La miniera dei Gavio

E' una miniera d'oro, il Nord Ovest, per il gruppo Gavio. Le "sue" autostrade continuano a incassare un sacco di soldi. La conferma più recente si trova nei dati relativi al primo trimestre di quest'anno, quando le società del gruppo alessandrino che gestiscono la rete autostradale in concessione hanno conseguito ricavi netti da pedaggio per 221,364 milioni di euro, 5,6 milioni in più rispetto al corrispondente periodo del 2016.
A rendere più di tutte è stata ancora l'autostrada Torino-Milano (59 milioni dal primo giorno di gennaio all'ultimo di marzo), gestita dalla Satap, come la Torino-Piacenza (39,7 milioni). Gli altri maggiori incassi sono arrivati dai caselli delle tratte Sestri Levante, Viareggio-Lucca e Fornola-La Spezia, per le quali opera la Salt (37,4 milioni), poi da quelli della Savona-Ventimiglia della Adf-Autostrada dei Fiori (32,5 milioni), ad alta intensità di traffico e, quasi interamente, senza la corsia d'emergenza. La Cisa (La Spezia-Parma) ha incassato 18 milioni, la Sav (Quincinetto-Aosta) 16,1 e l'Ats (Torino-Savona) poco meno di 14,3 milioni. Fanalino di coda l'Asti-Cuneo, da completare, con 4,1 milioni.
A occuparsi del business autostradale dei Gavio sono le società Astm e Sias, entrambe quotate sul listino di Piazza Affari (a quando la fusione delle due?). Astm, la capogruppo del settore, è presieduta da Gian Maria Gros-Pietro, il quale ha lo stesso incarico in Intesa Sanpaolo. Astm possiede il 61,7% della Sias, nel cui consiglio di amministrazione sono stati confermati anche Licia Mattioli e Giovanni Quaglia, vice presidente di Confindustria la prima e numero uno della Fondazione Crt, oltre che dell'Autostrada Torino-Savona, il secondo. Daniela Gavio è vice presidente sia della Sias sia dell'Astm, la quale ha tra i suoi amministratori altri componenti della famiglia, il notaio Caterina Bima e l'avvocato Marco Weigmann.