Quel "caso" di Fossano

I nuovi consiglieri di amministrazione della Fondazione Cassa di Risparmio di Fossano, appena nominati dal Consiglio di indirizzo - Margherita Beresio, Chiaffredo Rosso, Bruno Olivero, Giacomo Pellegrino e Stefano Viglietta, che si aggiungono ai confermati Silvana Barberis e Federica Panero - dovranno affrontare un problema decisivo per il destino la banca da cui l'ente ha tratto origine e che controlla da sempre. La Fondazione, infatti, possiede il 77% del capitale dell'omonima Cassa di Risparmio e questa partecipazione vale ben oltre il terzo del suo attivo, per cui, secondo il protocollo Acri-Mef, dovrebbe vendere circa il 40% delle azioni della banca, perdendone così il controllo e non potendone più garantire l'indipendenza.
Il protocollo, voluto dall'associazione nazionale delle fondazioni di origine bancaria e dal ministero dell'Economia e delle Finanze, che è l'Autorità di vigilanza degli enti non profit nati in seguito alla Legge Amato, vincola i soggetti firmatari al rispetto della norma che obbliga le fondazioni a non avere più del 33,3% del loro attivo, valutato al "fair value",  investito in un'unico bene e a scendere a questo livello entro il 22 aprile del 2018 se la partecipazione è quotata in Borsa, invece due anni dopo se non lo è.
La direttiva riguarda diverse fondazioni, di ogni dimensione: dalla grande Compagnia di San Paolo, ad alcune piccole cuneesi, come, appunto, quella di Fossano, ora presieduta da Gianfranco Mondino, subentrato ad Antonio Miglio, non più rieleggibile avendo compiuto tutti i mandati possibili. Proprio Miglio, però, è stato uno dei due o tre presidenti che non hanno sottoscritto il protocollo del Mef e dell'Acri, di cui pure è stato un esponente apicale.
Nonostante la mancata adesione, però, la Fondazione fossanese potrebbe essere sollecitata a cedere il controllo della sua Cassa di Risparmio. Ne è ben consapevole, fra gli altri, il presidente della Banca, Giuseppe Ghisolfi, vice presidente della stessa Acri e, fra l'altro, consigliere dell'Abi, l'associazione nazionale delle banche. Ghisolfi, qualche mese fa, si dichiarava fiducioso sulla soluzione del problema, senza aggiungere altro.
La Cassa di Risparmio di Fossano, diretta da Enzo Libero e partecipata al 23% da Bper, ha chiuso il 2016 con una raccolta diretta di oltre 1,5 miliardi di euro, impieghi alla clientela per un miliardo e un utile netto di 6,4 milioni. L'omonima Fondazione, che l'anno scorso ha erogato 1,466 milioni, al 31 dicembre 2015 aveva un patrimonio netto di 52,8 milioni.