Quei dividendi troppo generosi

In questo periodo, tanti proprietari di azioni di società quotate stanno incassando i frutti annuali dei loro investimenti in Borsa. Cedole spesso ricche e, in qualche caso, molto ricche. Per un totale stimato in oltre 17 miliardi di euro. D'altra parte, alcuni amministratori hanno proposto la distribuzione dell'intero utile disponibile dopo gli accantonamenti obbligatori e altri hanno persino attinto alle riserve, pur di remunerare bene il capitale. E le assemblee hanno approvato, certamente con diffusa soddisfazione. Tra i votanti a favore, non pochi hanno forse pensato: "meglio un uovo oggi ...". Dimenticando una lezione di Luigi Einaudi, grande economista, grande banchiere, grande uomo di Stato e grandissimo saggio.
Luigi Einaudi raccomandava di distribuire sempre una parte limitata dei profitti conseguiti nell'esercizio. Molto meno della metà. Giusto remunerare il capitale di rischio; ma doveroso, imprescindibilmente, destinare la stragrande maggioranza degli utili al rafforzamento patrimoniale. Un patrimonio netto elevato è garanzia di solidità, è un'assicurazione "contro le sorprese del destino", consente e favorisce lo sviluppo dell'impresa, senza indebitarsi.
Oggi, come nel passato recente, troppi trascurano lo stato patrimoniale preferendo concentrarsi sul conto economico; guardano soprattutto la redditività, il breve termine invece del lungo. Una miopia pericolosa, che colpisce la categoria dei top manager e, in particolare, il segmento dei "mercenari," specializzati nel ricavare il massimo dei benefici personali dall'azienda, poli lasciata, con la massima tempestività, indebolita e più povera. E' uno degli effetti disastrosi della prevalenza, per non dire prevaricazione, della finanza. Su tutto il resto.
Chi ha il vero spirito imprenditoriale, il vero creatore di benessere e di ricchezza, pensa e opera per la crescita del patrimonio, per lo sviluppo duraturo. I dividendi spropositati, invece, sono regali agli speculatori e agli azionisti inconsapevoli o irresponsabili; perché sono risorse sottratte al tesoro dell'impresa, pregiudicandone la forza, la competitività, le potenzialità, le opportunità.
Elargire dividendi generosi e poi fare aumenti di capitale è una presa in giro: si danno soldi, che poi vengono richiesti indietro, con gli interessi. E' già successo, anche recentemente. Azionisti prima illusi, poi depauperati. Un prezzo pagato da chi dimentica Luigi Einaudi.