promosso dalla Fondazione Crc con il patrocinio di Anci e Uncem, alle diverse categorie.
Primi quattro classificati i Comuni di Cuneo (per i Comuni maggiori), Dronero (per i Comuni grandi e medi), Beinette (per i Comuni piccoli) e Niella Belbo (per i Comuni molto piccoli); tra i primi tre, per la categoria Comuni grandi e medi, i Comuni di Cavallermaggiore e Verzuolo; tra i primi sette, per la categoria Comuni piccoli: Castagnito, Frabosa Sottana, La Morra, Roccaforte Mondovì, Roccavione e Roddi; tra i primi nove, per la categoria Comuni molto piccoli: Bergolo, Lequio Berria, Moiola, Montaldo di Mondovì, Nucetto, Ostana, Serralunga d’Alba, Villanova Solaro.
Infine, sono state assegnate cinque menzioni particolari, su alcuni ambiti individuati, per iniziative particolarmente interessanti, anche in una logica di diffusione di buone pratiche ai Comuni di Alba (ambito Mobility), Bernezzo (ambito People), Borgo San Dalmazzo (ambito Energy), Mondovì (ambito Culture) e Novello (ambito Economy).
“La mappatura che ora mettiamo a disposizione di tutti ha raccolto tanti spunti su temi diversi e di grande interesse. Siamo sicuri che queste sollecitazioni sapranno essere di stimolo per le amministrazioni pubbliche, per far sì che la provincia di Cuneo possa diventare un territorio smart riconosciuto a livello nazionale” ha commentato Giandomenico Genta, presidente della Fondazione Crc.
“Diventare smart non è semplicemente una questione tecnica, ma un problema sociale, culturale e politico” ha commentato Aldo Bonomi, sociologo, aggiungendo che “Il punto oggi non è fare di Cuneo una smart city, ma il nodo di rete della smart land, per promuovere un benessere equo e sostenibile di tutta la provincia Granda. Questo territorio è un laboratorio di innovazione, dove si può sperimentare un nuovo modello di sviluppo”.

Piemonte, nel 2017 tolte dalla circolazione 12.882 banconote false (per 528.140 euro)

Che la crisi economica a Torino e in Piemonte sia più grave che altrove lo conferma anche un fatto curioso: l'anno scorso, il numero delle banconote da 20 euro sequestrate e/o ritirate dalla circolazione per sospetta contraffazione è stato più alto di quelle false da 50 euro, a differenza dell'Italia nel suo insieme. Anche i falsari sanno che nella regione subalpina è meno difficile spacciare tagli da 20 euro, perché è più alta l'attenzione verso le banconote da 50, date le minori disponibilità finanziarie e, perciò, la maggiore cura del denaro.
In provincia di Torino, sono state 4.280 le banconote da 20 euro tolte di circolazione, nel 2017, perché ritenute false, a fronte delle 2.625 da 50 euro. In tutt'Italia, invece, sono state 71.649 le banconote da 50 euro sequestrate e/o ritirate e 69.120 quelle da 20 euro.
Come a Torino, è successo in tutte le altre province piemontesi: ad Alessandria 658 le banconote false da 20 euro tolte dalla circolazione contro le 386 da 50 euro, a Cuneo rispettivamente 681 e 287, a Novara 622 e 301, ad Asti 265 e 168, a Vercelli 249 e 142, nel Verbano-Cusio-Ossola 185 e 126, nel Biellese 169 e 83.
A livello regionale, le banconote dei diversi tagli sequestrate e/o ritirate nel 2017 sono state complessivamente 12.882, delle quali 7.109 da venti euro, 4.118 da cinquanta euro, 1.175 da cento euro, 188 da dieci euro, 116 da cinque euro, 93 da duecento euro e ottantatré da 500 euro. Per un controvalore totale di 528.140 euro, a fronte dei 605.640 euro del 2016, quando erano state eliminate 13.072 banconote. Cifre tutte inferiori a quelle del biennio precedente. 
Dalla disaggregazione dei dati pubblicati dal Mef, il ministero dell'Economia e delle Finanze, fra l'altro, si ricava il numero delle banconote tolte dalla circolazione, l'anno scorso, in ogni singola provincia: 7.803 a Torino, 1.194 ad Alessandria,1.117 a Cuneo, 1.073 a Novara, 512 ad Asti, 466 a Vercelli, 404 a Verbania e 313 a Biella.
Rispetto al 2016, il numero delle banconote false sequestrate e/o ritirate è aumentato soltanto nelle province di Cuneo e Alessandria; mentre è diminuito in tutte le altre.
Il progressivo contenimento del fenomeno della sospetta contraffazione di banconote e monete è nazionale, come risulta dall’ultimo Rapporto sulla falsificazione dell’euro, curato dall’Ufficio Centrale Antifrode dei Mezzi di Pagamento, presso la Direzione V del Dipartimento del Tesoro competente per l’antiriciclaggio e, in generale, la prevenzione dell’utilizzo del sistema finanziario per fini illegali.
A conferma che il calo del 2017 è sostanziale e non dovuto a fenomeni occasionali, il Rapporto osserva che, relativamente alle banconote, le incidenze dei sospetti di frode sono in calo per valore, sia rispetto alla popolazione italiana (-3%) sia rispetto all’ammontare di banconote totali circolanti in Italia (-7%).
Comunque, nel 2017, nel Paese, sono state sequestrate 163.114 banconote sospette false, il 4% in meno rispetto ai dati consolidati del 2016 e 92.191 monete metalliche, in questo caso, il 43% in più, aumento che però è interamente riconducibile a un unico, importante sequestro, avvenuto, prima ancora della messa in circolazione del denaro, nella provincia di Prato e che ha interessato 27.982 pezzi di monete da 2 euro.
Per le banconote, in termini di valore nominale complessivo, sono state oggetto di sequestro prima della circolazione e/o di ritiro durante la circolazione circa sette milioni di euro (-9% rispetto al 2016), mentre per le monete, sempre a causa dell’episodio citato, il valore nominale complessivo di sospetto falso è stato di circa 148 mila euro (+64% rispetto al 2016).
Dal Rapporto del Mef, fra l'altro, emerge che il Piemonte è al quinto posto nella graduatoria delle regioni per numero e importo di banconote sequestrate o ritirate dalla circolazione in quanto sospette di contraffazione; al primo si trova la Lombardia, seguita, nell'ordine, da Lazio, Veneto e Toscana. 

