Balocco, Biraghi, Noberasco

In questi giorni, sono emerse diverse notizie aziendali che, finalmente, ridanno un po' di fiducia e fanno sperare in un miglioramento dell'economia locale e italiana. Principalmente tre gli elementi in comune, a prescindere dalle dimensioni dell'impresa e del settore di attività: buon aumento del fatturato nella prima parte di quest'anno, rilevanti investimenti (per ampliamenti, sviluppo tecnologico, espansione all'estero), bilanci in attivo.
Come esempio, vengono riportati i casi di tre industrie alimentari, indicativi di fenomeni e tendenze.

BALOCCO - Al bravo Pier Paolo Luciano, responsabile della Repubblica di Torino e curatore delle pagine settimanali dedicate all'economia piemontese, Alberto Balocco, numero uno dell'omonima industria dolciaria di Fossano, ha anticipato che, nella prima parte dell'esercizio in corso, il fatturato è aumentato del 12% e le prospettive sono favorevoli, per cui i ricavi 2017 dovrebbero risultare ancora superiori ai 170 milioni del 2016, quando sono stati venduti oltre 25 milioni di pezzi, fra panettoni, pandori e colombe e  l'export ha inciso per il 12%.
Fra l'altro, Alberto Balocco ha preannunciato il prossimo avvio della prima, particolare unità produttiva fuori Fossano (a Bologna, nell'ambito Fico-Fabbrica italiana contadina, promossa da Eataly), destinata alla pasticceria tradizionale piemontese secondo un modello replicabile soprattutto all'estero, dove l'impresa cuneese (circa 360 dipendenti) certamente crescerà. Intanto, continua a investire molto, soprattutto in automazione: 55 milioni di euro negli ultimi dieci anni.

BIRAGHI - Un'altra azienda cuneese, forte, dinamica e in sviluppo, è la Biraghi, industria casearia di Cavallermaggiore, che nel 2016 ha fatturato 118 milioni di euro. Guidata dai figli del fondatore, Bruno e Anna, è nota soprattutto per il suo Gran Biraghi, formaggio a grana tipo Parmigiano, e per il Gorgonzola, prodotti esclusivamente con latte locale (150-160 milioni d litri all'anno). La sua confezione di grattugiato da un etto è la più venduta in Italia e aumentano progressivamente le tipologie d'offerta. Come riferito a La Stampa, da Claudio Testa, direttore marketing e strategie commerciali, la Biraghi (250 dipendenti) ha un piano d'investimenti da 15 milioni di euro, finalizzati a nuovi macchinari e alla realizzazione di nuovi magazzini di stagionatura.

NOBERASCO - A proposito di impianti, non si può non ricordare che l'ultracentenaria Noberasco, che vanta la leadership nazionale nella frutta secca e morbida, ha appena inaugurato lo stabilimento di Carcare, dove si è trasferita da Albenga, località entrambe nella provincia di Savona. La nuova struttura della Noberasco, all'avanguardia anche tecnologicamente, ha comportato l'investimento di 45 milioni di euro. Cifra rilevante e che assume un valore ancora maggiore in considerazione del fatturato dell'azienda guidata da Gabriele e Mattia Noberasco, rispettivamente presidente e amministratore delegato, nonché zio e nipote.
Nel 2016, la Noberasco ha fatturato 122 milioni (+20%, in seguito alla vendita di 14 tonnellate di prodotti, e ha come obiettivo 2017 ricavi superiori ai 130 milioni

Restando al settore alimentare, comprensivo delle bevande, va ricordato che nel 2016 ha fatto registrare esportazioni per 4,517 miliardi di euro da parte di aziende piemontesi, 408 milioni dalle liguri e 52 milioni dalle valdostane.
Come censito dall'Istat, l'istituto nazionale di statistica, nel passato esercizio, per il Piemonte sono state le imprese attive nel settore computer, apparecchi e macchinari a evidenziare il maggior valore delle esportazioni (11,228 miliardi sul totale di 44,424), come per la Liguria (1,583 miliardi sui complessivi 7,332), mentre l'export più rilevante per la Valle d'Aosta è stato quello dei metalli e relativi prodotti: 319 milioni su 571.
Seconda principale fonte di esportazioni è risultata quella dei mezzi di trasporto per il Piemonte (11,207 miliardi) e per la Valle d'Aosta (65 milioni) mentre è stato il settore formato da chimica, farmaceutica, gomma, plastica e minerali non metalliferi per la Liguria (1,565 miliardi).
Le esportazioni 2016 di tutta l'Italia sono ammontate a 417,1 miliardi.