Un savonese in ritirata

Come direbbe Maurizio Crozza: non ci credo, ma dicono che non sia stata versata neppure una lacrima nella Bim, Banca Intermobiliare, quando Gianpaolo Provaggi ha presentato le sue dimissioni da vice presidente e consigliere di amministrazione, incarichi conquistati solo pochi mesi fa. Dimissioni con effetto immediato e giustificate con la seguente motivazione ufficiale, certamente inusuale: "in ragione del dissenso più volte espresso nelle riunioni consiliari".
Gianpaolo Provaggi, rampante commercialista del Savonese, era arrivato in Bim, travagliata banca private torinese, dopo essere uscito (non si sa spontaneamente o "spintaneamente") dal consiglio di amministrazione di Banca Carige, altro istituto che sta vivendo un periodo particolarmente difficile e complicato. E nel vertice della banca genovese era entrato in seguito all'attività di consulente primario di Fondazione Carige, che fino al 2014 la controllava saldamente e ora, invece, ne possiede meno del 2% del capitale.
Dicono che anche a Genova, in via Cassa di Risparmio e in via Chiossone, dove si trovano le sedi dei due enti con marchio Carige, nessuno abbia pianto in seguito all'abbandono di Provaggi, ma forse non è vero. Comunque, i tre passaggi del Savonese non rievocano buoni ricordi, se non altro perché coincidono con crisi dei soggetti che lo hanno visto all'opera, e ingenerano leciti interrogativi sulle promozioni delle designazioni.