Equiter investe tre milioni del Fondo Rif puntando su un'azienda di stampanti 3D

Carla Ferrari, presidente di Equiter
La torinese Equiter, investitore e advisor nel settore delle infrastrutture e dell’innovazione a sostegno delle economie locali (azionisti sono Compagnia di San Paolo, Fondazione Crt, Fondazione Crc di Cuneo e Intesa Sanpaolo) ha realizzato il primo investimento del Fondo Rif, dedicato alla ricerca e all’innovazione nelle regioni del Mezzogiorno, nell'ambito del Programma operativo nazionale (Pon) Ricerca e Innovazione 2014-2020.
Il Fondo Rif ha investito, sotto forma di equity e quasi equity, tre milioni di euro nella Roboze, azienda di Bari che opera nel settore delle stampanti 3D con la tecnologia del Fused Deposition Modelling. Il progetto di Roboze è stato valutato e approvato da Equiter, selezionata nel dicembre 2017 dalla Banca Europea per gli Investimenti (Bei) per la gestione di 124 milioni di euro destinati dal Miur (ministero dell'istruzione, università e ricerca) all’azione II.3 “Progetti di ricerca su tecnologie abilitanti”.
Carla Ferrari, presidente di Equiter, ha sottolioneato che “oltre all’investimento in Roboze, nei primi otto mesi di operatività del Fondo Rif, il team di Equiter ha vagliato circa 100 progetti di ricerca e innovazione presentati da potenziali beneficiari che operano sia nel Sud che nel resto d’Italia. È la conferma che lo strumento del Fondo è particolarmente efficace per offrire sostegno finanziario ai progetti innovativi”.
“Considerato il forte interesse che il Fondo sta riscontrando sul mercato a livello nazionale – ha aggiunto Carla Ferrari - si presenta l’opportunità di allargare l’ambito di intervento anche nelle regioni complementari a quelle oggetto del Pon attraverso la raccolta di ulteriori risorse presso investitori istituzionali interessati allo sviluppo della ricerca e dell’innovazione.”
Il fondatore di Roboze, Alessio Lorusso - 28enne inserito da Forbes nella lista "30 under 30 Europe Industry" dei giovani imprenditori più innovativi d'Europa e premiato quest’anno Imprenditore dell’anno Ernst & Young nella categoria Startup, ha sottolineato: “con l’intervento del fondo Rif svilupperemo la nuova linea di stampanti , che permetterà la stampa di materiali ad alta temperatura a matrice termoplastica rinforzata con fibra di carbonio (e non solo), che potranno essere utilizzate per la realizzazione di componenti strutturali in applicazioni a estreme performance meccaniche e termiche come Aerospazio, Difesa e Motorsport. L’obiettivo di Roboze è diventare market leader nel settore stampa 3D “.
Equiter seleziona, struttura, realizza e gestisce investimenti in capitale di rischio finalizzati allo sviluppo socio-economico dei territori in cui opera. Svolge attività di investimento diretto e indiretto in infrastrutture, in progetti di rigenerazione urbana, di ricerca e innovazione e attività di consulenza per la gestione di fondi chiusi di investimento, di fondi comunitari e per la promozione di progetti di rigenerazione territoriale. A fine 2017 il patrimonio gestito supera gli 800 milioni di euro tra risorse gestite direttamente e fondi di terzi per i quali Equiter svolge il ruolo di consulente.

