Slot, un rebus

In una nuova bozza di legge relativa al gioco d'azzardo in Italia è previsto che il numero delle slot machine autorizzate scenda da 407.323 (a fine 2016) a 264.674 entro il 31 dicembre di quest'anno. In particolare, in Piemonte dovrebbero diminuire da 28.746 a 19.099, in Liguria da 10.702 a 7.090 e in Valle d'Aosta da 798 a 524; quindi, nelle tre regioni del Nord Ovest, da 40.246 a 26.713. Il taglio sarebbe del 33,6%. Il condizionale, però, è quanto mai d'obbligo, perché in materia se ne sono già viste di tutti i colori. Propositi e promesse di ridurre il gioco d'azzardo si sprecano. Da ogni parte si dice che è ormai indispensabile intervenire, per arginare il fenomeno, diventato una marea travolgente e sempre più pericolosa. Tutti d'accordo, a parole; ma non nei fatti.
La realtà è diversa. Intanto, le slot legali in funzione nel nostro Paese sono aumentate di oltre 29.000 unità nel solo 2016, piazzate in 98.600 punti, tra bar e tabaccherie (69.000), sale bingo, corner e altri esercizi (29.600). Inoltre, lo stesso ministero dell'Economia e delle Finanze (Mef) ha appena comunicato che nei primi tre mesi di quest'anno, l'erario ha incassato dai giochi 3,5 miliardi di euro, ancora il 3,8% in più rispetto allo stesso periodo del 2016.
E' probabile, pertanto, che il 2017 si chiuda con un nuovo record di gettito di entrate derivanti dal gioco d'azzardo, che, l'anno scorso, nelle sue varie forme (Lotto e lotterie, gratta e vinci, slot e così via) ha fatto registrare giocate per 95,5 miliardi di euro e ha fatto incassare allo Stato oltre 12 miliardi netti. Una bella somma, alla quale è molto difficile rinunciare da parte di chi è fortemente vorace e costantemente bisognoso di tanti soldi, pochi dei quali, pochissimi, destinati agli investimenti pubblici, che pure sarebbero necessari.
La questione, comunque, non è semplice da risolvere. Non solo per l'entità del gettito che lo Stato ricava dai giochi. Fra l'altro, infatti, non si può non considerare che lo spazio lasciato libero dall'azzardo autorizzato e perciò tassato e controllato, sarebbe immediatamente occupato dal gioco illegale, gestito dalla criminalità organizzata che da esso trae profitti e nuove risorse per finanziarsi ed espandere le sue attività. I danni, per lo Stato, sarebbero molteplici e gravissimi.