Cultura: Genova battuta pure da Aosta

Torino al terzo posto e Aosta al settimo, nella classifica nazionale 2016 delle province con la più elevata incidenza del Sistema Produttivo Culturale e Creativo (Spcc) sull'economia locale. La graduatoria, che non comprende Genova nei primi dieci piazzamenti, è stata redatta dalla Fondazione Symbola e dall'Unioncamere, enti che stimano in circa 90 miliardi di euro il valore prodotto in Italia, l'anno scorso, dalla filiera del settore Spcc, formato dai soggetti, privati e pubblici, che producono beni e servizi culturali (architettura, comunicazione, design, cinema-radio-tv, videogiochi e software, musica, stampa ed editoria, patrimonio storico-artistico, performing arts e arti visive), e da quanti utilizzano la cultura come input per accrescere la loro competitività, soggetti definitivi, nello studio, "creative-driven".
Nel rapporto 2017 di Symbola e Unioncamere, intitolato "Io sono cultura - l'Italia della qualità e della bellezza sfida la crisi", si legge che l'incidenza del Sistema produttivo culturale e creativo è pari all'8,6% del valore aggiunto prodotto dalla provincia di Torino nel 2016 e al 6,9% in Valle d'Aosta. Tassi più elevati di quello torinese sono stati attributi a Milano (9,9%) e Roma (10%). Al quarto posto si trova Siena (8,2%), seguita, nell'ordine, da Arezzo (7,6%), Firenze (7,1%), appunto Aosta, poi Ancona (6,6%), Bologna e Modena, entrambe con il 6,6%, a chiusura della top ten.
Per l'incidenza del settore sull'occupazione complessiva, la provincia di Torino è quarta con l'8,2% e Aosta decima con il 7,2%, mentre in testa si trova Milano con il 10,1%. Come regione, la Valle d'Aosta è terza e il Piemonte è quarto, in tutte e due le classifiche.
"La cultura è uno dei motori trainanti dell'economia italiana, uno dei fattori che più alimentano la qualità e la competitività del made in Italy" hanno scritto gli estensori del rapporto, sottolineando che il Sistema Produttivo Culturale e Creativo dà lavoro direttamente a 1,5 milioni di persone e, attivando altri settori dell'economia, arriva a muovere un totale di 250 miliardi di euro, equivalenti al 16,7% del valore aggiunto nazionale (il turismo è il principale beneficiario di questo volano).
In particolare, le industrie culturali propriamente dette (cinema, editoria, software, videogiochi, musica e stampa) producono un valore aggiunto superiore a 33 miliardi, con 492.000 occupati;  le industrie creative (architettura, comunicazione e design) poco meno di 13 miliardi, con 253.000 addetti; mentre le performing arts e arti visive generano una ricchezza pari a 7,2 miliardi e hanno 129.000 posti di lavoro. Quanto al patrimonio-storico artistico (musei, biblioteche, archivi, siti archeologici e monumenti storici), il suo contributo 2016 è stato stimato in 3 miliardi come valore aggiunto e in 53.000 occupati.
Infine, le imprese "creative driven", chiamate così quelle che impiegano, in maniera strutturale, professioni culturali e e creative, quali la manifattura evoluta (dal mobile alla nautica) e l'artigianato artistico. A queste imprese sono stati attribuiti un valore aggiunto di 33,5 miliardi e un'occupazione di 568.000 persone.