Dalla Compagnia San Paolo 900.000 euro per i patrimoni artistici di Confraternite

Si è concluso il bando di restauro 2018 “I Patrimoni artistici delle Confraternite – I beni immobili”, dedicato alle iniziative di restauro su beni immobili di Confraternite in Piemonte e Liguria. Bando promosso dalla Compagnia di San Paolo con l’obbiettivo di contribuire, attraverso il restauro di questo particolare tipo di patrimonio architettonico, sia alla salvaguardia e alla valorizzazione di tali beni, sia alla conoscenza della storia delle Confraternite e della rilevanza del loro ruolo in ambito culturale e sociale.
Hanno aderito al bando 94 enti e sono risultati selezionati 22 progetti, per i quali la Compagnia ha stanziato complessivamente 900.000 euro. In considerazione dell’elevato numero delle iniziative proposte di grande qualità, la Compagnia di San Paolo si riserva di valutare. nel corso del 2019, la destinazione di ulteriori fondi a favore di altri progetti non compresi nella selezione 2018 e risultati meritevoli di sostegno.
Ecco l'elenco dei tredici vincitori in Piemonte:
Confraternita di Santa Croce detta dei “Battuti Bianchi” - Cavallermaggiore (CN) Chiesa di Santa Croce: restauro dell’apparato decorativo delle pareti interne (65.000 euro); Confraternita del SS. Nome di Gesù – Moncalieri (TO) Confraternita del SS. Nome di Gesù: restauro delle superfici decorate del presbiterio (45.000); Parrocchia Natività di Maria Vergine – Arona (NO) Chiesa di Santa Maria di Loreto detta Santa Marta: restauro degli intonaci interni e del coro ligneo (70.000): Parrocchia SS. Giacomo e Cristoforo – Malesco (VB) Chiesa Confraternita di Santa Marta in Craveggia: restauro della copertura (70.000);
Confraternita della Santissima Trinità – Fossano (CN) Chiesa della SS. Trinità: restauro dei dipinti murali e degli stucchi della cupola (30.000); Parrocchia San Gaudenzio – Varallo (VC) Chiesa di San Giacomo: restauro paramenti, altare, dipinto su tela, balaustra e statue (20.000); Parrocchia di San Brizio – Cossogno (VB) Chiesa di San Brizio: restauro dell’apparato decorativo della Cappella della Madonna del Rosario (25.000); Parrocchia SS. Pietro, Paolo e Antonio Abate – Boccioleto (VC) Chiesa parrocchiale SS. Pietro, Paolo e Antonio Abate: restauro dell’apparato decorativo e degli stucchi della Cappella della Madonna del Rosario (20.000)
Arcidiocesi di Vercelli Chiesa confraternale di Santo Spirito: restauro delle coperture della chiesa e del campanile (55.000); Parrocchia di San Secondo – Cortazzone (AT) Confraternita di San Rocco: restauro delle pareti interne e del portone (12.000); Confraternita della Santissima Trinità – Biella Chiesa della SS. Trinità: restauro dell’organo, della cassa e della cantoria (13.000); Confraternita di San Giovanni Decollato – Carmagnola (TO) Chiesa di San Giovanni Decollato: restauro della facciata principale e laterale (70.000); Confraternita di San Bernardino – Vercelli Chiesa Confraternita di San Bernardino: restauro della copertura (35.000).

La cuneese Santanché scende al 35,8% della Visibilia Editore sempre più araba

Daniela Santanché
La cuneese Daniela Garnero Santanché, imprenditrice, politica, personaggio ben noto, non è più azionista di maggioranza assoluta di Visibila Editore, società milanese quotata in Borsa e proprietaria di alcuni periodici, fra i quali VilleGiardiani, Ciak, Pc Professional e Visto Tv.
In seguito alla conversione di 30 obbligazioni in 14,750 milioni di nuove azioni da parte di Bracknor, finanziaria di investimenti con sede a Dubai, il capitale sociale di Visibilia Editore è diventato di 54.136.375 azioni, delle quali 19.403.041 posseduta dalla Visibilia Editore Holding di Daniela Santanchè. Pertanto, la quota della Santanchè, che resta presidente della società, è scesa al 35,84% di Visibila Editore, a fronte del 3,23% della Alevi srl e del 60,93% degli altri azionisti.
Bracknor Investment ha partecipazioni in diversi Paese e, in Italia, anche in Casta Diva e Bioera, quotate entrambe in Piazza Affari. Di Bioera è presidente la stessa Santanchè, come lo è pure di Ki Group, società torinese quotata alla Borsa di Milano.